«La donna possiede
un valore aggiunto impalpabile costituito da sensibilità e intuizione». Un patrimonio che grazie «alla mia musica spero aiuti le detenute
a sentirsi per un momento libere»
Il canto, la parola, la musica possono veramente smuovere e commuovere gli animali, gli uomini, la natura e passare attraverso il silenzio di mille secoli. Lo sa bene Antonella Ruggiero, una delle voci più prestigiose e originali della musica italiana, con le sue scelte artistiche e musicali, talvolta in controtendenza rispetto a quelle odierne. Come quella di conoscere da dentro il mondo del carcere. Il 9 marzo, infatti, si esibirà per la seconda volta di fronte alle detenute di San Vittore. La prima otto anni fa, in occasione della Festa della mamma.
Vita: Lei, genovese, canterà un repertorio in lingua lombarda: come pensa di superare le inevitabili difficoltà?
Ruggiero: Ho già avuto diverse esperienze con testi in lingua dialettale, friulana, trentina, ladina e, ovviamente, genovese: nutro una certa passione per le tracce del nostro passato. Oggi tutto è come diluito. A me piace mantenere viva la memoria.
Vita: Circa la metà delle detenute sono straniere: come pensa di rapportarsi con loro?
Ruggiero: Non so come la vivranno, ma penso che la musica sia il mezzo di comunicazione per eccellenza, senza mediazioni. È il suono umano, il suono vocale che arriva comunque. Noi tutti amiamo la musica, anche se non conosciamo o capiamo i testi? È il mezzo principale per arrivare a toccare le corde emotive. E quel giorno voglio che per un momento, per la durata del concerto e magari anche per un po’ dopo, voglio – cioè mi piace pensare – che possano sentirsi libere, fuori, oltre le sbarre.
Vita: Pensa quindi che la musica possa svolgere una funzione “politica”. È cosi?
Ruggiero: Sì, sicuramente. Sin da quando si è piccoli, la musica aiuta a crescere bene. Non solo la musica, ma l’arte in generale, aiuta l’essere umano, soprattutto chi ha problemi, a trovare delle risposte, a esprimersi fino in fondo, a essere libero.
Vita: E per quanto riguarda l’universo strettamente femminile?
Ruggiero: L’esperienza musicale non può essere considerata né maschile né femminile. È un veicolo straordinario, che dipende da chi lo usa. Ma la donna possiede un valore aggiunto impalpabile costituito da sensibilità e intuizione. Ma purtroppo ancora oggi la donna è condannata a non avere voce.
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