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Video con il down picchiato. Tre condanne per Google

A tre dirigenti. Una sentenza destinata a far discutere

di Redazione

Tre dirigenti di Google sono stati condannati dal tribunale di Milano per violazione della privacy in seguito alla pubblicazione sul web di un video con un ragazzo disabile insultato e picchiato dai compagni. Ai tre sono stati inflitti sei mesi di reclusione con sospensione della pena. Il giudice Oscar Magi, ha condannato gli imputati per violazione della legge sulla privacy a sei mesi di reclusione con pena sospesa e li ha invece assolti dal reato di diffamazione. Condanna a sei mesi di reclusione (pena sospesa) per David Carl Drummond, ex presidente del cda di Google Italy e ora senior vice presidente, George De Los Reyes, ex membro del cda di Google Italy e ora in pensione, e Peter Fleischer, responsabile delle strategie per la privacy per l’Europa di Google Inc. I tre sono stati condannati per il capo di imputazione di violazione della privacy, mentre sono stati assolti per quello relativo alla diffamazione. Gli imputati sono stati invece assolti dall’accusa di diffamazione a mezzo stampa, reato del quale rispondeva anche un quarto imputato, pure lui assolto. L’episodio era avvenuto in un istituto di Torino.

«Siamo molto soddisfatti perché con questo processo abbiamo posto un problema serio, ossia la tutela della persona umana che deve prevalere sulla logica di impresa», hanno affermato il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e il Pm Francesco Cajani. «La tutela della persone é fondamentale nella società di oggi», hanno spiegato Robledo e Cajani. «E la libertà di impresa non può mai prescindere dalla tutela della dignità umana, come ha dimostrato questo processo. Non è stato un processo sulla libertà della rete come alcuni hanno detto. Si é posto invece per la prima volta in Italia un problema serio sui diritti della persona nella società di oggi».

«Sentenza sorprendente che mette in discussione principi fondamentali di libertà dal momento che i nostri dipendenti sono stati condannati dal giudice per atti commessi da terzi». È questa la presa di posizione del motore di ricerca Google sulla sentenza del Tribunale di Milano. «I nostri colleghi non hanno niente a che fare con il video, non lo hanno girato, nè caricato, nè visionato» è la posizione di Google.

Il video con le vessazioni al ragazzo, affetto dalla sindrome di Down, venne girato da quattro studenti nel maggio 2006 e poi caricato su Google Video l’8 settembre, dove rimase, cliccatissimo nella sezione ‘video più divertenti’, fino al 7 novembre, prima di essere rimosso.

 

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