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Caivano, Meloni dimentica il Terzo Settore

La Premier visita il Parco Verde e incontra Padre Maurizio Patriciello. «Il territorio sarà bonificato», dice. E ricorda le direttrici: lotta alla criminalità, educazione, scuola. Cita le forze dell'ordine, le realtà imprenditoriali e le associazioni di categoria, ma non il Terzo settore. Eppure questo è un territorio in cui, più di tutto, bisogna promuovere la comunità

di Anna Spena

Il Parco Verde nel comune di Caivano, nella periferia a Nord di Napoli, è uno dei luoghi più degradati del Sud Italia, abbandonato dallo Stato che si ricorda della sua esistenza solo davanti a drammatici fatti di cronaca. Il luogo è tornato sotto i riflettori dopo lo stupro di due cuginette di 11 e 12 anni nell’ex centro sportivo Delphinia. Oggi la premier Giorgia Meloni è arrivata nel Parco di Caivano. Ha risposto all’invito di padre Maurizio Patriciello. Da anni Patriciello, dall’altare della chiesa di San Paolo Apostolo, denuncia lo scempio della Terra dei Fuochi e le morti dei bambini malati di tumore, troppi, tutti concentrati nella stessa area. 

Meloni arriva a Caivano

«Accolgo l’invito di don Patriciello, presto andrò in visita al Parco Verde di Caivano», aveva dichiarato Giorgia Meloni poco dopo la chiamata del parroco.
E di fatto quell’impegno preso è stato mantenuto. Ha prima avuto un incontro privato con don Patriciello che, a fine colloquio, ha dichiarato: «Meglio di così non poteva andare. Abbiamo raccontato la difficile realtà del quartiere che è inserito nel contesto di Caivano, a sua volta inserito nella Terra dei fuochi. Noi abbiamo un desiderio grande di applaudire ma se le promesse, come accaduto altre volte, non verranno mantenute sapremo anche fischiare». Dopo l’incontro con Padre Maurizio la premier ha visitato la scuola superiore Francesco Morano. Qui si è svolta la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, prima di ripartire Meloni ha rilasciato una dichiarazione per la stampa.

Cosa ha detto la Meloni

In linea di massima un discorso posato: «Io penso che uno Stato serio ed una politica coraggiosa devono mettere la faccia sulle cose difficili da risolvere assumendosene la piena responsabilità». E poi per manifestare: «la presenza seria, autorevole, costante dello Stato che in territori come questo non sono stati sufficientemente percepiti e forse non sufficientemente presenti. Se siamo qui oggi a condannare un episodio barbaro come quello che condanniamo vuol dire che qui si è consumato un fallimento da parte dello Stato, nonostante gli sforzi che sono stati fatti. Lo Stato giusto ha prima di tutto il dovere di difendere i più deboli e i minori sono i principali fra questi soggetti. Il numero delle persone coinvolte nel duplice stupro alimenta il terrore che episodi del genere siano di più di quelli che emergono».

