Cultura
Vaticano: no alla pena di morte
Secondo mons. Marchetto con la moratoria si è aperta una nuova stagione in cui «la cultura della vita è più condivisa»
di Redazione
La Chiesa cattolica «guarda con estremo favore e con grande speranza alla mobilitazione internazionale che ha come obiettivo finale quello di cancellare da tutti gli ordinamenti giuridici e statuali la pena capitale». Lo ha affermato il segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, monsignor Agostino Marchetto, durante il Congresso internazionale dei Ministri della Giustizia convocato ieri a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio.
Il presule ha spiegato che la Santa Sede loda il movimento a favore dell’abolizione della pena di morte, soprattutto dopo la moratoria sulle esecuzioni approvata dalle Nazioni Unite nel dicembre scorso.
La firma della moratoria, ha osservato, fa capire che la cultura della vita oggi è «più condivisa universalmente, nonostante continue minacce e derive violente».
Il provvedimento, ha aggiunto, ha aperto «una stagione di riflessione, di esame, di controllo sulle espressioni migliori della giustizia penale atta a garantire efficacemente ordine pubblico e sicurezza delle persone, e al tempo stesso sia più conforme alla dignità dell’uomo, anche di quella del condannato».
Ad ogni modo, ha riconosciuto, la Chiesa «è consapevole della complessità della cosa e della necessità di procedere con decisione ed anche gradualità».
Per questo, monsignor Marchetto ha espresso la sua soddisfazione per l’aumento dei Paesi abolizionisti in Africa, che «sono cresciuti e sono arrivati a 13, mentre quelli che applicano una moratoria de facto sono 23». A suo avviso, si tratta di «un fatto di rilevanza straordinaria per un’area geografica del mondo scrutata sempre dai grandi analisti internazionali con occhio scettico o pessimista».
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