Inclusione sociale

Cagliari punta sul turismo accessibile

Numerose le iniziative culturali, sociali e di spettacolo. Un approccio pragmatico che coinvolge diverse realtà del Terzo settore. «Non tutti conoscono bene ogni aspetto delle disabilità e dell’accessibilità, anche se abbiamo compiuto passi da gigante rispetto agli anni Cinquanta. Ecco perché è importante moltiplicare le occasioni d’incontro e confronto», dice Claudia Caredda, vicepresidente della cooperativa Trip Sardinia

di Luigi Alfonso

Una stand up history sulle disabilità a cura della cooperativa Trip Sardinia, una realtà di Cagliari che nel 2024 ha organizzato il primo Festival sul turismo accessibile nell’Isola: oltre 30 appuntamenti culturali e turistici dedicati esclusivamente a disabili motori, sordi, ciechi, autistici. “Abile Storia”, così si intitola, è andata in scena nella sede del Parco di Molentargius, e ha riscosso un notevole successo di pubblico. Non solo addetti ai lavori, perché si è trattato di un evento divulgativo che ha attraversato il concetto di disabilità dalla preistoria sino ai giorni nostri, mettendo in risalto l’estro creativo dell’uomo anche di fronte ai limiti fisici e intellettivi. L’incontro, che ha coinvolto numerosi operatori del settore, è stato reso accessibile attraverso la sottotitolazione in tempo reale e l’interpretariato con la Lingua dei segni.

Claudia Caredda durante la stand up history dedicata alle disabilità

«La cooperativa Trip Sardinia è nata nel 2008», spiega la vicepresidente Claudia Caredda. «Da allora ci occupiamo di servizi turistici e culturali. Siamo un gruppo di sole donne, tutte più o meno sulla quarantina: ci siamo conosciute nel periodo degli studi universitari. Dopo la laurea, non avevamo intenzione di rincorrere il lavoro e ci siamo sedute attorno a un tavolo per capire che cosa avremmo potuto fare mettendoci insieme. Siamo una delle prime agenzie di servizi turistici sorte nella Sardegna meridionale, in un periodo in cui il mercato era decisamente appetibile. Anziché immetterci nel marasma del precariato, abbiamo studiato le carenze del capoluogo. Mancava un certo tipo di assistenza di qualità per il turista, così ci siamo messe in gioco. Alcune attività le curiamo direttamente, altre insieme a quelle realtà del territorio che vantano le dovute competenze: guide ambientali ed escursionistiche, operatori della cultura e dello spettacolo, e così via».

Un evento di Trip Sardinia al “Giardino sonoro” di San Sperate (Cagliari)

Da qualche anno Trip Sardinia sta dedicando molta attenzione all’ambito sociale. «Nel 2016, l’evento culturale “Monumenti aperti” ci ha commissionato un urban game da svolgersi a Cagliari», spiega Caredda. «Una caccia al tesoro dedicata alle famiglie. Ci avevano chiesto espressamente di proporre un gioco che fosse accessibile a tutti, per lo meno a livello motorio. In quel momento ci siamo scontrate con le barriere architettoniche che, nonostante i passi avanti compiuti negli ultimi decenni, sono presenti nella nostra città. Siamo decisamente sotto la sufficienza, anche perché Cagliari non è pianeggiante e i dislivelli non aiutano di certo. Arriviamo alla sufficienza soltanto se ci rapportiamo alle altre città del Sud Italia. Ma ancora non c’è la necessaria sensibilità verso questi problemi, e neppure la dovuta attenzione per l’inclusione sociale, almeno per quanto riguarda la pubblica amministrazione. L’amarezza si è comunque trasformata rapidamente nel desiderio di ideare una serie di progetti sull’accessibilità, che dal 2024 hanno iniziato a concretizzarsi. Da un po’ di tempo siamo impegnate nella mappatura dell’accessibilità dei siti monumentali del comune di Cagliari e nella realizzazione di contenuti accessibili per il polo museale di Carbonia. Inoltre, collaboriamo con altre realtà culturali e del Terzo settore, con le quali sviluppiamo eventi accessibili. Cito soprattutto l’Associazione ciechi, ipovedenti e retinopatici – Rp Sardegna Onlus, che ha organizzato l’evento dello scorso 10 luglio nel corso del quale abbiamo proposto la nostra stand up history, secondo il format di divulgazione che utilizziamo anche per altre tematiche; e poi l’associazione onAir – Intersteno Italia».

Caredda precisa, poi, che «non tutti conoscono bene ogni aspetto delle disabilità e dell’accessibilità, anche se abbiamo compiuto passi da gigante rispetto agli anni Cinquanta. Ecco perché è importante moltiplicare le occasioni d’incontro e confronto. Da un evento ne può nascere un altro, come è accaduto con “Monumenti aperti”: da lì nel 2024 abbiamo generato “A ruota libera” che, se le istituzioni vorranno sostenerci, cercheremo di rendere un appuntamento fisso. Anche in questo caso, il lavoro in rete è fondamentale. Il nostro approccio punta al concreto, crea un’immersione con la situazione reale e mette da parte polemiche gratuite e il tipico atteggiamento del piangersi addosso, che non serve a nessuno. In famiglia ho avuto un contatto diretto con la disabilità, conosco bene tutte le sfaccettature e le problematiche, ecco perché sono abituata a non sostenere il “pianto”: occorre agire, partendo dalle cose piccole e spingendo sull’innovazione. Dobbiamo consentire a tutta la popolazione di fruire delle bellezze del territorio e vivere una vita più appagante».

