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Viareggio, le ragioni della strage
L'indagine sulla tragedia del treno esploso nella città toscana è ancora il titolo principale dei giornali di oggi
di Redazione

Le vittime della tragedia di Viareggio salgono a 17. Intanto l’inchiesta giudiziaria prosegue. Sotto accusa la manutenzione del vagone della strage. Sarebbero emersi errori nella manutenzione.
- Oggi la rassegna stampa si occupa anche di:
- PACCHETTO SICUREZZA
- CRISI
- G8
- NUOVI SCHIAVI
- CSM
- AMBIENTE
- PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
- DISABILI
- USURA
- SALUTE
- CALCIO
“Una crepa nell’asse del treno” nel titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA si fa riferimento alla probabile causa del disastro di Viareggio (il bilancio delle vittime, dopo la morte di due bimbi, è salito a 17, a cui si aggiungono 21 feriti in gravissime condizioni). «Il ministro Matteoli ha riferito alla Camera che un asse del carro cisterna da cui è fuoriuscito il Gpl che ha provocato l’esplosione del treno merci si è spezzato e la superficie di rottura presenta tracce di ruggine». Da pag 2 a pag 9 i servizi interni. La ricostruzione dell’inchiesta è affidata a Giusi Fasano: «Ci è voluto almeno un anno e mezzo perché la crepa diventasse com’era lunedì sera, un istante prima del disastro. Almeno un anno e mezzo se si vogliono leggere i segni al ribasso. In realtà i grandi esperti italiani che sanno interpretare quei segni assicurano che gli anni sono due, forse di più. Qualcosa ha dato il via alla fenditura iniziale e il tempo ha fatto il resto. Cosa? Ruggine, per esempio». L’ultima revisione – ricostruisce il CORRIERE – è stata fatta il 2 marzo scorso dalla Cima Riparazioni a Bozzolo, in provincia di Mantova, gli assi però non sono stati controllati con gli ultrasuoni «perché non era previsto». Il quotidiano milanese propone anche un focus sul gruppo Gatx – “Il colosso mondiale che fa affari con i leasing” -, il secondo gruppo in Europa quanto a noleggio di vagoni cisterna con il 22% del mercato. Fra i clienti anche le nostre ferrovie dello stato. Infine a pag 9 parla Alberto Choivelli, capo dell’Agenzia per la sicurezza, da 20 anni al Ministero dei Trasporti: “«Siamo in pochi. I controlli? In un mese tre o quattro».
“Ruggine sul treno del vagone”. L’apertura di LA REPUBBLICA va dritta alla ricerca delle cause, mentre nell’occhiello si registra l’aumento delle vittime (ora 17). Alle pagine 2 e 3, l’inchiesta: “Ruggine sulla ruota del vagone nel mirino la qualità dei ricambi”. L’asse troncato di netto, un’ampia fessura parzialmente corrosa dalla ruggine: sarebbero queste le cause del deragliamento. L’inchiesta della procura prende le mosse da qui e dall’iter delle revisioni manutenzioni cui il carro, di proprietà della Gatx, è stato sottoposto. Secondo un tecnico di Rete Ferroviaria, Riccardo Antonini, intervistato di spalla, «il cedimento strutturale è avvenuto tra una ruota e l’asse che collega le ruote stesse tra di loro. In pratica l’asse si è staccato dalla ruota. Nel punto del distacco c’era la ruggine e i segni di una precedente saldatura abborracciata». Quanto alle cause, non si fa più manutenzione, si tagliano le risorse e gli uomini, spiega. seguono pezzi sui sopravvissuti, il loro dolore, il loro smarrimento e un viaggio nella stazione deserta. “I treni più vecchi, età media 22 anni e ai controlli mancano gli ispettori” è invece il titolo di un’inchiesta di Ettore Livini che riprende il tema della frequenza degli incidenti per analizzare lo stato delle nostrane Ferrovie. Le statistiche dicono che sono i più sicuri d’Europa: il numero degli incidenti gravi è sceso dai 202 del 1993 ai 19 del 2008. Lo conferma anche Marco Ponti, docente del Politecnico: «le Ferrovie negli ultimi anni hanno speso tanti soldi per la sicurezza». Però avverte il giornalista il rischio è che la crisi, le liberalizzazioni e i problemi di bilancio facciano abbassare la guardia. Minori investimenti, tagli al personale e pochissimi ispettori (dovevano essere 300, dipendenti dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, e invece sono solo 100).
