Non profit

un cenone a chilometri zero

Fantacronaca. Ecco il menu di quel 31 dicembre 2017

di Redazione

Il Capodanno del 2018 era stato sabotato. Siccome non c’erano più gli orologi manuali e quegli aggeggi che segnavano il tempo, ma ormai tutto viaggiava via internet, qualcuno aveva bloccato ogni accesso per rendere misteriosa la data dell’inizio del nuovo anno. S’era formato un fronte che non ne poteva più dei cenoni di fine anno, che mietevano vittime sotto il peso di una forma. Gli ignari, infatti, andavano al cenone e poco dopo scoppiavano, esattamente come nell’anno 118 quando a Roma i cristiani venivano ingozzati di ogni cibo e poi fatti correre dietro a una biga per dare spettacolo al pubblico del Colosseo. Oggi di cristiani non ce n’erano più tanti e per scoppiare non c’era neanche bisogno di correre come una volta. Così, per confondere le acque e anche la tentazione di mangiare oltre ogni limite, s’era inventata questa torre di Babele del tempo, per cui nessuno avrebbe saputo quando e come sarebbe scattata l’ora X.

Idea multinazionale
Niente botti dunque, e neanche le mutandine rosse. In verità l’operazione era stata predisposta da una multinazionale di hamburger di lusso, che aveva pensato a una cosa geniale: noi andiamo forti nella normalità, non certo nell’eccezionalità. Dunque se il tempo fosse sempre normale, senza feste grandi e cucine altrettante faste, tutti tenderebbero a mangiare l’hamburger. Ovviamente di lusso, per distinguersi dal volgo che invece mangia la polpetta del fast food, luogo oramai tramontato nella notte dei tempi.

Carne di gallina e mostarda
Ma qualcosa di strano era successo, perché mentre tutti i giornali davano la notizia del black out dei due millenni e i politici si dividevano tra i favorevoli e i contrari, in un paese della Valle Varaita, dove il tempo ancora era scandito dalle meridiane, s’era alzata una luce che nel silenzio della notte era sembrata un grande abbaglio. Lì c’era ancora il forno a legna di Richard a Bellino, che sfornava le pagnotte col sapore di castagne, le stesse che poi sarebbero servite per fare una birra eccezionale, che era la birra di Natale. Ma questa la facevano a Vernante, sotto Limone Piemonte, ed era la Palanfrina del birrificio Troll.
Così i giornali mandarono gli inviati in quel paese, dove 36 meridiane ancora segnavano il tempo e su un muro c’era scritto «Qui si vende chinino di Stato». C’era la neve a Celle di Bellino, ma lungo le pareti delle case le vie erano sgombre, quasi per miracolo, e tutte portavano alla chiesa del paese. Finito il raduno, nelle case c’era un odore di brodo caldo, esattamente brodo di gallina, che veniva lessa e poi mangiata insieme con le mostarde. Il vino era un rosso di colore spesso, che qui chiamano Dolcetto, ed ha un profumo che ricorda la viola.
Questo era il pranzo dell’ultimo giorno dell’anno della gente di Bellino, che ancora si ritrovava, ma soprattutto – e questo si annota il cronista in maniera eccezionale – cantava insieme.

Una storia vera
Ora, questa breve storia parla di luoghi e riti che esistono davvero. Celle di Bellino ha le meridiane che scandiscono le ore e c’è pure il forno che fa il pane qualche volta l’anno. Tra dieci anni tutto questo resisterà, anzi si amplierà, perché è forte e senza soste l’attrattiva della gente verso ciò che aveva valore un tempo nel passato. E se sarà anacronistico il cenone votato all’abbondanza che ancora oggi si celebra, diventerà un momento conviviale, anzi una rincorsa, riscoprire che la natura con dei tempi quasi precisi dà prodotti in ogni angolo in cui ci ritroviamo. Il futuro sarà dunque a chilometri zero, nel segno degli approvvigionamenti autentici durante le feste di fine anno.
Poche cose, ma ricche di sapore. È ciò che ci vorremo permettere, nell’unicità di una festa, che sarà infatti tale, perché il resto dei giorni avrà visto la vittoria del mangiare omologato, benché iperigienico. Ma totalmente e desolatamente senza gusto.

Vuoi accedere all'archivio di VITA?

Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.