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Uno spazio di aggregazione? Ce l’ha solo l’1% dei ragazzi italiani

Con i Bambini ha finanziato con 20 milioni di euro 28 progetti per la creazione di “spazi aggregativi di prossimità”. Dopo lo slancio dei primi anni Duemila, oggi a frequentare dei centri aggregativi sono appena 11,3 ragazzi ogni mille minori residenti in Italia

di Sara De Carli

I Cag sono morti, lunga vita ai Cag. Diamogli il nome che vogliamo e immaginiamoli in maniera nuova, ma servono urgentemente spazi per i giovanissimi, che oggi possono ritrovarsi sostanzialmente solo in spazi commerciali. Sono 28 (su 418 candidature ricevute) i progetti selezionati attraverso il bando “Spazi aggregativi di prossimità”, promosso dall’impresa sociale Con i Bambini e finanziati con 20 milioni di euro dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (qui gli esiti ): l’obiettivo è promuovere il protagonismo e la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze, offrendo loro spazi di socializzazione. Spazi che oggi mancano come il pane. 

Il contesto

Inizialmente sostenuti con i fondi per il contrasto della criminalità giovanile e della prevenzione nell’uso di droghe, gli spazi per i giovani hanno conosciuto un periodo di rinnovato fermento con l’entrata in vigore della legge 285/97, tramite la quale è stato istituito il Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza. Con quel provvedimento si ebbe un cambio di paradigma nell’approccio alla questione giovanile, passando da un’ottica emergenziale, di prevenzione del disagio e dell’emarginazione giovanile, ad una di promozione del benessere e di crescita dei giovani attraverso l’organizzazione del tempo libero. A partire dagli anni Duemila sono stati implementati su tutto il territorio nazionale circa 900 progetti sociali legati all’aggregazione giovanile. Nonostante abbiano una storia ormai ventennale, in Italia però non esiste ancora né un registro nazionale dei centri di aggregazione, né una stima del loro numero: ad oggi, essi non trovano un inquadramento in una legge nazionale, ma vengono regolamentati a livello regionale. Secondo i dati elaborati da Openpolis per l’Osservatorio Con i Bambini in un dossier dedicato, a frequentare dei centri aggregativi sono 11,3 ragazzi ogni mille minori residenti in Italia, ovvero poco più dell’1%. La punta massima è nel nord-est, con 26,4 utenti ogni mille minori residenti, seguito dalle isole (11,6 utenti), mentre nel sud continentale si contano appena 2,4 utenti ogni mille minori residenti. Tu chiamala, se vuoi, condanna alla solitudine.

L’obiettivo del bando

Nasce in questo contesto, a inizio 2022, il bando“Spazi aggregativi di prossimità” promosso da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’obiettivo del bando è promuovere il protagonismo e la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze, offrendo loro spazi e opportunità di crescita e socializzazione, soprattutto nei luoghi dove questi sono più scarsi o di difficile accesso per gli adolescenti con vulnerabilità. Dei presidi territoriali che svolgano una duplice funzione educativa e aggregativa in favore di giovani di età compresa tra 10 e 17 anni, nell’ottica di sviluppare competenze sociali, emotive e relazionali. 

«Lo spazio aggregativo di prossimità dovrebbe dunque essere inteso non come un servizio specializzato in una problematica e rivolto ad un’utenza predefinita, ma come luogo di incontro dove, con l’aiuto di operatori qualificati, si approfondisce la conoscenza di sé e degli altri e si incontrano opportunità di crescita personale mediante percorsi multidimensionali», si leggeva nel bando. «Investire sui presidi significa dare concretezza a politiche per i giovani che altrimenti rischiano di restare sulla carta».

Gli esiti

Diversi progetti prevedono percorsi individualizzati volti a supportare ragazzi e ragazze più fragili nella crescita educativa e nella ricerca del proprio benessere. Nel dialogo informale che si realizza all’interno del centro di aggregazione tra l’équipe e gli utenti, i professionisti intercetteranno infatti adolescenti con situazioni di particolare fragilità e li accompagneranno e orienteranno ai servizi che il territorio di intervento o il partenariato stesso offrono.I progetti promuovono la creazione, intorno agli spazi aggregativi, di percorsi di apertura al territorio, di supporto alle famiglie, con un approccio di rete per rispondere alle sfide multidimensionali dell’adolescenza. Per le iniziative selezionate è prevista una valutazione di impatto, che sarà realizzata da LAMA impresa sociale. Qui gli esiti.

Foto di Priscilla Du Preez su Unsplash


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