IL GIORNALE apre le 4 pagine dedicate alla tragedia di Viareggio con la dichiarazione della società americana che ammette: «La responsabilità dei controlli è nostra». È l’unica frase che rompe il silenzio del gruppo proprietario del vagone esploso a Viareggio. Stefano Zurlo fa la cronaca di come ha cercato di mettersi in contatto con Johannes Mansbart responsabile della Gatx Rail Europe, dalla cui sede austriaca alla fine hanno fatto sapere che «sì, è vero la responsabilità è nostra». A quanto pare è stata la ruggine ad avere reso fragile il metallo e così un asse del vagone si è spezzato e un articolo sostiene che il « 2009 sarà l’anno record per gli incidenti, sono già otto, quanti furono nel 2008». Anche IL GIORNALE intervista il direttore della neonata Agenzia per la sicurezza ferroviaria Alberto Chiovelli che mette le mani avanti per eventuali futuri incidenti e indica pericoli e responsabilità. «Le tecnologie che permettono di controllare la marcia di un treno funzionano solo su 7.500 km di linea, ma la rete ne conta 16mila di km. Le imprese ferroviarie, Trenitalia compresa, non hanno dato adempimento a due direttive, di Bianchi e di Lunardi, che avevano fissato termini precisi per l’installazione di queste tecnologie di sicurezza. Entro la fine dell’anno la rete principale dovrebbe essere a regime, nella rete secondaria invece siamo in ritardo». Accuse precise anche in fatto di manutenzione: «Le principali cause di incidenti deriva dalle porte che non funzionano. Purtroppo le carrozze revisionate escono dalle officine ancora con lo stesso difetto. Non esiste un sistema di sanzioni per le imprese di manutenzione». Infine avverte: «La situazione più pericolosa è nella galleria fra Bologna e Firenze dove passa l’80% del traffico nazionale. È centenaria e sottodimensionata per il traffico attuale».
Il commento che parte in prima sulla STAMPA è affidato a Giuseppe Berta, “Viaggiare in un paese fragile”: «È chiaro che il dramma di Viareggio chiama in causa, come si è notato in molti commenti, una catena di responsabilità fattasi via via più complicata, man mano che è cresciuto il numero degli operatori coinvolti nel trasporto su rotaia. Un incidente di simili proporzioni solleva molti interrogativi sull’efficacia dei controlli che devono essere applicati a livello europeo e nazionale, sulla loro funzionalità reale e interdipendenza». Però, aggiunge Berta, «ripetiamo pure che il terribile incidente di Viareggio non è imputabile in alcun modo alle deficienze della rete. A patto però di aggiungere subito che la gran parte degli utenti non si sente rassicurata dalle statistiche sul calo degli incidenti diffusi da Trenitalia. La prima reazione di coloro che sono utenti regolari e frequenti delle ferrovie, dinanzi a un episodio catastrofico, di qualsiasi natura sia la sua origine, non è certo di sorpresa. Essi vi diranno piuttosto che se lo aspettavano, a motivo dello stato del trasporto su rotaia. Un atteggiamento che di sicuro sarà giudicato totalmente irrazionale da chi si trova alla guida delle ferrovie, ma che non di meno meriterebbe di essere considerato con qualche attenzione. (…) il disagio diventa, oltre una certa soglia, non soltanto un elemento serio di disaffezione, ma una fonte di insicurezza. Che non è lenito da un processo di modernizzazione del servizio, il quale non sembra andare a vantaggio della gran massa del pubblico. (…) Ciò che nuoce a Trenitalia, incrinandone la credibilità, è una politica degli annunci che fa a pugni col vissuto giornaliero di centinaia di migliaia di persone. Per recuperare credito occorrono, sì, nuovi criteri di sicurezza, ma altresì un’attenzione e una cura per gli utenti che finora le nostre ferrovie hanno trascurato». E anche le classifiche confermano queste sensazioni, come spiega l’articolo a pagina 8 di Paolo Baroni “Disastro-infrastrutture: «L’Italia come il Ghana»”: «L’handicap più grave del nostro Paese? Le infrastrutture, senza dubbio. Le classifiche internazionali sono impietose: l’ultima graduatoria stilata dal World Economic Forum ci piazza al 54° posto su 134 Paesi. Ancora peggio se si analizza la qualità delle opere, perché scivoliamo addirittura al 73° posto. Fianco a fianco con Ghana e Honduras, lontani anni luce non solo da Germania e Francia (rispettivamente al terzo e quarto posto) ma anche da Spagna, Grecia e Irlanda. (…) I risultati di anni di politiche sbagliate sono sotto gli occhi di tutti: nel 2007 l’Italia disponeva di 16.667 km di ferrovie, appena il 4% in più del 1970, mentre nello stesso periodo il numero dei passeggeri è aumentato del 50%. Idem per le autostrade, ormai sempre più congestionate».
