Welfare
Dentro il progetto nazionale IP IP URRÀ
Il progetto trova vita nel quartiere Bella di Lamezia Terme dove forte è la presenza di famiglie migranti, dove la scuola e la piazza, i vicoli, sono la voce dei bambini e di una comunità che cresce e abbatte muri con il dialogo e con lo scambio reciproco del baratto sociale.Grazie a questo tipo di approccio, negli anni, è accaduto di poter garantire la mensa scolastica per i bambini che altrimenti non avrebbero potuto permetterselo e avere in cambio l’ aiuto delle mamme per attività creative che hanno, per esempio, regalato alla collettività una nuova pista ciclabile all’ interno del cortile della scuola.
10 regioni e 23 partner coinvolti sono i numeri della rete nazionale di Ip Ip Urrà Metodi e Strategie Informali per Mettere l'Infanzia Prima. Un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile che parte da Scampia e viaggia verso il nord dell’ Italia fino ad Alzano e verso Sud si spinge oltre lo Stretto e abbraccia Messina.
Passando da Firenze, Moncalieri, Roma, Lecce e Lamezia Terme, Ip Ip Urrà coinvolge fondazioni, associazioni, cooperative e enti di terzo settore già impegnate a costruire strategie territoriali e condivise per contrastare la povertà educativa fin dalla prima infanzia.
Chi rom e…chi no, associazione di Scampia è capofila di questo prezioso percorso condiviso di cui fanno parte la Cooperativa Sociale Il Cantiere (Albino, Valle Seriana), Coop L'Abbaino, Consorzio Mestieri Toscana (Firenze), Coop. Soc. Mignanego (Genova), Associazione Comunità Progetto Sud (Lamezia Terme), Ass. Fermenti lattici (Lecce), EcoS-Med coop. soc. (Messina), La Kumpania (Napoli) Libera Compagnia di Arti & Mestieri Sociali (Pioltello), Associazione 21 luglio (Roma), Coop. Soc. Educazione Progetto (Torino), Fondazione Zancan, Università Federico II centro Sinapsi e tante scuole sparse lungo lo stivale.
In Calabria è la Comunità Progetto Sud, a Lamezia Terme, a cucire i pezzi della rete socio-educativa territoriale coinvolgendo famiglie, scuola, comunità nell’ azione del prendersi cura e del sostegno dei più fragili e dei più piccoli.
«Un progetto partito tre mesi fa – dice Maria Elena Godino, responsabile territoriale di IP IP – che sta facendo i conti con la seconda ondata del Covid ma che sta anche ridisegnando spazi, virtuali e misti, nei quali stiamo imparando a muoverci insieme e che rappresenteranno, siamo certi, una risorsa anche in futuro nel contrasto alle povertà educative».
«Abbiamo aggiornato la mappa dei bisogni – continua la psicologa della Comunità Progetto Sud – non dimenticando la pedagogia del gioco tradizionale e di quella metodologia valsa il Premio per l’ innovazione sociale Angelo Ferro nel 2018 che abbiamo chiamato “La scatola dei giochi” grazie alla quale stabiliamo un contatto che oltrepassa le barriere della incomunicabilità e della diffidenza per approcciare ad una relazione di complicità che diventa azione educativa».
Il progetto si sviluppa partendo dalla strada, per continuare a scuola e poi è l’ uscio di casa che diventa luogo d’ incontro e di confidenza.
Ip ip urrà trova vita nel quartiere Bella di Lamezia Terme dove forte è la presenza di famiglie migranti, dove la scuola e la piazza, i vicoli, sono la voce dei bambini e di una comunità che cresce e abbatte muri con il dialogo e con lo scambio reciproco del baratto sociale.
Grazie a questo tipo di approccio, negli anni, è accaduto di poter garantire la mensa scolastica per i bambini che altrimenti non avrebbero potuto permetterselo e avere in cambio l’ aiuto delle mamme per attività creative che hanno, per esempio, regalato alla collettività una nuova pista ciclabile all’ interno del cortile della scuola.
«Oggi siamo in una rete nazionale -conclude la Godino- che lavora sulle stesse tematiche e questo ci da la forza del confronto e della crescita per affrontare le sfide con nuovi occhi».
«Siamo consapevoli che questa è un'occasione importante oltre che necessaria in questo momento di particolare disorientamento e fragilità per tutto il Paese – dice Barbara Pierro, presidente dell’associazione capofila Chi rom e…chi no di Scampia – Un cammino lento e in luoghi naturali al fianco di chi vive in condizioni di vulnerabilità per scoprire i talenti personali, rafforzare le competenze di grandi e piccini e seminare lo spirito di comunità coese e solidali».
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