Famiglia
Una giornata tipo in istituto
Basta mettere piede nellingresso per capire che allIstituto di accoglienza per minori delle suore Benedettine di Voghera qualcosa sta cambiando
di Redazione
Basta mettere piede nell?ingresso per capire che all?Istituto di accoglienza per minori delle suore Benedettine di Voghera, l?ultimo classificato come tale in Lombardia, qualcosa sta cambiando. L?odore di intonaco fresco e le impalcature parlano del suo rinnovamento.
La 149 qui ha imposto una suddivisione in tre comunità di accoglienza, composte ognuna da 10 ragazzi (sui 30 totali ospitati). «Ci sono importanti modifiche strutturali da fare», spiega la direttrice, suor Maria Paola Magugliani. «Bisogna inserire pareti divisorie e creare ex novo lo spazio per una cucina».
Per dare un?atmosfera vivace e familiare, suor Maria Paola per le pareti ha scelto colori forti come il verde intenso e il giallo canarino. Ma la vera novità, al di là degli interventi edilizi, sta nella ?ristrutturazione organizzativa?: pranzo, cena e colazione saranno consumati nelle singole comunità. «Una volta chiusa la porta d?ingresso», spiega la direttrice, «si organizzeranno autonomamente come se fossero appartamenti nel medesimo condominio».
Il cambiamento inciderà anche sulla routine quotidiana. Al pomeriggio, assolti i doverosi obblighi scolastici, le cose da fare, sia dentro che fuori dall?istituto sono tantissime. C?è chi rimane in casa e si dedica ai laboratori di falegnameria e pittura, chi fa corsi di yoga, chi va in piscina (interna alla struttura) o si prepara per il prossimo concerto gospel (il coro dell?istituto va fortissimo: ha già fatto concerti in giro per l?Italia).
E chi, invece, partecipa alla vita della città, frequentando corsi di danza o calcetto o andando in oratorio. Alle 19 e 30 si cena. E poi, serata a base di tv, libri o giochi, da organizzare liberamente con i propri educatori. Uscite serali? Suor Maria Paola non avrebbe nulla in contrario, almeno per quel che riguarda i più grandi ma… «il problema è che Voghera non offre molto» spiega. E così i ragazzi, quasi sempre preferiscono rimanersene in istituto, con i loro amici. «Qui abbiamo molto spazio», continua, «anche noi siamo una risorsa per il territorio». (D.V.)
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