Sostenibilità

Un partito dei consumatori? Le associazioni dicono no

Non piace la proposta di Pecoraro Scanio di sciogliere i Verdi e trasformarli in un partito di difesa dei consumatori

di Gabriella Meroni

Non piace ai consumatori la proposta di Alfonso Pecoraro Scanio di sciogliere i Verdi per costituire ”una grande forza dell’ambiente e dei consumatori che aderisca ai Verdi europei”.

Il ministro dell’agricoltura incassa una serie di no da organizzazioni diverse ma che danno sostanzialmente tutte la stessa risposta: quello dei consumatori deve restare un movimento trasversale, di tutela dei cittadini e svincolato dalla politica intesa come espressione di partito. ”Se si tratta di una forza organizzata siamo d’accordo – ha detto all’Adnkronos Carlo Rienzi del Codacons – Se e’ un modo per strumentalizzare l’unica forza che difende i cittadini, assolutamente no”. Politica e associazioni devono restare su piani distinti: ”l’associazione non deve avere un padrone politico. Pensino piuttosto a dare leggi piu’ efficaci, a introdurre il concetto di ‘condanna punitiva’ e a istituire un’autorita’ indipendente gestita dai consumatori”.

Secco ‘no’ anche da Vincenzo Dona, segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori: ”abbiamo sempre espresso un parere negativo a proposte di trasferire il movimento dei consumatori in formazioni politiche. Gli interessi dei consumatori sono assolutamente trasversali e inconciliabili con posizioni partitiche”.

Anche Paolo Landi, segretario generale di Adiconsum e’ ”totalmente contrario”. Anzi, secondo Landi, proprio i Verdi sono l’esempio da non seguire: ”a mio avviso – ha detto – i Verdi, quando sono passati da movimento politico trasversale a formazione politica, hanno avuto si’ qualche posto in Parlamento, ma hanno perso credibilita’ verso i cittadini”. Inoltre, per Landi, ”non ha senso” la proposta di Pecoraro Scanio: ”i consumatori siamo tutti noi e ci sono dentro tutti i colori politici. Il movimento dei consumatori deve restare con la sua specificita’: legato a indicazioni di consumo responsabile, magari eco-compatibile o eco-solidale, ma comunque diverso dall’essere una forza politica”.
E per chiarire il concetto, Landi aggiunge un esempio: ”anni fa – racconta – all’inizio del movimento, avevamo difficolta’ con alcune associazioni del clero perche’ ci scambiavano per sostenitori del consumismo. Eppoi, l’adesione alle nostre iniziative si realizza sui singoli temi: che siano la battaglia sulle assicurazioni o un’iniziativa sul fumo… Per questo resto contrario a trasferire in termini politici il movimento che deve restare autonomo dai partiti”.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.