Non profit

Uno statuto corretto passepartout per gli Albi

Cosa richiedono le legge speciali del non profit

di Redazione

Perché uno statuto ben congegnato è uno strumento imprescindibile per le non profit? Le ragioni non mancano: facilitare le procedure per il riconoscimento della personalità giuridica e per l’iscrizione negli Albi, nei Registri e nelle Anagrafi creati negli ultimi vent’anni con leggi speciali (volontariato, onlus, cooperative sociali ecc..); dare una disciplina chiara delle regole interne alle organizzazioni, riducendo incertezze e conflitti e garantendo il buon funzionamento degli organi. Infine, rappresentare l’organizzazione verso l’esterno, come un biglietto da visita, sia verso gli stakeholders che verso gli istituti finanziari quando si chiede credito. Eppure, nella pratica professionale mi trovo troppo spesso a modificare statuti per recepire i rilievi degli enti preposti all’iscrizione in Albi e Registri, o a fornire alle onp interpretazioni del loro stesso statuto, non scritto in modo chiaro o carente su alcune questioni importanti (è possibile rilasciare deleghe da parte degli associati per le assemblee? È ammissibile un’assemblea totalitaria per un’associazione se lo statuto non la prevede?). Rispondere a queste domande non è scontato, dal momento che il Codice civile ha pochissime norme dedicate: ciò rende insufficiente anche il classico rinvio «alle norme di legge in materia». In tanti casi proprio lo statuto, unitamente alla normativa fiscale, diventa l’unico punto di riferimento.
Per accompagnare la crescita del non profit, individuare una corretta struttura interna e buoni meccanismi di funzionamento è sempre più importante, anche ricorrendo a professionisti qualificati e auspicabilmente specializzati in materia di non profit. Con il loro apporto, lo statuto diventa tailor made, incarnando al meglio la diversità di situazioni, di esigenze, di finalità possibili, e ancora le attività, le dimensioni, le soluzioni di governance che si possono adottare. È importantissimo, soprattutto nelle organizzazioni maggiori, equilibrare rapporti e competenze tra assemblea e organo di gestione o tra organi di gestione e di controllo, contemperando le ragioni di “efficienza e durata” tipiche delle organizzazioni societarie con quelle “motivazionali” che sono il corredo genetico delle onp, come evidenzia il Libro Bianco sul terzo settore. Altri passaggi cruciali: conciliare democraticità e trasparenza (richieste dalle leggi speciali) con la responsabilità di chi amministra; prevedere un organo di controllo interno o esterno anche per realtà piccole, per la verifica dei conti ma anche del rispetto delle norme di legge e di statuto e del corretto funzionamento degli organi amministrativi.

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