Non profit

Una coop socialeper il Cptdelle polemiche

immigrazione Il "caso" della struttura di Gradisca

di Redazione

da pagina 4
Vita: L’ufficio del Terzo settore, che negli altri Paesi d’Europa non esiste, è un prodotto del governo laburista. Che ne sarebbe della sua mission e del suo budget se alle prossime elezioni vincessero i conservatori?
Kyle: Non credo che lo smantellerebbero. Quando è diventato leader dei conservatori, David Cameron ha dichiarato di puntare molto sul non profit. Di recente, tuttavia, il suo portavoce ha detto che il terzo settore deve superare il materialismo. Un’uscita che fa temere tagli di fondi per la società civile. E un depotenziamento o trasferimento dell’ufficio del Terzo settore. I conservatori, inoltre, sono assolutamente contrari a modificare la legge che impedisce alle charity di fare politica. Io penso, invece, che debba essere abolita.
Vita: Il non profit americano la sta, di fatto, violando: molte sigle sono scese in campo per influenzare la corsa verso la Casa Bianca.
Kyle: Penso che stiano sbagliando perché questa discesa in campo rischia di modificare la percezione che la gente ha delle organizzazioni non profit, la fiducia che ripone in loro. La ragione per cui vorrei abolire la legge è un’altra: discrimina le sigle più piccole che potrebbero voler impiegare un budget limitato a cambiare politiche sociali con diretto effetto sul territorio piuttosto che in campagne di sensibilizzazione.
Vita: Come sarà il non profit inglese tra cinque anni?
Kyle: Fiero di essere sempre più professionale. Più preparato a pianificare i suoi interventi sul lungo periodo e anche meglio retribuito.
Vita: Crede che il boom dell’impresa sociale porterà alla scomparsa delle associazioni tradizionali?
Kyle: No. Ma una cosa è certa: l’intero settore deve diventare più imprenditoriale. Il tempo in cui poteva pensare di contare solo sulla filantropia e sui fondi pubblici è finito. La società civile deve cambiare attitudine e imparare a pensare in un’ottica imprenditoriale.
Vita: In futuro le charity inglesi dovranno provare di avere un reale impatto sociale attraverso il “public benefit test” che lei stesso a contribuito a creare lavorando sul Charities Act 2006. Pena la perdita dello status di non profit. Che effetto avrà il test sul terzo settore?
Kyle: Non ci sarà il cambiamento radicale chiesto dalla sinistra estrema, secondo cui i grandi atenei e college come Eton dovrebbero perdere lo status di non profit: non succederà, perché queste istituzioni hanno ingenti budget da investire sul sociale. Il test avrà però un impatto significativo. Perché porterà piccole sigle che lavorano sulle stesse emergenze a fondersi per avere un vero impatto sul territorio e perché elimina il diritto automatico di enti religiosi o impegnati nel campo dell’educazione a poter godere dello status di non profit e relativi benefici fisicali. Diritto che risale alla precedente legge sulle charity, vecchia di 400 anni.

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