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Violenza sulle donne, quanto costa non intervenire?

Intervita vara una ricerca per calcolare i costi economici e sociali causati dalla mancata prevenzione di un fenomeno dai numeri sempre più allarmanti

di Redazione

6 milioni 743 mila le donne hanno subito violenza (31,9% della classe di età tra i 16 e i 70 anni) e 3 milioni 961 mila donne hanno subito violenze fisiche (ISTAT). Sono 120 le vittime di femminicidio solo del 2012. A rendere singolare la situazione italiana è un dato sconcertante: solo il 18,2% delle donne che hanno subito violenze li considera reati e solo il 7,2% li denuncia. Addirittura il 33,9% non ne parla con nessuno. Dati desolanti se si pensa che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità a livello mondiale, la violenza tra le mura domestiche è considerata la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne (14 – 50 anni).
Partendo da questi dati  seguendo le sollecitazioni dei Centri antiviolenza, degli Istituti di ricerca e delle Università,Intervita realizzerà una ricerca sull’identificazione e analisi dei costi economici e sociali della violenza sulle donne in Italia. «Non agire a livello nazionale e con importanti investimenti  in azioni di prevenzione e in attività di sostegno e cura verso le donne», spiega la ong, «a lungo termine causa alla società e ai cittadini un enorme danno culturale ed economico. Ed è proprio il valore di questo danno, che Intervita vuole calcolare nel primo step della ricerca. Un punto di partenza da cui iniziare a scuotere Governi, Istituzioni e Opinione pubblica perché oggi distogliere lo sguardo dal problema non è più possibile!»
La ricerca, che ha ottenuto il  patrocinio del Dipartimento per le Pari Opportunità, è affidata ad un’Équipe composta da sei ricercatrici e presieduta da un comitato scientifico composto da  esperti del proprio settore.
 
Il calcolo dei costi della violenza costituisce un intervento strategico che vuole rendere i responsabili politici più  consapevoli dell’importanza e dell’efficacia della prevenzione.
 
A completamento dell’analisi quantitativa si realizzerà un’analisi più qualitativa attraverso case studies, utilizzando interviste a testimoni privilegiati, a vittime di violenza e a operatori socio-sanitari. Particolare attenzione sarà dedicata ad approfondire gli ambiti e gli aspetti che l’analisi quantitativa non ha potuto approfondire per mancanza di dati.
 
I primi risultati, spiega la ong, «saranno disponibili entro la fine del 2013 e andranno a comporre  un documento di policy che possa attivare strumenti di advocacy a livello nazionale, fondamentali per promuovere il cambiamento». Intervita nel 2013-4 ha «l’obiettivo di divulgare i risultati emersi dalla ricerca e contestualmente individuare, con Istituzioni, centri antiviolenza e gli addetti ai lavori, misure concrete per contrastare i costi economici e sociali della violenza contro le donne».
 
La prima azione concreta sarà «un roadshow itinerante in Italia per sensibilizzare sul tema e implementare il lavoro di ricerca sui costi sociali della violenza, con incontri e workshop dedicati agli addetti ai lavori e alle istituzioni e con eventi dedicati al grande pubblico per un’ampia azione di sensibilizzazione».

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