IL MANIFESTO si addentra nella tragedia ferroviaria di Viareggio per cercare di fare chiarezza sulle responsabilità. “Treni a prova di bomba” è il titolo dell’articolo a cura di Andrea Palladino che si sforza di mettere ordine ad una giungla di informazioni e regolamenti. «Sono tre i soggetti in campo per un trasporto ferroviario. C’è il costruttore dei carri, che deve omologarli; c’è la compagnia ferroviaria che materialmente effettua il trasporto; c’è infine il gestore della rete ferroviaria». Va cercato tra questi tre soggetti il responsabile, aggiungendone uno: l’acquirente, cioè il destinatario della merce. Poi c’è il problema delle certificazioni di sicurezza. Da un anno è attiva la Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria) che emette il certificato di sicurezza e che ha un’autonomia blindata. Così è previsto dall’Unione Europea. Ma fino ad un anno fa chi emetteva i certificati di sicurezza era il Rfi di proprietà delle Fs. Dunque qualcosa di strano si intravede già: è una società Fs a effettuare il trasporto ed è sempre una società Fs a valutarne la sicurezza. Una situazione molto italiana. L’unica certezza è che la causa del disastro è da individuare nella «fenditura estesa con tracce di ruggine» rinvenuta nell’asse del primo carro. La responsabilità non sarebbe d’incuria, perchè l’incrinatura potrebbe essere dovuta ad un difetto di fusione bensì di controlli frettolosi ed effettuati grossolanamente. Sarebbe bastato un check up con gli ultra suoni per rilevare il problema. L’ultima annotazione è in un box di Ilaria Urbani “Il Destinatario” che spiega come il convoglio fosse destinato alla Aversana Petroli società di famiglia del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. Famiglia chiaccherata per camorra con sicuri contatti con la realtà malavitosa campana. Una situazione difficile da dirimere. L’unica certezza è che sarà «un lavoro complesso per la magistratura che dovrà ricostruire quella che sembra una giungla di regole da rispettare solo sulla carta».
Viareggio ottiene anche oggi l’apertura di AVVENIRE (“Tracce di ruggine sul vagone. Si aggrava il bilancio della sciagura: morti altri due bimbi”) ed, eccetto la vetrina, domina le pagine successive fino alla 7. Un focus sui minori vittime della tragedia (il numero è salito a quattro su 17 deceduti), con la storia di Iman Ayad e del fratello Hamza sacrificatosi per lei, segnalata ieri sul sito di Vita. Sul fronte delle indagini circa l’accaduto emerge l’ipotesi che il cedimento strutturale non sia stata la causa scatenante. «Se davvero quell’asse fosse stato così malconcio già alla partenza, l’incidenze avrebbe dovuto verificarsi nel tratto Alessandria-Genova, uno dei percorsi più difficili e impegnativi, tutto in discesa, e che in passato ha messo in crisi anche materiale ferroviario nuovo di zecca», questa l’opinione del segretario dei macchinisti Cgil di Novara. Un dubbio condiviso anche dall’ingegner Romano, comandante dei vigili del fuoco di Firenze che sta coordinando le operazioni a Viareggio. A pag. 6 l’intervista al direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, Alberto Chiovelli, che sbotta: «Ciò che siamo riusciti ad evitare in questi mesi di controlli non fa notizia, poi succedono tragedie come questa e l’attività di prevenzione messa in campo giorno dopo giorno, d’improvviso non vale più nulla». Sfoghi a parte, Chiovelli conferma invece l’ipotesi del cedimento strutturale e dice che in un paio di mesi la ricostruzione dovrebbe essere completata. In generale, la liberalizzazione ha reso più complicate le verifiche dell’Agenzia (che fra l’altro proprio lo scorso 23 giugno ha disposto una serie di interventi straordinari su circa 100 carri cisterna analoghi a quello di Viareggio): «se anziché controllare