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Ucraina, «In Romania aiutiamo cani e gatti dei profughi»

Save The Dogs and Other Animal è a Isaccea, confine fluviale con l’Ucraina per portare beni di prima necessità agli animali in fuga con i propri padroni. L’8 marzo l’associazione ha inviato cibo a due rifugi che ospitano 150 cani di Odessa. «Siamo in contatto con quattro canili e ci stiamo attrezzando per accogliere gli animali che dovessero essere evacuati», spiega la presidente Sara Turetta

di Antonietta Nembri

«Solo oggi (ieri 9 marzo – ndr.) sono arrivati una ventina di animali con il loro padroni in fuga dall’Ucraina». A dirlo è Sara Turetta, presidente di Save the Dogs and Other Animals che da diversi giorni è a Isaccea in Romania, «un punto di frontiera fluviale sul Danubio dove arrivano molti profughi via battello» spiega. «Siamo qui per portare beni di prima necessità come medicine, mangime, trasportini, coperte e cappottini per gli animali che viaggiano con i cittadini ucraini in fuga». Turetta ha raggiunto la Romania per organizzare con lo staff di Save the Dogs gli aiuti per l’emergenza animali in Ucraina.

Oltre a fornire beni di prima necessità, Save the Dogs mette a disposizione il proprio rifugio (l’associazione è presente in Romania da una ventina d’anni e gestisce un rifugio modello a Cernavoda – a 2 ore e mezzo d’auto dal confine) per accogliere, temporaneamente o in modo permanente, cani e gatti in condizioni tali da non poter proseguire il viaggio «anche se» ammette Turetta «anche noi siamo già pieni e stiamo cercando soluzioni dovremmo riuscire ad accoglierne una cinquantina».
Tra i compiti dell’associazione vi è quello di assistere le persone che viaggiano con il proprio animale con i documenti e informali che sono autorizzati ad entrare nell’Unione Europea con i propri cani e gatti anche senza documenti, regolarizzandoli in un secondo momento; offrire assistenza veterinaria agli animali con patologie o bisogni speciali.

«Qui a Isaccea abbiamo preso accordi con la Protezione civile e le autorità locali per allestire un nostro punto fisso di supporto perché da quanto appreso il numero di rifugiati aumenterà esponenzialmente nei prossimi giorni. Inoltre, ci stiamo muovendo per capire come far arrivare il materiale necessario anche in Ucraina dove la situazione è devastante» continua Turetta (nella foto in apertura). L’8 marzo è partito un primo carico di aiuti che ha raggiunto Odessa con il cibo per sfamare i circa 150 cani ospiti dei primi due rifugi. «Venerdì partirà un altro carico con una tonnellata di alimenti con un furgone» continua. «Al momento stiamo aiutando quattro canili in Ucraina tutti nell’area di Odessa. L’autista che ci sta aiutando è russo e ci ha chiesto solo un rimborso spese».



Sopra il punto di accoglienza ad Isaccea; in basso alcuni degli animali arrivati alla frontiera con i profughi


La situazione per gli animali rimasti in Ucraina è critica, il cibo e medicinali scarseggiano e aumentano le difficoltà per la gestione di rifugi e canili. E poi ci sono gli animali da compagnia che i rifugiati riescono a portare con sé nella fuga verso i Paesi confinanti «Qui a Isaccea il flusso dei profughi è di circa mille, 1500 persone al giorno, chi arriva con il proprio animale non sempre ha il trasportino per poter proseguire il viaggio in aereo o pullman. «Siamo in contatto con le autorità aeroportuali di Bucarest e siamo presenti all'aeroporto Otopeni, vorremmo far stoccare numerosi trasportini per cani e gatti di cui c’è una grande necessità per consentire a chi si muove con animali di poter proseguire il viaggio, ma già ora forniamo i trasportini per cani e gatti a chi ne è sprovvisto», continua Turetta.

Da inizio settimana a Isaccea è stata allestita una postazione fissa di Save the Dogs con tre operatori accanto ad altre associazioni umanitarie presenti, Croce Rossa, Save the Children e Adra. L’associazione, inoltre, si sta dotando di due tensostrutture per poter stoccare il cibo che viene donato o acquistato direttamente in Romania.

«Il ruolo degli animali da compagnia è importante» conclude Turetta. «Ho incontrato persone che dicevano “mi è rimasto solo il mio cane”. Purtroppo non tutti sono riusciti a scappare con il proprio pet. Pochi giorni fa due bambini appena arrivati sono venuti a chiedere cibo per i loro due gattini… quando gli abbiamo chiesto dove fossero ci hanno detto “a casa ma tra poco torniamo e gli portiamo la pappa…”. Nessuno ha avuto il coraggio di dire loro che non sarebbero tornati a breve» conclude Turetta.

Immagini da ufficio stampa

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