La settimana dell'immunizzazione

Vaccini: nessuno sia lasciato indietro

Patologie evitate, milioni di vite salvate. Se ne parla in occasione della "Immunization Week". Le epidemie di malattie prevenibili con un vaccino sono in aumento in tutto il mondo. Serve uno sforzo per una copertura vaccinale elevata ed equa. Pubblicate le prime indicazioni europee per rafforzare la vaccinazione in carcere, il progetto è stato guidato dall'Università di Pisa

di Nicla Panciera

Nell’ultimo mezzo secolo, i vaccini hanno salvato 154 milioni di vite, 6 al minuto, ogni giorno. L’accesso universale ai vaccini è dunque fondamentale ma richiede l’impegno di tutti in un’ottica di salute globale tanto minacciata di questi tempi. Sensibilizzare le persone sull’importanza dei vaccini e della necessità di garantirli a tutte le fasce di popolazione in ogni paese è uno degli obiettivi di questa edizione della settimana europea dell’immunizzazione che si celebra in tutto il mondo dal 24 al 30 aprile, e in Europa fino al 3 maggio. Lo slogan di quest’anno è, infatti, «l’immunizzazione per tutti è umanamente possibile» proprio per mettere l’accento sull’urgenza di garantire una copertura vaccinale elevata ed equa in tutte le comunità, senza lasciare indietro nessuno.

Milioni di vite salvate dai vaccini

Questa iniziativa globale è promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Oms in collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia Unicef e la Global Alliance for Vaccine Immunization Gavi che chiedono con urgenza ai genitori, all’opinione pubblica e ai politici di rafforzare il sostegno alle vaccinazioni. In Africa l’aumento della copertura vaccinale sta contribuendo a proteggere milioni di persone da malattie potenzialmente letali come morbillo, poliomielite e cancro della cervice uterina, spiega in una nota Gavi. Nel 2023, la vaccinazione ha salvato almeno 1,8 milioni di vite nella regione africana e complessivamente 4,2 milioni di vite nel mondo.

Epidemie in aumento nel mondo

I vaccini sono una delle più grandi conquiste dell’umanità e ci proteggono da più di 30 malattie potenzialmente letali. «I vaccini hanno salvato più di 150 milioni di vite negli ultimi cinquant’anni», ha dichiarato il Direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. «I tagli ai finanziamenti per la salute globale hanno messo in pericolo questi risultati faticosamente raggiunti. Le epidemie di malattie prevenibili con un vaccino sono in aumento in tutto il mondo, mettendo a rischio vite umane ed esponendo i Paesi a costi maggiori per il trattamento delle malattie e la risposta ai focolai. I Paesi con risorse limitate devono investire negli interventi a più alto impatto, tra cui i vaccini».

Potenziare vaccinazioni in carcere

Tra le popolazioni potenzialmente vulnerabili vi è quella carceraria. Proprio durante la settimana delle vaccinazioni sono state pubblicate le prime indicazioni a livello europeo per potenziare i servizi vaccinali negli istituti penitenziari. Il documento, intitolato «Strengthening vaccination services in prison settings: Public health guidance» è il risultato del progetto europeo Rise-Vac (Reaching the hard-to-reach: increasing access and vaccine uptake among prison populations in Europe), finanziato dal terzo Programma Salute dell’Unione Europea. La coordinatrice di Rise-Vac è Lara Tavoschi, professoressa di igiene e medicina preventiva dall’Università di Pisa, affiancata da Erica De Vita, ricercatrice e da un gruppo di assegniste e specializzande tutte del dipartimento di ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in medicina e chirurgia. «Queste indicazioni sono un passo avanti fondamentale per la promozione della salute pubblica in contesti caratterizzati da elevata vulnerabilità» spiega Tavoschi. «I principali benefici attesi dalla loro adozione sono l’aumento della copertura vaccinale tra le persone detenute, il miglioramento dell’equità e dell’accesso alle cure, il rafforzamento della continuità assistenziale post-detenzione, nonché un coinvolgimento attivo di personale e detenuti tramite strumenti educativi mirati».

Il progetto ha coinvolto nove istituzioni partner in sei paesi europei (Italia, Regno Unito, Francia, Germania, Cipro e Moldova). Le raccomandazioni sono già state presentate alle istituzioni sanitarie e penitenziarie dei paesi coinvolti, dove sono in corso le prime applicazioni pilota. Uno degli elementi distintivi del progetto RISE-Vac è stata infatti lo studio sul campo che ha coinvolto vari istituti penitenziari con un approccio fortemente partecipativo. Detenuti e personale penitenziario, ad esempio, sono stati attivamente coinvolti nella co-creazione di materiali educativi multilingue – tra cui video, opuscoli e percorsi formativi – disponibili gratuitamente sul sito del progetto.

Foto dei CDC su Unsplash

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