un solo soggetto monopolista i soggetti da controllare diventano più di 30, è inevitabile un cambiamento per chi è chiamato a governare la sicurezza… Quanto alla risposta delle imprese (controllate), essa non è univoca. In parte mettono in atto i correttivi da noi richiesti, in parete le loro azioni non sono adeguate». Sarà stato un caso, ma l’accordo firmato un mese e mezzo fa da Filt, Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugltrasporti e Fast con il Gruppo Ferrovie dello Stato in qualche modo confermava e anticipava il bisogno di investire in sicurezza. Cosa prevedeva l’accordo? «”le manutenzioni dei rotabili e delle infrastrutture”, con l’avvio di un processo triennale di reinternalizzazione di attività». Fra le altre cose l’intesa stabiliva che solo per il 2009 «saranno necessarie almeno 900 assunzioni di operai qualificati e specializzati». A livello politico il dibattito prosegue acceso: Ermete Realacci (Pd) sollecita il governo a verificare la possibilità di applicare la Direttiva Severo sui rischi di incidenti rilevanti anche al trasporto di sostanze pericolose. «È urgente avere subito un’Authority dei trasporti», sostiene Andrea Marcucci. Al contributo delle associazioni nei soccorsi, Avvenire dedica un box a pagina 7: insieme ai vigili del fuoco si sono mobilitati gli uomini dell’Anpas Croce Verde.
«L’inferno per un asse arrugginito», titola IL SOLE 24 ORE sull’inchiesta relativa alla strage di Viareggio. Attorno all’apertura che dà spazio alla ricorstruzione delle cause dell’incidente, IL SOLE monta una primissima fotografia delle sue conseguenze: «In Versilia arrivano le prime disdette». Si registrano già il 5-10% di cancellazioni, «clienti che avevano previsto di venire con le ferrovie», spiegano. In realtà l’impatto psicologico della tragedia si aggiunge a una stagione che già stentava a decollare: dei 2mila posti letto della città, ne sono prenotati solo il 65%. «Questa settimana il calo di affluenze sarà notevole, ed è giusto così perché c’è il dolore e il lutto da rispettare», spiega Vincenzo Lardinelli, presidente della Federazione italiana imprese balneari: «Dopo però impegnamoci per rilanciare la nostra costa». Nella pagina accanto, i dati messi insieme dal SOLE bastano a montare la polemica: il rapporto 2009 dell’Agenzia ferroviaria europea fotografa impietoso un sistema ferrovirio in cui – dice il SOLE – i controlli sono «smarriti nella giungla europea». Solo due paesi, Gran Bretagna e Svezia, certificano i binari, solo tre le officine che fanno manutenzione. Per dire, le officine CIMA di Mantova, quella che ha revisionato a marzo il vagone di Viareggio, è autorizzata in Germania e non in Italia. Quanto al trasporto di merci pericosole, invece, la legge ci sarebbe pure ma in Italia ancora non è in vigore perché manca un decreto attuativo: si tratta della direttiva Eu 2008/68, entrata in vigore il 1 gennaio, con 6 mesi di tempo per adeguarsi. I sei mesi sono scaduti l’altro ieri.
E inoltre sui giornali di oggi:
PACCHETTO SICUREZZA
CORRIERE DELLA SERA – Oggi terzo e ultimo voto di fiducia in Senato per il pacchetto sicurezza che introduce il reato di immigrazione clandestina. A pag 19 un dossier con i contenuti della nuova norma e le differenze col passato. Il permesso di soggiorno e l’acquisizione della cittadinanza italiana saranno a pagamento da 80 a 200 euro. Tra i 66 articoli del testo anche il giro di vite antimafia e le nuove regole sulle patenti (revisione per chi guida ubriaco o sotto l’effetto di droghe).
CRISI
CORRIERE DELLA SERA – “Solo 1800 precari hanno chiesto il sussidio anticrisi”, introdotto dal governo con la legge 2 del 28 gennaio scorso. La Cisl: bisogna riaprire i termini per le richieste dell’aiuto una tantum. Il ministero del Lavoro: valuteremo il da farsi.