Le direttrici 

Meloni ha in mente una vera bonifica del territorio e ha citato due direttrici: «Fermezza dello Stato contro criminalità, illegalità e droga e la necessità di dotare il territorio di servizi che i cittadini aspettano e chiedono di vedere da molto tempo». L’obiettivo di Meloni è quello di riaprire, entro la primavera del 2024, il centro Delphinia: «Vogliamo dare risposte a questo territorio da oggi, a partire dal centro sportivo Delphinia, questa struttura di 25mila metri quadrati. Una struttura da anni abbandonata e che oggi è una discarica a cielo aperto, uno dei luoghi dove il degrado favorisce la criminalità. Il nostro obiettivo è riaprire il centro sportivo entro la prossima primavera Coinvolgiamo il Genio militare per ripulirlo, Sport e Salute per la riqualificazione dell’area. Faremo le norme che servono per operare in deroga, ma soprattutto, quando il centro verrà riaperto, coinvolgeremo le Fiamme Oro della polizia di Stato per gestirlo. Vogliamo farlo in pochi mesi per dare un segnale concreto, fisico, di uno Stato che è capace di operare e di dare risposte che si credevano fossero difficili. È un intervento da circa 10 milioni di euro, però, ci consente di creare, da un monumento del degrado, un monumento di socialità». Cita il tema scuola e annuncia che ieri il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara ha firmato il progetto Agenda Sud che mette in campo 260 milioni di euro per 2000 scuole del Sud per tenerle aperte e per la lotta alla dispersione, tra cui anche le 4 scuole di Caivano che potranno assumere 20 docenti in più. E poi si sposta sul tema educazione: «Cerchiamo di dare risposte in termini di educazione», ha dichiarato Meloni. «Vanno rafforzate le norme per combattere la dispersione scolastica. In tema di presidi di cultura, socialità, sport, stili di vita il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ha messo a disposizione 12 milioni di euro in tre anni per avviare una biblioteca, una sala multimediale, una sala lettura, queste possono essere ubicate nel centro Delphinia, un centro polifunzionale. Ho molto apprezzato che, quando ho risposto all’invito di don Patriciello, si sono fatte avanti tantissime realtà imprenditoriali, associazioni di categoria, vogliamo coinvolgerle tutte».

Cosa non ha detto Meloni

Meloni ringrazia le forze dell’ordine, i magistrati, padre Maurizio Patriciello per l’invito e dice che anche in questo territorio “c’è una foresta che cresce”. Tutti ci auspichiamo che queste non restino parole. Sarebbe stato bello però un riferimento in più al mondo del Terzo Settore, perché – se una foresta cresce – lo si deve anche a loro che poco alla volta e tutti i giorni – e nel nulla più totale – provano a strappare i ragazzi e le ragazze dall’illegalità, a dire che un’altra strada, per loro, è possibile. Ben vengano le forze dell’ordine così come la presenza delle aziende, ma il Parco Verde non è un territorio che va militarizzato. Lo ha spiegato bene Carlo Borgomeo, per 14 anni presidente della Fondazione con il Sud. «Quando ho incontrato il Parco Verde di Caivano ho maturato la convinzione che in quel parco si vive la situazione peggiore che esiste nel Sud. Un contesto al limite dell’immaginazione. Seimila abitanti, nessun servizio, sì e no una decina di negozi, la metà abusivi. La tesi che sosteniamo è chiara: qui c’è sicuramente bisogno dell’intervento e dell’attenzione dello Stato ma è altrettanto evidente che c’è bisogno di una reazione delle persone che nel parco vivono. Qui bisogna promuovere la comunità». E infatti sono diversi i progetti che la Fondazione sostiene all’interno del parco, una realtà in particolare: l’associazione “Un’infanzia da Vivere” fondata nel 2008 da Bruno Mazza, l’unica che ha direttamente sede all’interno del Parco Verde. Bruno Mazza è un ex spacciatore, un ex detenuto. «La nostra è una realtà che è nata per dare ai bambini qualcosa di diverso rispetto alla vista di siringhe e alla droga. In un territorio dove la camorra si serve degli adolescenti imbizzarriti e senza guida per “assumerli” noi del mondo sociale dobbiamo arrivare prima».

Parco Verde, se da ghetto diventa un modello

«Il tema di Caivano», ha concluso Giorgia Meloni, «diventa un tema centrale del Governo, dell’agenda dei nostri ministri». L’idea è quella di concentrare tutte le energie del Governo su Caivano in modo da produrre norme che poi potranno essere usate anche in altre zone franche d’Italia. «L’impegno è gravoso», ha continuato la premier. E poi chiude con Sant’Agostino: «Cominci a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e magari potresti scoprirti a fare l’impossibile, è quello che vogliamo provare a fare qui». Se il Parco Verde da ghetto diventa un modello è un bene per tutti, ma non potrà succedere senza la presenza massiccia del Terzo Settore. 

Foto in apertura: Caivano, Giorgia Meloni e padre Maurizio Patriciello.
Credit Governo.it


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