Si parlerà molto di famiglia nelle prossime settimane, visto che la Giornata mondiale è ormai alle porte. Per questo è importante capire alcune tendenze che annunciano cambiamenti profondi. La famiglia è un organismo vitale che si definisce in rapporto a ciò che le sta attorno e ai mutamenti storici e culturali in cui è immersa, assumendo, nel tempo e nello spazio, forme anche molto diverse. Ad esempio, nel passaggio dalla società agricola a quella industriale, la famiglia da allargata ? secondo le esigenze del lavoro nei campi ? è diventata nucleare, adattandosi alla nuova vita urbana e alla fabbrica. Mentre, dal punto di vista dei rapporti interni, nel corso del 900 si passa dalla famiglia patriarcale a forme più paritarie e, potremmo dire, emozionali.
Oggi la famiglia è al centro di nuove radicali trasformazioni, Una in particolare: quella che deriva dal cambiamento del ruolo femminile nella società e, più specificatamente, dell’accresciuto livello di istruzione delle giovani donne.
Ancora mezzo secolo fa, la famiglia nasceva con una struttura della scolarità ben chiara: l’uomo deteneva un capitale formativo maggiore che si traduceva poi in un suo migliore inserimento nel mercato del lavoro, con una precisa divisione dei ruoli.
Per le coorti generazionali che hanno meno di 35 anni, la situazione si è oggi ribaltata: le ragazze, infatti, hanno superato i loro coetanei maschi nel rendimento scolastico e detengono titoli di studio mediamente più elevati.
Questo vuol dire che sempre più spesso le nuove famiglie nasceranno con una struttura inversa a quella a cui eravamo abituati, laddove sarà la donna a disporre di un capitale formativo più elevato. La trasformazione, tutt’altro che di poco conto, porterà con sé almeno due conseguenze. La prima riguarda la natura delle relazioni coniugali che dovranno essere ripensate: il modello tradizionale in cui l’uomo comanda incontrerà sempre maggiori difficoltà. La trasformazione sarà tutt’altro che semplice, tenuto conto delle resistenze culturali che esistono nel modificare compiti richiesti dalla vita famigliare. Ancora oggi sappiamo che il lavoro di cura è distribuito in modo asimmetrico, ricadendo in larga parte sulle spalle della donna.
La seconda conseguenza riguarderà, invece, le implicazioni economiche: se, da un lato, nessuna società potrà permettersi di non valorizzare la qualificazione professionale acquisita dalla componente femminile, dall’altro è chiaro che dovranno essere costruite nuove forme di flessibilità lavorativa e di servizi di cura che rendano possibile nuove forme di vita famigliare.
Tutto ciò avrà un impatto importante sulla famiglia. Che si dovrà ristrutturare. Ridefinendo ancora una volta i ruoli e i rapporti al proprio interno. Un processo che non sarà indolore, che richiederà del tempo e che, soprattutto, avrà bisogno della elaborazione di nuovi modelli capaci di non dimenticare la caratteristica distintiva della famiglia, che è un patto esistenziale in grado di legare tra loro le generazioni. Da qui deriveranno poi anche gli accorgimenti organizzativi e istituzionali necessari per permettere alla famiglia di continuare a svolgere il proprio ruolo, pur nel cambiamento di alcuni suoi aspetti.
Come ogni organismo vivente, la famiglia può attraversare il tempo se, evitando di fossilizzarsi, riesce a rimanere se stessa adattandosi al meglio al mondo circostante e, in questo modo, continuando ad umanizzarlo.
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