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TUMORI. Saranno 370mila in malati in Lombardia nel 2010
L'attività della Rete Oncologica Lombarda presentata oggi dall’Assessorato alla Sanità
di Redazione
Carlo Lucchina, Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, Alberto ScannI, Direttore Generale della Fondazione Ircss Istituto Nazionale Tumori, Marco Pierotti, Direttore Scientifico della Rete Oncologica Lombarda e della Fondazione Ircss Istituto Nazionale Tumori, Roberto Labianca, Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, Ospedali Riuniti di Bergamo, Dipartimento Oncologico della Provincia di Bergamo, Giancarlo Fontana, Dirigente Struttura Progettazione, Sviluppo Piani ed Emergenza-Urgenza dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia, durante il Convegno sulla Rete Oncologica Lombarda, ancora in corso hanno presentato a i risultati e le prospettive della messa in rete delle professionalità e delle risorse che, a livello regionale, a vario titolo, sono impegnate nella lotta contro i tumori.
Negli scorsi decenni la Lombardia ha sempre registrato livelli di rischio oncologico tra i più elevati d’Italia. Le principali patologie oncologiche sono il tumore del polmone, del colonretto, della prostata e dello stomaco negli uomini, e il tumore della mammella, del colonretto, del polmone e dello stomaco nelle donne. Le differenze tra Lombardia e Italia si sono andate però riducendo nel corso degli anni e si stima che sia il rischio di ammalarsi (in aumento), che di morire (in diminuzione) andrà allineandosi a quello delle altre regioni del Nord. Nel 2005 le persone decedute in Lombardia a seguito di un tumore sono state 22.500 circa, mentre secondo le previsioni, nel 2010 saranno circa 370.000 le persone residenti in Regione impegnate in una personale lotta contro il cancro.
L’oncologia lombarda è, però, anche di riferimento per molti malati a livello nazionale. Nel 2007 oltre 23.000 soggetti sono venuti a farsi ricoverare (per ricoveri ordinari e day hospital) in Lombardia da fuori Regione ed avevano almeno una diagnosi di tumore (talvolta in associazione con altre diagnosi).
I principi costitutivi della Rete Oncologica Lombarda (ROL) sono essenzialmente due: il primo, porre la persona malata al centro del sistema e, il secondo, coniugare la crescita dei servizi in un’ottica di sussidiarietà che veda tutte le strutture organizzate in rete e mobilitate per rispondere ai bisogni del cittadino/paziente.
“Obiettivo della Rete Oncologica Lombarda – ha sostenuto Carlo Lucchina, Direttore Generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia – è innanzi tutto quello di garantire a tutti qualità e appropriatezza delle cure attraverso la condivisione di protocolli diagnostico-terapeutici, con l’obiettivo di rendere il più possibile omogenei e al più alto livello possibile gli standard di cura ed assistenza. Per far questo, con la ROL si vuole favorire il trasferimento delle conoscenze scientifiche alla pratica clinica, in un’ottica di continua sinergia tra ricerca e assistenza, con il pieno coinvolgimento anche dell’articolato supporto delle associazioni di volontariato. In sintesi, far muovere le informazioni e le conoscenze e, solo nei casi di comprovata necessità, il paziente”.
“Stiamo sviluppando – ha aggiunto Giancarlo Fontana, Dirigente Struttura Progettazione, Sviluppo Piani ed Emergenza-Urgenza dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia – un modello innovativo di organizzazione, basato sulla condivisione di servizi, dati e informazioni all’interno di una rete di strutture, organizzazioni e professionisti che svolgono la loro attività a favore del malato oncologico nelle varie fasi del percorso diagnostico, di cura e assistenziale”.
“La messa in rete e la condivisione delle conoscenze più avanzate ed appropriate è, però, in primo luogo, una grande sfida culturale, che richiede la disponibilità di tutti gli operatori a mettere in discussione prassi consolidate. Grazie anche allo straordinario sviluppo delle tecnologie di telecomunicazione – ha sostenuto Alberto ScannI, Direttore Generale della Fondazione Ircss Istituto Nazionale Tumori -, le competenze di centri di eccellenza come quelle presenti nell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, possono, attraverso il coordinamento della ROL, diventare davvero un patrimonio comune dell’oncologia regionale, per offrire a tutti i cittadini, vicino a casa, propria trattamenti in linea con i più avanzati standard internazionali”.
“L’efficacia della ricerca, della cura e dell’assistenza – ha spiegato Marco Pierotti, Direttore Scientifico della Rete Oncologica Lombarda e della Fondazione Ircss Istituto Nazionale Tumori – richiede sempre di più l’organizzazione in rete dei tre momenti, per farli diventare un’unica realtà, pena anche la loro non sostenibilità economica. La sempre più rapida evoluzione delle conoscenze che riguardano sia i meccanismi e le modalità di sviluppo dei tumori, sia le metodologie e le tecniche di intervento e di cura combinate con la tendenziale possibilità di personalizzare delle stesse, richiedono dunque che la ricerca e la clinica siano sempre più a contatto, anche a livello territoriale”.
Roberto Labianca, Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica dell’A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo, ha a sua volta sottolineato che: “La dimensione, anche in termini di costi, degli studi clinici non solo richiede ma impone di svilupparli in collaborazione. Le sperimentazioni cliniche eseguite da ricercatori indipendenti possono essere di grande utilità per i pazienti interessati, ma non possono prescindere dal raggiungimento di una massa critica rilevante, sia di risorse professionali, sia di risorse economiche. L’esperienza condotta dai cardiologi italiani nella rete Gissi, ci insegna che, per questa via, è possibile anche realizzare un rapporto costruttivo e paritetico con l’industria farmaceutica”.
In questa prima fase, la Rete Oncologica Lombarda è stata organizzata in 22 Dipartimenti Interaziendali Oncologici Provinciali (DIPO), 8 a Milano e Provincia, 2 a Monza e Vimercate ed 1 per ogni altra Provincia Lombarda, che hanno come obiettivo di mettere in rete tutte le strutture, pubbliche e private (complessivamente alcune centinaia) che dalla diagnostica, passando per la medicina, la chirurgia oncologica e la radioterapia, per finire all’assistenza domiciliare e agli hospice, a vario titolo, a tempo pieno o parziale, si occupano di offrire servizi nell’ambito delle patologie tumorali.
All’interno del disegno della Rete Oncologica Lombarda, che vede come ente capofila la Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano, entro due anni, grazie ad uno stanziamento di 1 milione e 500mila euro, di cui 600mila euro dalla Regione Lombardia e 900mila dalla Fondazione Cariplo, verrà completato il progetto di raccolta dei tessuti oncologici del colon-retto, primo tassello, sempre più concreto, del Progetto biobanca, che avrà la sua sede principale in via Amadeo, nell’edificio in fase avanzata di ristrutturazione, di proprietà dell’Istituto Nazionale dei Tumori.
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