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Sostenibilità

Calabria, nella Piana di Gioia Tauro c’è una fattoria sostenibile a 360 gradi

Fattoria della Piana è nata negli anni '30. Produceva latte e agrumi. Nel 1996 è diventata una cooperativa e nel 2008 ha avviato i processi interni di produzione di energia. La sostenibilità in Fattoria della Piana assume così un valore doppio. Il primo è quello sociale e comunitario, la capacità di riunire i piccoli e medi produttori della zona e farli crescere attorno ad un progetto comune, costruendo una rete di tutela e valorizzazione del territorio e dei suoi frutti, il secondo è quello economico

di Giulia Polito

Si fa presto a parlare di sostenibilità. È difficile invece riuscire ad applicare processi che abbiano realmente una ricaduta positiva sul territorio e sull’ambiente, soprattutto se si tratta di filiere produttive. Eppure, i temi della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa sono centrali per il futuro del pianeta e delle persone. Non è un caso che, stando a quanto ha rilevato l’Istat, nel 2022 ben il 50,3% delle imprese manifatturiere abbia intrapreso azioni di tutela ambientale. Fuori dalle statistiche, ci sono poi esempi di aziende virtuose che sulla sostenibilità hanno scommesso al punto da farne un vero e proprio core business. Una di queste sorge in una contrada della Piana di Gioia Tauro e dal proprio territorio di riferimento ha preso anche il nome: Fattoria della Piana.

La fattoria nasce originariamente negli anni ’30, la famiglia Giufrè qui produceva agrumi e latte. Nel corso dei decenni poi, sopravvivendo all’incidenza dei processi industriali, la fattoria si è evoluta sino a cambiare radicalmente la sua struttura. Federica Basile, presidente di Fattoria della Piana, racconta che ci sono stati due passaggi chiave che hanno di fatto riscritto la storia dell’azienda. Il primo arriva nel 1996 ed è rappresentato dalla costituzione della cooperativa «con cui la fattoria», spiega, «ha iniziato ad aprirsi al territorio». In un primo momento la fattoria produceva solo latte vaccino, «con la cooperativa siamo riusciti ad attrarre i soci che hanno fornito anche il latte di pecora e capra». Nel tempo i soci sono diventati circa 60 e il caseificio ha potuto così espandersi e iniziare a lavorare con i mercati italiani ed esteri. Il secondo passaggio avviene poi nel 2008, quando la fattoria ha avviato i primi processi interni di produzione di energia. È l’inizio di quella che sarà l’evoluzione di maggiore impatto per l’azienda e che condurrà alla costruzione di un sistema di economia circolare a 360 gradi.

Fattoria della Piana replica i cicli naturali attraverso un sistema integrato capace di produrre più energia di quanta necessaria per il funzionamento a pieno regime dell’azienda. L’impianto fotovoltaico da circa 400 kw sorge sopra le stalle e ha sostituito delle vecchie lastre di eternit. L’impianto di fitodepurazione di Fattoria della Piana è un sistema di depurazione naturale delle acque reflue che riproduce il sistema autodepurativo tipico degli ambienti acquatici grazie alla presenza di una pianta che favorisce la crescita della flora batterica e la produzione di agenti funzionali alla depurazione biologica. All’interno dell’impianto di fitoproduzione confluisce l’acqua proveniente dagli scarichi del caseificio, della sala mungitura, uffici e ristorante. Grazie alle 10mila piante presenti all’interno dell’impianto di 2.200 metri, la percentuale di abbattimento di inquinamento è del 97%. L’acqua così pulita viene poi riutilizzata per l’irrigazione. Infine, la centrale di produzione di biogas, con la potenza di 998 kw, consente di trasformare tutti gli scarti di produzione in energia elettrica: letame e liquame provenienti dalle stalle, il siero residuo delle lavorazioni del caseificio e gli scarti di produzione dei soci della cooperativa. Sono circa 90 infatti i soci che forniscono sottoprodotti agricoli per alimentare la centrale di biogas, non prima però che ciascun prodotto sia stato utilizzato fino al totale esaurimento. Un esempio è rappresentato dalla vinaccia, risultato della lavorazione del vino. Dall’azienda vinicola, la vinaccia viene passata alla distilleria per la produzione delle grappe e arriva solo alla fine a Fattoria della Piana per essere trasformata in energia.

La sostenibilità in Fattoria della Piana assume così un valore doppio. Il primo è quello sociale e comunitario, la capacità di riunire i piccoli e medi produttori della zona e farli crescere attorno ad un progetto comune, costruendo una rete di tutela e valorizzazione del territorio e dei suoi frutti. Un impegno che passa anche dall’immissione di energia pulita su rete nazionale in quantità sufficiente da coprire il fabbisogno di 2.680 famiglie. Il secondo è quello economico: «Ragionare in termini di sostenibilità ambientale»,  spiega Basile, «ci ha permesso di risolvere tanti problemi. La circolarità delle produzioni è un grande vantaggio economico perché ci permette di non spendere nulla e di guadagnare dall’energia venduta. Il segreto è riuscire a trasformare i problemi in occasioni per accrescere il valore aziendale». 

L’ecosistema di Fattoria della Piana è valso numerosi riconoscimenti. L’ultimo è il premio “Impresa Sostenibile” del Sole 24 Ore, patrocinato dalla Pontificia Accademia per la Vita e in collaborazione con Confindustria e Banco Bpm: «Viene premiata»,  commenta Basile la capacità di avere un approccio completo e inclusivo di tutti i settori della nostra filiera». Oggi l’obiettivo di Fattoria della Piana è quello di crescere nella responsabilità sociale, incrementando i progetti di alternanza scuola-lavoro e potenziando la collaborazione già attiva con l’associazione Seconda Chance per l’inclusione socio-lavorativa dei detenuti. Creare «lavoro reale e pagato giustamente» nella Piana di Gioia Tauro vuol dire farsi centrale di energia umana, punto di raccolta e di trasformazione del potenziale delle persone che proviene dal territorio e al territorio ritorna. E che è l’unica garanzia possibile di sviluppo e di futuro.