Welfare

Un premio tutto in famiglia

bandi Assegnati i fondi per progetti di conciliazione vita-lavoro. Con qualche sorpresa

di Redazione

La firma sul decreto risale al 15 aprile, la registrazione all’ufficio di Bilancio e ragioneria data 8 maggio e sul sito del ministero della Famiglia è comparso ora. Si tratta dell’ultima tranche in gestione Rosy Bindi dei finanziamenti per i progetti di conciliazione tra tempi della famiglia e tempi del lavoro (ex art. 9 legge 53/2000). Sono stati approvati 46 progetti, a cui va un finanziamento complessivo di 1.595.209 euro.
Il finanziamento concesso a ciascun progetto, in media, è poco superiore ai 27mila euro. Tranne uno, presentato da Cna informatica e servizi srl, che avrà, da solo, la bellezza di 364.858 euro. Sarà un caso, ma a presiedere la società di servizi del sistema della Conferenza nazionale artigianto e piccola e media impresa (Cna) della provincia di Firenze c’è stata, fino a pochi anni fa, Cristina Bandinelli, la candidata della Bindi alla segreteria del Pd toscano a ottobre 2007. Una donna che prima di entrare in politica è stata pure la vicepresidente di Cna Firenze, e dal 2001 al 2007 vicepresidente di Cna nazionale.
Grazie a questo finanziamento sopra la media, la Toscana, con 7 progetti ammessi, conquista da sola il 34% dei finanziamenti, pari a 541.468 euro. Praticamente il doppio delle altre due regioni-regine, Emilia Romagna e Piemonte, che han visto approvati 12 progetti ciascuna per, rispettivamente, 261.269 e 284.592 euro.
Ma in che cosa consiste il progetto presentato da Cna informatica e servizi srl, che svetta in classifica con il suo punteggio (85/100) e il finanziamento ottenuto? Ce l’ha spiegato Danilo Paoli, responsabile servizio Consulenza lavoro di Cna Firenze e referente del progetto. Nata nel 1985, Cna informatica e servizi srl offre consulenze alle imprese associate del territorio. La società ha 19 uffici, sparsi sul territorio della provincia di Firenze, più 17 punti di contatto in piccoli Comuni: in tutto, 68 dipendenti, di cui l’82% è donna, con un’età media di 37 anni. «Abbiamo tantissime dipendenti in maternità: in questo momento sono 20, un numero che si ripete più o meno costantemente ogni anno», spiega Paoli. «Può immaginare lo spiazzamento di una piccola impresa che fino ha ieri ha discusso tutti i suoi dati con una persona che oggi va in maternità? dover ricominciare tutto da capo con un’altra? Ma anche per noi, come azienda che ha scelto il radicamento sul territorio, è molto più conveniente puntare sul rientro “dolce” di una mamma piuttosto che formare da zero una persona». Ecco allora il cardine del progetto biennale: un part time reversibile per chi rientra dopo una maternità. «Per due, tre o più anni potrà fare un part time, per poi rientrare a tempo pieno quando i figli saranno cresciuti. L’80% dei fondi del progetto andrà a coprire questa voce», spiega Paoli.
Facendo due conti, vuol dire che per i prossimi due anni (tanto è la durata del progetto) lo Stato darà a Cna informatica e servizi srl, per ogni sua dipendente che rientrerà al lavoro dopo la maternità, una cifra poco sotto ai 10mila euro. Il tutto per “incentivare” l’azienda a concedere loro qualcosa che già gli spetta: il part time. «In realtà è una rivoluzione», spiega Paoli. «Oggi il datore di lavoro concede il part time a propria discrezione, mentre noi abbiamo sancito contrattualmente questo diritto. Inoltre c’è stato un accordo sindacale per riconoscere il diritto all’affiancamento sia per chi sostituirà la persona in maternità sia per chi rientra, e il lavoratore che si incarica dell’accompagnamento ha un bonus di 100 euro in busta paga. E soprattutto tutti questi diritti non spettano solo a chi va in maternità, ma anche agli altri lavoratori, a chi assiste un familiare malato, ai giovani che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro… per esempio la società garantisce 2 giorni aggiuntivi di permesso oltre ai 3 previsti normalmente per chi assiste un familiare disabile o malato».

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