G8
LA REPUBBLICA – “«G8, istigò il questore a mentire» chiesti due anni per De Gennaro”. Per l’ex capo della polizia, ora direttore del Dis (Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza), chiesti due anni di reclusione e la sospensione dai pubblici uffici per aver indotto il questore a mentire sul blitz alla scuola Diaz. Avrebbe in sostanza indotto a una versione addomesticata su quanto accadde a Genova, per scagionare alcuni e caricare le colpe su altri.
NUOVI SCHIAVI
LA STAMPA – “Erabor, la baby schiava”. Niccolò Zancan racconta la storia di Erabor che da Uromi, a 17 anni, è stata portata in Italia per prostituirsi. Chiusa per mesi in una casa, frustata, brutalizzata, fino al distacco completo dello scalpo. Riesce a scappare, si rifugia in ospedale, denuncia gli aguzzini, un italiano e una nigeriana che ora sono stati condannati. «Ora Erabor vive in un comunità protetta, ha un permesso di soggiorno, eppure resta «soggiogata». Ha chiesto una foto del suo scalpo da spedire a casa: “Almeno capiscono perché non posso guadagnare”».
CSM
IL MANIFESTO – Il titolo d’apertura del MANIFESTO, “Scandalo a corte”, è dedicato alla cena a casa della toga della Consulta Luigi Mazzella cui hanno partecipato Berlusconi e Alfano. L’editoriale di Massimo Villone “Relazioni pericolose” spiega come il fatto sia «gravemente lesivo del ruolo della corte costituzionale e pericoloso per la Repubblica». Anche Vincenzo Siniscalchi, consigliere del Csm esprime il suo disappunto per i fatti in un intervista in cui definisce le parole del magistrato, che sostiene di poter frequentare in privato chi vuole, come «parole oltranziste».
LA REPUBBLICA – “Il giudice di Roma: inviterò ancora Berlusconi”. Dopo la cena con il premier, il giudice della Corte Costituzionale sfida le critiche con una lettera aperta. Il caso politico è nato dopo che si è saputo di un pranzo a quattro: Berlusconi e il Guardasigilli con due giudici che dovranno partecipare alla decisione se il lodo Alfano è costituzionale. “Parzialità confessa” è il titolo del commento di Aldo Schiavone. Aberrante affermare, sostiene, che i comportamenti siano sottratti a qualsiasi obbligo di opportunità misura e riservatezza. Oltretutto con questa lettera il giudice si schiererebbe da una parte politica «di cui usa gli argomenti e dal cui fondo ideologico si rivela interamente catturato».
AMBIENTE
ITALIA OGGI- Sta nascendo una Task Force ecologica della magistratura di nove paesi tra Italia e nord Africa. Secondo l’articolo “Eco Magistrato del Mediterraneo”, questa iniziativa è della Banca Mondiale e del ministero della giustizia francese con il sostegno dell’Unione per il Mediterraneo. Scrive ITALIA OGGI: «L’Obiettivo è quello di armonizzare e rendere più efficaci i regolamenti in vigore sia sul fronte del controllo che delle sanzioni per chi inquina il Mediterraneo dove transita il 28% del traffico mondiale di idrocarburi». Nella rosa dei paesi partecipanti ci saranno Italia Francia, Spagna, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto e Malta.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
ITALIA OGGI– I primi dipendenti pubblici cavie che si vedranno applicare le nuove regole contrattuali studiate in prima persona dal ministero Brunetta, saranno i 2.500 funzionari e dirigenti della Presidenza del Consiglio. Le sanzioni e gli incentivi a cui vanno sono descritti nell’articolo “Pa, via al primo contratto Brunetta”. Alcune anticipazioni: i dipendenti di Palazzo Chigi lavoreranno di più. Dalle attuali 36 ore settimanali si passa a 38; lo stipendio aumenta di 100 euro; meno ore di straordinari. Per quanto riguarda le sanzioni, saranno puniti «i fatti e comportamenti tesi all’elusione dei sistemi di rivelamento elettronico della presenza e dell’orario o manomissione dei fogli di presenza o delle risultanze anche cartacee degli stessi. Tali sanzioni si applicano anche nei confronti di chi avalli, aiuti o permetta tali atti o comportamenti».
