Welfare

Una firma per i nuovi italiani

Due progetti di legge de «L'Italia sono anch'io» per i diritti degli stranieri. Domani la raccolta in tutte le città

di Redazione

Una firma per i nuovi italiani. È quello che chiedono i promotori della campagna «L’Italia sono anch’io». Per sabato 19 novembre hanno organizzano la seconda giornata nazionale di raccolte firme a sostegno di due progetti di legge di iniziativa popolare sul tema dei diritti di cittadinanza e del diritto di voto alle elezioni amministrative per i cittadini di origine straniera.

«Un appuntamento ancora più rilevante alla luce delle parole pronunciate martedì scorso dal Presidente della Repubblica che si è detto convinto di come i ragazzi venuti con l’immigrazione facciano parte integrante del nostro paese e rappresentino un motivo di speranza per il futuro di tutti. Un incoraggiamento per i promotori della campagna a continuare con rinnovato slancio nel loro impegno», spiegano gli organizzatori.

A Roma, Milano, Bologna, Caserta, Lecce, Palermo, Sassari e in tante altre città si promuoveranno iniziative di presentazione della campagna e di raccolte delle firme, per avvicinarsi all’obiettivo delle 50 mila necessarie per depositare le proposte di legge in Parlamento. La campagna è promossa tra le altre da Acli, Arci, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunita’ d’accoglienza, Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes e Libera.

«Sono convinto che i bambini e i ragazzi venuti con l’immigrazione facciano parte  integrante  dell’Italia  di  oggi  e  di domani, e rappresentino una grande  fonte  di  speranza e di energia. A tutti gli adulti e gli anziani il compito di realizzare questo futuro – aveva detto Giorgio Napolitano il 15 novembre nel corso dell’incontro con i nuovi cittadini italiani celebrato al Quirinale – Dobbiamo essere fieri del fatto che, pur mantenendo un legame con le  origini,  essi  esprimano  la  volontà  di  diventare italiani Dobbiamo sentire una forte responsabilità e un preciso dovere di non deludere questa fede nell’Italia».

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