I nuovi progetti

La mappatura dell’accessibilità dei siti turistici di Cagliari servirà ad alcune iniziative in cantiere, ma aiuterà anche a rendere finalmente fruibili a tutti i cittadini un certo numero di monumenti. In autunno, in collaborazione con Rp Onlus, partiranno le rassegne di stand up history dedicate ai ciechi su vari temi storici.

Tra gli operatori che hanno la stessa visione di Trip Sardinia c’è sicuramente “onAir”, con la quale Trip Sardinia sta collaborando per alcuni eventi culturali nel Cagliaritano. «Ci occupiamo di accessibilità, diffondendo la sottotitolazione in tempo reale in eventi e meeting per le persone sorde o ipoudenti», spiega Francesca Marchionne, presidente di “onAir”. «Quando si parla di questo tipo di disabilità, si pensa subito alla Lingua dei segni, ma non tutte le persone sorde la conoscono. Tutto ciò che è parlato, può essere trasformato in un testo scritto. C’è anche la lettura del labiale ma, da un po’ di tempo, la tecnologia ci è venuta ulteriormente in soccorso con diversi sistemi assistivi, tra cui dei dispositivi che trasmettono il suono tramite WiFi. Siamo stati a primi a portarli in Sardegna, una settimana fa durante un concerto a Quartu Sant’Elena e poi nella piazza principale di San Sperate. Nel paese-museo dell’artista Pinuccio Sciola, l’autore delle “pietre sonore”, è in corso la sperimentazione di questi apparecchi di streaming Wifi (aperta a tutti sino all’1 novembre 2025, al “Giardino sonoro” di San Sperate), attraverso il progetto “Feeling sounds” con il contributo del Pio Istituto dei sordi di Milano: si collega una qualunque fonte sonora e, tramite un router, la si collega a un’app sullo smartphone della persona sorda. Il suono arriva direttamente ai loro impianti cocleari e alle protesi. La fruizione è di buona qualità ma i risultati dipendono dalla gravità della sordità: anche se una persona è “impiantata”, non è detto che risponda in maniera ottimale all’impianto. Il sottotitolo è un ausilio in più, soprattutto se l’audio di fondo diventa un disturbo per chi ascolta».

Francesca Marchionne

Sembra facile ma non lo è affatto. Non a caso, Francesca Marchionne ha alle spalle un lungo percorso che parte dagli studi universitari. «Sono laureata in Traduzione e interpretariato. Uno dei miei docenti, Carlo Eugeni, mi ha spinta verso questo settore perché c’era tanto da fare. Ho discusso una tesi sperimentale sul re-speaking interlinguistico, dal francese all’italiano. Non a caso utilizzo la tecnica del re-speaking, vale a dire scrivo in presa diretta un intervento, a volte facendone una sintesi, e proietto i sottotitoli su uno schermo. Oggi non esiste una laurea specifica ma, per lo meno, molti atenei propongono dei moduli di re-speaking in corsi universitari e Master. Dopo la laurea, ho costituito l’associazione con alcune colleghe e aperto una partita iva, e ora il lavoro procede spedito: in Sardegna, al momento, sono l’unica re-speaker».

Francesca Marchionne e un collega durante un lavoro di re-speaking

«Utilizzo un software professionale di riconoscimento del parlato: ascolto l’intervento dell’oratore, lo ripeto o riformulo, aggiungendo la punteggiatura, e il software trascrive. Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale aiuta notevolmente le persone sorde, rispetto al passato, ma ancora oggi neppure il software più evoluto riesce a riconoscere un inciso o a ricostruire un discorso ben strutturato per essere letto, dunque è necessario sempre un lavoro di “pulizia”. Di fatto, il mio lavoro si avvicina a quello più conosciuto dell’interprete linguistico: ecco perché il corso di studi mi ha aiutata tantissimo. Il lavoro in sé si impara anche in dieci giorni di corso, ma poi occorrono anni di esperienza per mettere in pratica la teoria nelle diverse situazioni. Anche perché la tecnologia si può impallare e bisogna avere pronta la soluzione di riserva. Purtroppo, ancora non viene percepita appieno l’utilità di questo tipo di lavoro. Ma, come in tutte le cose, con il tempo la conoscenza aumenta. Il Terzo settore è certamente più sensibile rispetto ad altri ambiti, e questo ci consente di proporre nuovi progetti a favore delle persone sorde o ipoudenti».

Credits: foto di Ilaria Corda, Trip Sardinia, Rp Sardegna Onlus, Associazione onAir – Intersteno Italia e Luca Bonardi Photography

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