DISABILI
AVVENIRE – “Sacconi: nuove norme per il lavoro dei disabili”. La normativa sull’inserimento dei disabili nel mondo professionale va cambiata per rispondere davvero alla sua finalità. Lo ha proposto il ministro del lavoro presentando il libro bianco sull’accessibilità e mobilità urbana per i portatori di handicap. Sacconi ha infatti annunciato che «il governo vuole attivare una riflessione» sul tema, partendo dalla considerazione che la legislazione evidente «contiene alcune rigidità ideologiche che non rendono possibile raggiungere gli scopi che si prefigge». E «va ripensata anche la parte della normativa Biagi che prevede agevolazioni indirette per le cooperative sociali di tipo B che assumono disabili…Attiveremo una consultazione, un dialogo sociale con le associazioni del mondo del lavoro e rappresentative dei disabili». Sacconi ha poi affermato che «le persone in stato vegetativo persistente sono da considerare persone diversamente abili». Reagisce la Cgil: «Per rendersi conto che quello che dice il ministro non corrisponde al vero basterebbe leggersi attentamente l’ultima relazione Isfol al Parlamento per capire dove il servizio pubblico funziona (32mila assunzioni a tempo indeterminato), e le stesse piccole imprese intervistate ne enfatizzano i risultati», dice Nina Daita, responsabile ufficio disabilità del sindacato, ricordando che Cgil combatterà al fianco delle associazioni contro le modifiche del ministro. Controreplica di Sacconi: «Solo il profondo pregiudizio può dare luogo a un’ingiustificata polemica su una mera ipotesi di revisione». Ricordando che il suo obiettivo è di rendere più effettiva la tutela dei soggetti diversamente abili nel mercato del lavoro, il ministro ha ripetuto che ogni intervento normativo sarà preceduto da un apposito confronto con le organizzazioni sociali rappresentative della disabilità. A margine la notizia che il 20 gennaio 2010 partiranno i corsi universitari per Disability manager attivati presso l’ateneo di Parma e l’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: «una nuova figura tecnica che si occuperà, in ogni comune con più di 50mila abitanti, di organizzare e armonizzare le politiche a favore dei disabili».
USURA
AVVENIRE – Ieri mattina, in piazza San Pietro, al termine dell’udienza generale e davanti 14mila fedeli, Benedetto XVI ha puntato il dito contro la piaga sociale dell’usura, esortando i membri della consulta nazionale delle fondazioni antiusura: «Serve un rinnovato impegno contro questa umiliante schiavitù», un vero e proprio flagello, «un fenomeno devastante». Sono oltre 900mila le vittime dell’usura e più di 2 milioni e mezzo i nuclei famigliari a rischio. Il problema è che la legge in discussione in Commissione giustizia alla Camera prevede aiuti solo per le imprese. «Abbiamo chiesto che venga esteso anche alle famiglie l’accesso al fondo di solidarietà previsto dall’art. 14 della legge 108 del ‘96», spiega il segretario nazionale della Consulta monsignor Alberto D’Urso. «Siamo in attesa di risposte concrete». Al tema è dedicato anche l’editoriale in prima pagina.
SALUTE
IL SOLE 24 ORE- Alberto Mingardi, dg dell’Istituto Leoni, firma un pezzo che mette sotto accusa il nuovo tariffario per le prestazioni sanitarie in ospedale, cioè per i rimborsi che ogni ospedale avrà dallo Stato. Il tariffario è allo studio della Conferenza Stato Regioni. Per indicare le nuove tariffe sono stati presi in esame 30 ospedali, di cui uno solo lombrado. Qual è il problema? Per l’autore si penalizza in questo modo la Lombradia, regione altamente innovativa nella sanità per dare un sussidio implicito alle regioni del Sud o in generale dove a sanità è meno efficiente. Alcuni esempi: un pacemaker dovrebbe costare, domani, il 39,8% in meno di quel che costa oggi in Lombradia (e il 35% in meno di quel che il tariffario rimborsa oggi) e un aprotesi all’anca il 20% in meno. Ma paradossalmente il tunnel carpale avrà un rimborso pari al + 203% di quel che oggi costa in lombardia: 2.388 contro 786 euro.
CALCIO
IL SOLE 24 ORE- In prima pagina, iIL SOLE 24 ORE dà spazio al “debito campione d’Italia”: le 20 squadre della serie A hanno sulle spalle debiti per 2 miliardi di euro. Di ieri l’allarme dell’Ocse: impossibile che la criminalità resti fuori da un giro d’affari di quasi 14 miliardi di euro solo in Europa. Nel suo rapporto su come il calcio è usato per riciclare denaro, cita anche l’Italia: non fa nmi, ma tutto sembra rimandare alla Lazio.
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