Mondo
Un viaggio tra i kurdi che diventa tesi
Il popolo kurdo che ho conosciuto. Newroz2004. I kurdi e il kurdistan turco-flussi migratori e il fenomeno dei rifugiati, è il titolo della tesi di Serena Fiorentino.
di Redazione
Il popolo kurdo che ho conosciuto. Newroz2004. I kurdi e il kurdistan turco-flussi migratori e il fenomeno dei rifugiati, è il titolo della tesi di Serena Fiorentino.
Ventitrè anni, Serena ha scritto questa tesi in viaggio. «Sì, ho cominciato a prendere appunti durante una delle mie prime missioni in Kurdistan, dove sono andata con diverse ong tra cui Un ponte per e Mani tese. Ho chiesto se potevo aggregarmi a loro come volontaria e seguire le loro iniziative per aiutare la popolazione kurda. Così ho potuto sentire le loro storie e contastare le loro condizioni di vita».
Un?esperienza importante che ha portato Serena Fiorentino, già laureata in Lingue e letterature straniere all?università di Lecce, a iscriversi allo SpiCes, la scuola di specializzazione in Politica internazionale cooperazione e sviluppo di Focsiv – Volontari per lo sviluppo, di Roma.
«Alla fine del percorso formativo di un anno è prevista la redazione di una tesina finale. Così ho proposto di raccontare la mia esperienza e questo tema è piaciuto anche al mio tutor, Vincenzo Buonuomo, direttore del comitato scientifico della scuola SpiCes». Serena sta ora svolgendo servizio civile proprio alla Focsiv di Roma nel progetto Ceas – Cittadinanza europea solidale. Una parentesi rispetto al lavoro di mediatrice culturale che svolge dal 2003 all?Istituto comprensivo statale di Casarano in provincia di Lecce.
Tornerà in Kurdistan? «Spero di lavorarci. Vorrei che il mio interesse diventasse una professione ed è per questo che ho scelto di specializzarmi sulle tematiche della politica internazionale e della cooperazione allo sviluppo».
Info: www.focsiv.it
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.