Mondo

Vertice Fao: Oxfam manifesta con tiro alla fune

Nei giardini antistanti alla Fao, il 2 giugno sara' rappresentato un simbolico tiro alla fune tra un benzinaio e un contadino. Al centro della contesa alcune grandi pannocchie di mais.

di Redazione

Alla vigilia del vertice FAO, in programma dal 3 al 5 giugno a Roma, Oxfam International e Ucodep organizzano la loro prima azione dimostrativa per chiedere ai leader del mondo di agire subito e denunciando che “a causa della maggiore domanda di biocarburanti, il numero delle persone che soffrira’ la fame nel 2025 potrebbe aumentare di 600 milioni”.

Nei giardini antistanti alla Fao, il 2 giugno dalle 15,30 alle 18,30, sara’ rappresentato un simbolico tiro alla fune tra un benzinaio e un contadino. Al centro della contesa alcune grandi pannocchie di mais. Il mais, sottolinea Oxfam in una nota, e’ uno dei prodotti agricoli utilizzati per la produzione di biocarburanti, che sottraggono terreni alle coltivazioni tradizionali, contribuendo cosi’ all’aumento dei prezzi delle derrate.

Secondo le due ong, la crisi alimentare non e’ legata in modo diretto alla produzione: le scorte di cibo sarebbero sufficienti per sfamare l’intera popolazione mondiale. Si tratta invece, spiegano, di un problema di accesso che costringe 840 milioni di persone a convivere con la fame.L’aumento dei prezzi alimentari e’ legato a diversi fattori. Tra questi, la maggiore domanda di derrate esercitata da Cina e India e da altri paesi emergenti; la crescita della popolazione mondiale; la maggiore domanda di biocarburanti; l’aumento dei prezzi del petrolio e dei fertilizzanti.

Ci sono inoltre cause strutturali, come gli scarsi investimenti in agricoltura, la posizione dominante delle grandi multinazionali e l’inadeguatezza delle politiche agricole. A subire le conseguenze della crisi alimentare sono soprattutto le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, che spendono tra il 50 e l’80% del loro reddito per acquistare cibo. Sono in particolare le donne e i bambini i soggetti piu’ a rischio. Per contro, conclude la nota, il livello degli aiuti internazionali nel settore alimentare ha raggiunto il suo punto piu’ basso degli ultimi cinquant’anni.

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