Sanità

Un centro per dare agli homeless un fine vita che sa di casa

Al via a Milano il progetto Care for Homeless, con 5 posti letto che si aggiungono all'interno del Centro Post Acute di Fondazione Progetto Arca, che offre assistenza sanitaria e sociale alle persone senza dimora dimesse dagli ospedali. 45 operatori e 15 volontari sono stati formati specificamente. L'iniziativa è finanziata dall'8 per mille dell'Unione buddista italiana

di Antonietta Nembri

Lo scorso anno sono state 255 le persone senza dimora che hanno usufruito dell’assistenza del centro Post Acute di Fondazione Progetto Arca a Milano. Un luogo che accoglie le persone senza dimora dimesse dagli ospedali, per garantire loro assistenza sanitaria e accompagnamento sociale in un ambiente protetto e permettergli di affrontare così la delicata fase della convalescenza evitando quelle ricadute che sarebbero inevitabili se tornassero in strada.

Tra queste persone ben il 76% ha poi proseguito il suo percorso di vita in servizi di riabilitazione o in strutture di accoglienza, mentre il 6% ha recuperato l’autonomia andando a vivere in una casa e lasciando la vita in strada.

Difendere il diritto alla cura

Sono venti i posti letto. I pazienti hanno a disposizione un’équipe di medici, infermieri, assistenti sociali, oss e volontari. Il centro è diventato un importante punto di riferimento per Ats e Comune di Milano, sostenuto grazie ai fondi dell’8 per mille di Unione Buddhista Italiana all’interno del Bando Umanitario 2024, che supporta proprio i progetti che promuovono la compassione, l’attenuazione della sofferenza, il rispetto dei diritti e della dignità.

«Il primo fondamentale diritto che perde chi non ha una casa è il diritto alla cura. Difenderlo è ciò che facciamo qui ogni giorno, con un approccio di cura basato sulla presa in carico dei bisogni globali della persona, assicurando alla persona fragile, senza una casa ma anche senza una rete di familiari e amici, di non essere più sola, soprattutto ora nell’affrontare una malattia inguaribile o il fine vita», racconta Costantina Regazzo, direttrice dei servizi di Progetto Arca. «Ricordo il signor Roberto che un giorno mi disse: per un problema alla laringe non riuscivo più a parlare, qui ho incontrato persone che sanno ascoltarmi anche solo con gli occhi».

Il quadro clinico della maggioranza degli ospiti della struttura è compromesso da malattie croniche o pluri-patologie accumulate negli anni a causa della condizione di vita in strada (infezioni alle vie respiratorie, malattie della pelle, disturbi cardiaci). I tempi di degenza superano spesso i 30 giorni previsti dalle convenzioni e in molti casi chi arriva qui è in fase terminale della malattia.

Cinque letti in più per il servizio “Sollievo”

Proprio per questi ospiti colpiti da malattie più severe o in fine vita, è stato ideato il progetto Care for Homeless, sempre sostenuto dall’8 per mille dell’Unione buddista italiana, che ha permesso l’allestimento di ulteriori 5 posti letto dedicati al servizio “Sollievo”, dove operatori e volontari formati ad hoc offrono assistenza sanitaria, sostegno psicologico e accompagnamento umano ed emotivo.

Progetto Arca ha organizzato nelle scorse settimane una formazione specifica sul fine vita dedicata a 45 operatori e 15 volontari per migliorare le competenze necessarie nella relazione di cura: capacità di ascolto, empatia e compassione. Una formazione guidata da esperti che ha riflettuto sulla morte fisica, psichica e sociale della persona, rivolta al personale del reparto Post Acute oltre che agli educatori degli altri centri di accoglienza che la fondazione gestisce.

In apertura un paziente all’interno del servizio Post Acute di Progetto Arca – tutte le foto sono di Daniele Lazzaretto

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