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Un libanese vince il Palio di Siena
Ali Hassoun dipingerà il Drappellone che andrà alla contrada vincitrice della corsa di luglio
di Redazione

L’artista Alì Hassoun dipingerà il Drappellone che andrà alla contrada vincitrice del palio di Siena del 2 luglio 2010. La parte allegorica sarà dedicata alla ricorrenza del 750° anniversario della battaglia di Montaperti. Il Drappellone per il Palio del 16 agosto 2010 sarà invece dipinto da Franco Fortunato.
Ali Hassoun è un pittore originario del Libano. Ha vissuto e lavorato a Siena fin dagli anni ’80 e parte degli anni ’90. Successivamente ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e la Facoltà di Architettura di Firenze, quindi si e’ trasferito a Milano dove la sua opera e’ si è affermata anche a livello internazionale. L’arte è entrata nella sua vita a 13 anni quando, in una libreria di Beirut, i suoi occhi si posero su un volumetto dedicato alla Cappella Sistina. Fu colpito dalla bellezza delle fotografie e l’effetto fu quello di una folgorazione.
«Sono onorato e felice di questa possibilità» ha detto Ali a Vita. «Io, che sono libanese e musulmano sciita, ho l’onore di dipingere una delle icone più italiane dell’eredità storica e culturale di questo paese. Oltre la soddisfazione che posso provare come artista, la realtà di questa scelta ha persino superato la fantasia professionale più ottimista. E’ un segnale simbolico molto importante che dimostra che non solo l’arte non conosce né confini né barriere, ma che può anche contribuire a far unire i popoli. Quando gli uomini sono illuminati, anche se hanno idee e convinzioni diverse, essi s’ incontrano e parlano. Durante le crociate Saladino incontrò San Francesco». La tela di Ali Hassoun, non a caso, è anche uno spazio figurativo dove le civiltà e le religioni si incontrano. Secondo i critici, l’arte di Hassoun «riesce a mostrare le profonde suggestioni del mondo arabo e in particolare il tema del viaggio come origine di esperienze e visioni diverse».
Non solo pittura
Ali Hassoun organizza quasi tutti i mesi nel suo studio a Milano lo “zhikr“, una sorta d’incontro spirituale di un gruppo di fratellanza “misto” che crede in un unico Dio collettivo. Il suo studio ospita musulmani, ebrei e cristiani che recitano insieme preghiere e canti delle rispettive fedi. «Quello che cerco di fare, è di attuare un processo interiore di elevazione spirituale autentica, capace di portare l’uomo nella vicinanza di Dio senza dover essere per forza dei santi ma uomini e donne giusti e consapevoli».
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