Cultura
Una settimana da inviato speciale per Vita
Il regista di "Vecchie" e "Volti", Daniele Segre, a Venezia per la 61° mostra del cinema in veste speciale: come inviato per VITA. Il diario di un professionista fra aneddoti, incontri e curiosità
Fra un paio di giorni ritornerò al Lido di Venezia, questa volta nel ruolo d’inviato per VITA e vi assicuro che sono almeno un paio di giorni che ci sto pensando con grande trepidazione e preoccupazione. Come regista il mio incontro con il festival di Venezia è iniziato nel 1983 con “Testadura”, e poi è proseguito sino al 2002, per ora, con “Vecchie” (ci sono andato con tredici film) e posso dire che ogni volta le emozioni, le tensioni e le aspettative, sono sempre state molte. Un festival ti può cambiare la vita, come nelle olimpiadi: arrivi che nessuno ti conosce e puoi ripartire con l’emozione di un applauso, di un articolo, di una fotografia che aiuta a capire che forse, grazie al cinema, la tua vita sta cambiando. Venezia per me è stato sempre un festival che mi ha portato fortuna e che mi ha aiutato a convincermi che poteva, il cinema, anche con grande fatica e resistenza, diventare il mio lavoro. I giornalisti e i critici li ho sempre vissuti come necessità per esistere e per capire, anche se a volte, ancora oggi, mi chiedo quale è l’ispirazione che li porta a incrociare la tua strada o a ignorarti senza un motivo preciso. Da giovedì sarò dunque in questa veste inconsueta, ma molto interessante che mi costringerà, era ora, ad occuparmi anche con grande attenzione di tutto quello che ho quasi sempre ignorato preso dalle preoccupazioni di far parlare del mio lavoro.
Stavolta, grazie a VITA, osserverò di più gli altri e le loro opere, li ascolterò con un’atteggiamento diverso e già questa prospettiva mi eccita e credo mi aiuterà ad analizzare meglio “lo stato delle cose” del cinema italiano in mostra a Venezia. Confido nella vostra benevolenza e spero di tenervi per qualche giorno un pò di compagnia.
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