Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Una firma? Basta un clic

È l’ultima frontiera della sburocratizzazione. Consentirà l’autentificazione di documenti senza muoversi da casa

di Franco Bomprezzi

C rittografia a chiavi pubbliche: non è un nuovo gioco della ?Settimana enigmistica?, è l?ultima frontiera della sburocratizzazione della pubblica amministrazione. Dietro questa formula magica, infatti, si nasconde un obiettivo ambizioso anche se irto di ostacoli: consentire, anche nei documenti pubblici, l?uso della ?firma digitale?, ossia dare autenticità anche ai documenti prodotti per via telematica, privi dunque della classica firma a mano. A studiare le procedure e a garantirne – almeno in partenza – un notevole livello di sicurezza, è la task force dell?Aipa, l?Autorità per l?Informatica nella Pubblica Amministrazione, che ha elaborato un poderoso studio tecnico per dimostrare la fattibilità di un sistema di firma digitale ?a doppia chiave?. Come dire, una specie di codice di apertura di una cassaforte: la prima chiave è pubblica (cifre e simboli consultabili in un archivio telematico a seconda del tipo di certificazione), la seconda chiave è nota solo a chi ?firma?. Un calcolo basato sugli algoritmi dimostra la quasi totale impossibilità di individuare la chiave segreta. Questo dovrebbe, almeno in teoria, scongiurare l?assalto dei falsificatori, anche se ovviamente su questo aspetto la cautela è d?obbligo. La certezza assoluta dell?intangibilità del nuovo metodo al momento non può essere garantita. E comunque è già all?opera un gruppo di lavoro già collaudato nella lunga battaglia contro gli hackers nella Rete. Inutile dire che il ministro della Funzione Pubblica, Franco Bassanini, che ha presentato di recente il progetto, punta molto su questa carta per snellire le lungaggini della pubblica amministrazione e, naturalmente, per risparmiare un bel po? di miliardi. Il passe-partout di questa minirivoluzione è la legge 59 di riforma della pubblica amministrazione, che, all?art.15, equipara, infatti, il documento informatico, sottoscritto con l?uso della cosiddetta firma digitale alla scrittura privata e lo considera informazione ?primaria e originale?. Il risparmio stimato dal ministro Bassanini è enorme: almeno un quarto delle attuali spese burocratiche, come dire dai dieci ai quindicimila miliardi all?anno. Nascerà inoltre una nuova figura professionale, il ?certificatore?, ossia colui che dovrà garantire la corretta gestione del sistema di firma digitale, anche se, contemporaneamente, scompariranno altri tipi di operatori ?manuali? negli archivi dei ministeri. Il campo di potenziale applicazione è smisurato: dalla partecipazione ai bandi di concorso pubblici all?acquisto di un appartamento o di un?automobile, alla costituzione di una società. Il tutto sarà possibile – in teoria entro cinque anni – senza muoversi da casa, comodamente seduti davanti al proprio personal computer collegato ad un normalissimo e semplicissimo modem. Interessante pensare che questo tipo di agevolazione burocratica potrebbe immediatamente essere utilizzato da tutte quelle persone, e sono tante, che hanno problemi seri di firma manuale (disabili gravi, non vedenti, ecc.). Che stia nascendo davvero la ?tecnoburocrazia? dal volto umano?


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA