Napoli
Il Rione Sanità consegna all’Unesco un profondo senso di Umanità
In occasione della conferenza mondiale dell’Unesco “Naples Conference on culture heritage in the 21st Century” per i cinquant’anni della Convenzione sul “patrimonio universale” e i vent’anni di quella sul “patrimonio immateriale”, i delegati e la direttrice generale Unesco, Audrey Azoulay, hanno scelto di visitare il Rione Sanità di Napoli: «Ho vissuto un’esperienza originale e potente che permette di riscoprire un patrimonio sottostimato che è la Sanità, un quartiere popolare, dove non entravano visitatori», ha raccontato Azoulay alla fine della visita
di Redazione
In occasione della Conferenza mondiale dell’Unesco “Naples Conference on culture heritage in the 21st Century” per i cinquant’anni della Convenzione sul “patrimonio universale” e i vent’anni di quella sul “patrimonio immateriale”, tenutasi nel capoluogo partenopeo dal 26 al 29 novembre, i delegati e la direttrice Generale Unesco, Audrey Azoulay, hanno scelto di visitare il Rione Sanità di Napoli.
Lo storico quartiere ha sancito così l’inizio e la fine degli itinerari di scoperta della città organizzati per i circa 194 esperti e ministri degli Stati membri dell’Unesco: tappa scelta dai delegati appena arrivati a Napoli e dalla direttrice Generale prima di lasciare la città.
Il primo incontro è avvenuto domenica 26 novembre 2023. Alla visita ha partecipato, tra tanti, Ang Ming Chee, general manager George town world Heritage incorporated, che ha posto le basi per un ponte simbolico che unisce la sua Malesia al Rione Sanità.
Stamani invece, la visita della direttrice generale, Audrey Azoulay, che ha visitato le Catacombe di Napoli, la Basilica di Santa Maria della Sanità, il Presepe Favoloso, il Cimitero delle Fontanelle, i murales in Piazza Sanità e la Chiesa di Santa Maria Maddalena ai Cristallini insieme ai giovani della cooperativa La Paranza.
Al termine del percorso Azoulay ha affermato: «Ho vissuto un’esperienza originale e potente che permette di riscoprire un patrimonio sottostimato che è la Sanità, un quartiere popolare, dove non entravano visitatori. La Paranza ha permesso di far conoscere il patrimonio culturale del quartiere attraverso il coinvolgimento dei giovani, mettendo a disposizione della comunità spazi abbandonati. È un esempio straordinario di coinvolgimento, di partecipazione della comunità locale nella riscoperta del proprio patrimonio e anche di impegno per il coinvolgimento dei giovani nella cultura…tutti valori condivisi con Unesco».
Non è un caso che, nell’ambito del forum mondiale incentrato sui temi della tutela del patrimonio universale e del patrimonio culturale immateriale nelle aree di crisi, della sostenibilità del turismo e del suo impatto sui territori di riferimento, si sia scelto di visitare proprio il Rione Sanità, quel quartiere di Napoli interessato da anni da un reale processo di rigenerazione sociale e culturale guidato dalla Paranza e dalla Comunità di patrimonio del quartiere.
Un processo che ha cambiato il destino del quartiere e della sua comunità, come ha raccontato Don Antonio Loffredo – che ne è stato l’ispiratore – intervenendo alla Conferenza Internazionale Unesco “Heritage in Urban Contexts from Ancient to “Smart” Cities: a voice from Naples”, tenutasi ieri 29 dicembre 2023 al Palazzo Reale.
L’esperienza della cooperativa La Paranza è un esempio di innovazione sociale e rigenerazione urbana che ha suscitato grande ammirazione in tutti i rappresentanti Unesco, colpiti e affascinati dal profondo senso di umanità che hanno poi riscontrato durante la visita al quartiere tanto da sentirsi “a casa”.
Ciò che è accaduto al Rione Sanità è, in effetti, la manifestazione concreta di cosa succede quando si dà piena attuazione ai principi della Convenzione di Faro, ovvero la testimonianza di quanto i patrimoni culturali non abbiano solo una funzione artistica ed estetica né tanto meno turistica, ma siano in grado – nella misura in cui vengono resi fruibili ed intesi come beni comuni messi al servizio della comunità – di incidere realmente sui processi di rigenerazione urbana e di inclusione sociale.
Il caso della Paranza e delle Catacombe di Napoli è presente anche tra le 60 migliori pratiche presenti nel catalogo “Cultural Heritage in Action” dell’Unione Europea, pubblicato nel marzo 2023 per fornire alle città e alle regioni d’Europa linee d’indirizzo e casi esemplari per affrontare le principali sfide della contemporaneità: la disuguaglianza e l’esclusione sociale, la rapida urbanizzazione, i cambiamenti nei sistemi di governance e il cambiamento climatico.
Nella pubblicazione sono state selezionate le pratiche che promuovono la governance partecipativa, il riutilizzo di edifici storici e la qualità degli interventi sul patrimonio culturale con particolare riguardo ad esperienze innovative che rappresentano fonte di ispirazione per altre città e regioni ed hanno un impatto reale sul territorio.
Il “Modello Sanità” insegna, in fondo, che prendersi cura del patrimonio culturale significa prendersi cura delle persone secondo la logica della generatività e della solidarietà. Del resto, è l’Uomo inteso come soggetto portatore di umanità, memoria e creatività a rappresentare l’anello di congiunzione tra patrimonio culturale materiale e patrimonio culturale immateriale.
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È per questo che al Rione Sanità, dove la bellezza molto spesso convive con gli umiliati e con situazioni di disagio sociale, si è deciso di riscrivere la speranza ripartendo dalla Cultura della cura e dalla Cura della cultura.
Ciò è significato da un lato, recuperare spazi abbandonati per farli diventare luoghi di aggregazione e di sana socialità dove educare i ragazzi alla cultura della cooperazione e dell’inclusione; dall’altro, investire sui giovani del territorio, quelle “pietre scartate” che diventano i protagonisti di un processo che consolida l’identità comunitaria e rafforza la coesione sociale.
“Solo riconoscendo che gli oggetti e i luoghi sono importanti per i significati, per gli usi che le persone attribuiscono loro e per i valori che rappresentano, riusciremo nella difficile impresa di essere fedeli alla bellezza e agli umiliati”, questo l’insegnamento che Don Antonio Loffredo e i suoi ragazzi della cooperativa La Paranza consegnano all’Unesco.
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