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Cooperazione & Relazioni internazionali

Ucraina, la mensa solidale da 1.500 pasti al giorno

Il videoracconto del progetto di Progetto Arca da Černivci, a una trentina di chilometri dal confine con la Romania. In questa città che ospita migliaia di profughi il prezzo del pane è schizzato a 4 euro al chilo. I profughi agli operatori: «Non sappiamo come ringraziarvi»

di Diletta Grella

Siamo a Černivci, in Ucraina, a una trentina di chilometri dal confine con la Romania. Una città che ospita migliaia di profughi, in fuga dalle zone più colpite dalla guerra.
Qui Fondazione Progetto Arca, in collaborazione con il partner locale Remar, ha allestito una mensa che distribuisce ogni giorno 1.500 pasti (Qui l'inizio dei lavori il 20 marzo scorso).
Regina, originaria di Černivci, è un ingegnere, ma ha lavorato tanti anni come badante in Italia. Nella sua città è ritornata da qualche giorno. “Nell’appartamentino dove abitavo da giovane, ho ospitato una famiglia di profughi” racconta ad Alberto Sinigallia, presidente di Progetto Arca. “Io sono andata a vivere con mio figlio. Perché quando si tratta di dare una mano, non ci tiriamo indietro”. Anche lei oggi è venuta a mangiare nella mensa, perché la guerra sta pesando sulla vita di tutti e il cibo è sempre più caro. Basti pensare che il prezzo del pane è arrivato a 4 euro al chilo. "Non ci sono parole per ringraziarvi di quello che state facendo” commenta.
Ogni giorno, verso le 11, inizia a formarsi una lunga coda fuori dalla mensa, una bellissima tensostruttura di circa mille metri quadrati: ci sono soprattutto mamme con bambini e molti anziani.

I volontari distribuiscono una bevanda fresca perché la temperatura raggiunge i trenta gradi. Poi, pian piano, la gente inizia ad entrare e a prendere posto ai tavoli. Tutto è molto ordinato, pulito, dignitoso. E il cibo apprezzato da tutti, non avanza nulla.
Tra i volontari c’è Vova, fuggito da Kiev: “Il 24 febbraio mi ero svegliato alle cinque per andare a correre, ma alle cinque e un quarto ho sentito la prima esplosione”.
Vova ha raccolto le sue cose ed è fuggito. A Kiev faceva il cameriere e, arrivato a Černivci, si è subito messo a disposizione come volontario nella distribuzione del cibo. Vova non si ferma un attimo: se vede un’anziana affaticata la fa accomodare, se qualcuno ha qualche richiesta, lui interviene. Sempre con il sorriso. “Se però qualche bambino piange, chiamo lei”, dice indicando una sua amica, anche lei ucraina e volontaria, “perché con i bambini è più brava di me”.
A fianco della mensa, c’è un’area giochi, attrezzata con alcuni gonfiabili, dove i genitori possono lasciare i bimbi, sotto lo sguardo vigile dei volontari di Progetto Arca. Una ragazza, arrivata da Leopoli con il figlio di tre anni e il marito, ci racconta che ogni giorno lo porta qui: “Siamo rimasti senza lavoro, senza casa. Poter avere un posto come questo, dove dar da mangiare a nostro figlio e dove farlo giocare con i suoi coetanei, è per noi molto importante”. E poi c’è anche un punto dove si possono richiedere abiti per grandi e piccini.

Da Milano è arrivato un tir con i primi 1.320 pacchi viveri, organizzato da Progetto Arca e da Fondazione Fiera Milano per aiutare le famiglie locali che ospitano i profughi. Sono 400 le famiglie che verranno aiutate ogni mese.
Viktor è un altro volontario ucraino. Mentre scarica i pacchi, ci racconta che è cresciuto in un orfanotrofio. “La gente ha fame, questi pacchi sono un aiuto importante. Io mi fermerò ancora qualche giorno ad aiutare e poi voglio andare a combattere per il mio Paese”. Verso le 6 di sera, le persone si mettono in fila per ritirare il loro pacco. L’olio extravergine di oliva è un bene di lusso e quando lo vedono, non finiscono più di ringraziare. E poi ci sono il caffè, pasta, riso, cioccolato, biscotti… Chi divide gli alimenti tra più borse per trasportarli con più facilità, chi aspetta l’autobus con il pacco in mano, chi cerca di caricarlo su un monopattino….
​Una ragazzina, con una simpatica maglietta di Sailor Moon, commenta: “Vorrei ringraziare tutte le persone buone che ci stanno aiutando. Il vostro aiuto è importante, perché ci state motivando a iniziare di nuovo a vivere”. E a quattordici anni, questa giovane ucraina è riuscita a sintetizzare in una frase che cosa significa dare una mano a chi è in difficoltà.


Nella foto d'apertura: i volontari scaricano 1320 pacchi viveri dal tir arrivato da Milano e organizzato da Fondazione Progetto Arca e da Fondazione Fiera Milano per aiutare le famiglie di Černivci che ospitano i profughi in fuga dalla guerra


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