Mondo
Un anno fa l’inizio della rivolta
Il 17 febbraio scorso la Giornata della collera che diede il via alla fine del regime di Gheddafi
di Redazione
Un anno fa iniziavano in Libia le proteste contro l’ormai defunto Muammar Gheddafi, scatenate dall’arresto a metà febbraio di un attivista per i diritti umani. Fethi Tarbel era impegnato per la liberazione dei prigionieri politici rinchiusi nelle carceri della Libia.
17 FEBBRAIO 2011. È la ‘Giornata della collerà. L’iniziativa viene organizzata in occasione dell’anniversario dei fatti di Bengasi del 2006, quando una folla inferocita assaltò il consolato italiano per la questione delle vignette contro il Profeta. L’obiettivo è contestare il regime dopo l’arresto di Tarbel. La protesta viene repressa nel sangue: si contano tra i 10 e 20 morti.
24 FEBBRAIO. I ribelli prendono il controllo di Misurata.
26 FEBBRAIO. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite impone sanzioni contro Gheddafi, la sua famiglia e i fedelissimi del regime. 28 FEBBRAIO. Dall’Unione Europea arriva un pacchetto di sanzioni contro Gheddafi e i suoi più stretti consiglieri. Tra le misure anche il congelamento dei beni e il blocco dei visti.
5 MARZO. Il Consiglio nazionale transitorio dei ribelli si riunisce a Bengasi e si proclama unico rappresentante legittimo della Libia. Pochi giorni dopo ottiene il riconoscimento della Francia. Il Qatar sarà il primo Paese arabo a riconoscerlo come unico governo legittimo.
17 MARZO. Il Consiglio di sicurezza vota per autorizzare la no-fly zone sulla Libia. Due giorni dopo iniziano i raid aerei per fiaccare le resistenze del regime che perde progressivamente le sue roccaforti, da Tripoli a Sebha, da Bani Walid a Sirte.
29 MARZO. Nasce a Londra il Gruppo di Contatto per la Libia, che comprende 20 Paesi.
30 MARZO. Il ministro degli Esteri libico Moussa Koussa volta le spalle a Gheddafi e fugge in Gran Bretagna.
30 APRILE. In un raid della Nato su Tripoli vengono uccisi il figlio minore di Gheddafi, Saif al-Arab, e tre nipoti.
27 GIUGNO. La Corte penale internazionale spicca mandati di cattura per Gheddafi, suo figlio Saif al-Islam e il capo dell’intelligence, Abdullah al-Senussi. Tutti sono accusati di crimini contro l’umanità.
28 GIUGNO. Viene ucciso Abdel Fattah Younes, ex ministro dell’Interno libico, che era passato con i ribellli poco dopo l’inizio della rivolta. Younes era diventato il comandante militare degli insorti.
11 AGOSTO. I ribelli annunciano la conquista di Brega e tre giorni dopo arrivano nel centro di Zawiya, vicino Tripoli.
20 AGOSTO. L’ex primo ministro Abdul Salam Jalloud si unisce ai ribelli.
21 AGOSTO. Nel pomeriggio, il momento decisivo per l’avanzata dei ribelli su Tripoli, dopo l’intensificarsi dei bombardamenti della Nato contro le basi militari delle forze di Gheddafi e Bab al-Aziziya. I ribelli entrano nella città e arrivano nella piazza Verde, che subito intitolano ‘Piazza dei Martirì. In un audio Gheddafi chiede alla popolazione di combattere i ribelli, definendoli “ratti”.
23 AGOSTO. Le forze del Cnt espugnano Bab al-Aziziya, la residenza bunker di Gheddafi.
29 AGOSTO. La moglie di Gheddafi, Safia, sua figlia Aisha e altri due suoi figli fuggono in Algeria. Aisha, poco dopo aver varcato la frontiera, dà alla luce una bambina.
11 SETTEMBRE. Riprende la produzione di petrolio, mentre il Niger annuncia che Saadi Gheddafi si trova nel Paese dove è stato accolto “per motivi umanitari”.
15 SETTEMBRE. Arrivano in visita a Tripoli il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il primo ministro britannico, David Cameron. Cinque giorni dopo il presidente americano Barak Obama annuncia il ritorno dell’ambasciatore statunitense a Tripoli.
21 SETTEMBRE. Le forze del Cnt prendono il controllo di Sabha.
17 OTTOBRE. Cade Bani Walid, una delle ultime roccaforti dei lealisti.
20 OTTOBRE. Le forze del Cnt prendono il controllo di Sirte, Muammar Gheddafi viene catturato dai ribelli e muore poco dopo. Tre giorni dopo la dichiarazione delle nuove autorità: “La Libia è stata liberata”. E la promessa di elezioni entro otto mesi.
19 NOVEMBRE. Saif al-Islam Gheddafi viene catturato nel sud della Libia e da allora è detenuto dalle brigate di Zintan in attesa di processo. Resta latitante l’ex capo degli 007 Abdullah al-Senussi, che – secondo indiscrezioni della stampa algerina di inizio febbraio – si troverebbe nel nord del Mali protetto dai ribelli Tuareg che combattono contro il governo di Bamako.
24 DICEMBRE. Per la prima volta dopo 42 anni la Libia torna a celebrare la Festa d’indipendenza. Si ricorda l’indipendenza proclamata nel 1951 da re Mohammed Idris al-Senussi, poi destituito il primo settembre del 1969 da un gruppo di militari capeggiati dall’allora 27enne Gheddafi.
GENNAIO 2012. Scontri tra a Bengasi tra brigate del Cnt. Il numero due del Consiglio, Abdel Hafiz Ghoga, si dimette.
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