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Venezuela: 21 detenuti si suicidano per protesta

L’agitazione era stata organizzata per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media sui trattamenti disumani nei confronti dei carcerati messi sistematicamente in atto dalle autorità penitenziarie

di Redazione

La situazione delle carceri è complicata ovunque, ma quanto successo nel Centro di Reclusione David Viloria, nell’Ovest del Venezuela, è estremamente drammatico e deve necessariamente far riflettere.

La cronaca dei fatti registra almeno 21 detenuti morti per aver ingerito nel corso di una protesta un cocktail letale di farmaci. Tra questi 17 erano nel Centro di Reclusione David Viloria, noto come carcere di Uribana (stato di Lara), mentre 4 sono morti, sempre per un’intossicazione da farmaci, nella prigione di Maracay (Aragua) nella quale sarebbero stati trasferiti, sembra, da Uribana.

La rivolta dei detenuti era in atto da qualche giorno e una buona parte di loro era entrata in sciopero della fame da inizio settimana. La protesta era stata organizzata per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media sui trattamenti disumani nei confronti dei carcerati messi sistematicamente in atto dalle autorità penitenziarie.

L’insurrezione è degenerata quando un gruppo di detenuti, tra i più facinorosi, ha preso d’assalto l’infermeria impadronendosi di varie tipologie di farmaci che poi sono serviti per confezionare il micidiale cocktail.
Il bilancio di questa drammatica protesta annovera anche un elevato numero di detenuti intossicati, forse 140, attualmente in cura all’interno del penitenziario. I farmaci ingeriti sono stati antibiotici, anti-ipertensivi, anti-epilettici e alcol puro; sembra che almeno tre morti siano state causate dall’assunzione di grandi quantità del potente farmaco anti-convulsioni denominato Revotril.  

Il controllo della situazione è stato ripreso dall’autorità carceraria soltanto dopo l’intervento della famigerata guardia nazionale, entrata nel carcere con un imponente schieramento di uomini.

Le notizie circa il numero delle vittime e degli intossicati sono state rese note da una locale Ong e discordano con quelle governative che parlano di 13 morti. Inoltre il comunicato del Ministerio de Servicios Penitenciarios  precisa che «il carcere di Uribana fa parte dei 70 centri di reclusione del Paese, dove viene applicato il nuovo regime penitenziario nazionale, che supera il vecchio modello del passato, caratterizzato dalle deplorabili condizioni di anarchia e violazione dei diritti umani».

Soltanto poco più di un anno fa, a gennaio 2013, era scoppiata sempre a Uribana un’altra sanguinosa rivolta che fece una sessantina di vittime.

Le carceri del Venezuela sono considerate tra le più violente del mondo come dimostra un rapporto dell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA) che, analizzando il 2011, evidenziava che la somma degli omicidi commessi dietro le sbarre in Messico, Brasile, Argentina e Colombia aveva causato 200 morti mentre, solo nelle carceri venezuelane nel 2011 i morti ammazzati erano stati 568.

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