Mondo
Uzbekistan: una donna ha cancellato la pena di morte
È Tamara Chikunova, madre di un condannato giustiziato nove anni fa
di Redazione
Tamara Chikunova vive a Tashkent, capitale dell?Uzbekistan. Suo figlio Dmitrij, condannato a morte nel 1999, venne fucilato il 10 luglio del 2000. Aveva 29 anni. Tamara non fu avvertita dell?esecuzione, dunque non riuscì neppure a salutarlo un?ultima volta.
In seguito alla sua tragedia familiare decise di fondare l?associazione pubblica Madri Contro la Pena di Morte e la Tortura assieme ad altre donne che come lei hanno perduto i propri figli con una esecuzione capitale e ad altre persone di diverse professioni e ceti sociali semplicemente contrarie alla pena di morte e determinate con coraggio a condividere con lei la stessa battaglia per la sua abolizione. L?associazione Madri contro la Pena di Morte e la Tortura è sostenuta lavora assieme alla Comunità di Sant?Egidio dalla sua nascita ed è associata alla Comunità di Sant?Egidio, che la rappresenta nel comitato esecutivo della coalizione Mondiale contro la Pena di Morte. Le iniziative locali e internazionali dell?associazione Madri contro la Pena di Morte e la Tortura sono una parte significativa della Campagna Mondiale per una Moratoria Universale e per l?Abolizione della Pena Capitale promosse dalla Comunità di Sant?Egidio.
Grazie a questo lavoro, con la creazione di un Soccorso Legale di qualità, Tamara Chikunova e l?Associazione delle Madri hanno contribuito finora a salvare 21 condannati alla pena capitale, e hanno innescato il processo che ha portato all?abolizione della pena di Morte in Uzbekistan.
Tutto ciò malgrado la libertà personale e la stessa vita di Tamara Chikunova corrano seri rischi ?più volte ha ricevuto minacce da agenti di polizia e da ignoti- ed abbia dovuto affrontare enormi sacrifici personali. Nella sua battaglia per l?abolizione della pena di morte in Uzbekistan ha investito tutti i suoi beni, anche finanziari. L?organizzazione da lei fondata, dotata di scarsissimi mezzi, si regge su basi del tutto volontaristiche, coinvolgendo circa una ventina di persone: madri, padri, sorelle e fratelli di condannati a morte, nonché ragazzi, uomini e donne che sostengono la sua causa per pura solidarietà.
Nel settembre 2003, Tamara Chikunova, con la sua organizzazione fatta di donne miti, ma tenaci e determinate, ha inaugurato la campagna per il raggiungimento di una moratoria della pena di morte in Uzbekistan. Gli inizi simboleggiano la fatica di questa campagna: la conferenza stampa inaugurale è stata vietata dalle autorità per la ?mancata iscrizione al registro delle associazioni pubbliche? dell?organizzazione. Legalizzazione a lungo negata dalle autorità. Numerose le perquisizioni da parte della polizia, fino all?accusa pretestuosa di ?favoreggiamento della prostituzione?, rivelatasi, ovviamente, infondata.
La Comunità di sant?Egidio ha promosso una campagna di sostegno internazionale e significativi sono stati gli interventi delle diplomazie italiana ed europee a Tashkent, nella creazione di una rete di attenzione internazionale e sostegno locale che si è rivelata decisiva, per la vita di Tamara Chikunova e il lavoro dell?Associazione.
Il 1° luglio 2004, Tamara Chikunova, per la sua opera meritoria, è stata insignita a Roma del premio Colomba d?Oro per la Pace, conferitole dall?istituto di studi politici internazionali Archivio Disarmo. Al ritorno, è stata vietata la conferenza stampa che dava l?annuncio della prestigiosa onorificenza internazionale.
In Uzbekistan, la pena capitale è rimasta a lungo un segreto di stato: i familiari dei condannati non potevano visitare i condannati, né erano messi al corrente dell?esecuzione o del luogo della sepoltura. Verosimilmente, anche per nascondere le tracce di eventuali torture praticate. E ciò malgrado l?Uzbekistan abbia recepito nel proprio ordinamento giuridico l?articolo 17.8 del Documento di Copenhagen del 1990, che obbliga gli stati aderenti all?Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) a ?rendere pubbliche le informazioni riguardanti l?utilizzo della pena di morte?.
Tamara Chikunova, assieme a Dilobar Khudajberganova, sorella di un condannato a morte, nell?autunno 2004 (Ottobre-Dicembre) ha intrapreso un lungo tour che ha toccato le maggiori città d?Europa e d?Italia, durante il quale ha potuto far conoscere più apertamente la drammatica realtà della pena di morte nel suo Paese. Al loro ritorno, le pressioni dei servizi segreti e della polizia uzbeki si sono intensificate. Dilobar ha ricevuto esplicite minacce di morte se avesse continuato a ?propagandare azioni contro lo stato?.
In Germania, nel settembre 2005, Tamara Chikunova è stata insignita del Premio Norimberga per la sua strenua battaglia civile. Nel 2006 ha subito un?aggressione, ma l?attentatore è stato arrestato in tempo. Dal 2005 il Governo dell?Uzbekistan ha avviato un processo di abolizione della pena di morte in più tappe, da concludersi entro il 31 dicembre 2007. Il 1 gennaio del 2008 la Corte Suprema ha ratificato l?abolizione definitiva, confermando gli impegni presi.
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