Calabria
Neet e minori migranti non accompagnati, sosteniamoli con la formazione professionale
Conclusa la prima annualità di “Aprirsi al futuro – Percorsi di integrazione lavorativa”. Il progetto è promosso da Fondazione Avsi. L’iniziativa è nata con l’obiettivo di sostenere neet e minori migranti non accompagnati in due città calabresi - Soverato e Cosenza - attraverso la formazione professionale
Conclusa la prima annualità di “Aprirsi al futuro – Percorsi di integrazione lavorativa”, il progetto promosso da Fondazione Avsi e sostenuto da Enel Cuore. L’iniziativa è nata con l’obiettivo di sostenere neet e minori migranti non accompagnati in due città calabresi – Soverato e Cosenza – attraverso la formazione professionale. Se l’Italia è tra i Paesi europei con il maggiore tasso di giovani disoccupati e inattivi, la Calabria rappresenta una delle regioni più problematiche da questo punto di vista. «È un territorio molto fragile, – dichiara Veronica Dal Moro, capo progetto di “Aprirsi al futuro” per Avsi – ecco perché ci siamo arrivati sotto varie sollecitazioni».
Il progetto è nato dal confronto con i partner locali (in particolare Associazione Amici di Don Bosco di Soverato, Associazione DB IME Ets e Cooperativa Sociale La Terra di Cosenza) e le istituzioni, che hanno manifestato «una carenza di progettualità sociali sul territorio – racconta Dal Moro – e di opportunità per i giovani». Da qui l’esigenza di sviluppare un’idea che offrisse delle occasioni nuove ad un gruppo di giovani selezionati dai partner locali e che avesse come obiettivo primario quello di motivarli a intraprendere un percorso di crescita personale prima ancora che professionale. «È un aspetto che a seconda dei beneficiari assume un valore diverso: nel caso dei giovani calabresi si tratta di un percorso motivazionale, in quello dei giovani stranieri un aiuto nel farli sentire parte della comunità».
Proprio i migranti hanno rappresentato la maggior parte dei partecipanti (15 in totale) ai corsi di formazione previsti dalla prima annualità del progetto a Soverato, iniziati nel settembre 2023. «Considerata la vocazione turistica del territorio, – spiega Dal Moro – si è scelto l’hotellerie come ambito di formazione tecnica, ma sono stati proposti anche alcuni moduli dedicati alla relazione e alla comunicazione, all’accoglienza e al servizio clienti. In altre parole, alle soft skills che possono tornare utili in qualsiasi ambito i ragazzi decideranno di impegnarsi».
In totale sono 120 ore di formazione, alle quali sono seguiti tre mesi di tirocinio presso i ristoranti, i bar e le pasticcerie di Soverato. «È in atto adesso la seconda fase, ovvero quella di accompagnamento verso il mondo del lavoro, grazie non solo ai docenti dei corsi ma anche ai tutor e gli psicologi che li hanno seguiti e continuano a supportarli. Volevamo infatti che questo percorso rappresentasse un motore motivazionale per loro, per incentivarli a proseguire autonomamente nella formazione, negli studi e in ciò che decideranno di fare in futuro. È l’aspetto sociale che ci interessava di più».
A Cosenza, invece, il progetto “Aprirsi al futuro” si è posto anche un altro obiettivo: «Collaboriamo sul posto con la Cooperativa La Terra che gestisce già una casa famiglia, in cui vengono accolti ragazzi che non possono stare in famiglia, e un CAS per migranti adulti. Vogliamo sostenere la cooperativa in un percorso interno di miglioramento e ampliamento dei propri servizi, lavorando su alcuni aspetti, come la comunicazione e il fundraising. Si tratta di una proposta di potenziamento dedicato alla struttura e allo staff che vi lavora». Ecco allora che sulla seconda annualità del progetto l’idea è «di ripetere a Soverato il percorso formativo già intrapreso, con l’obiettivo di rafforzare la rete che si è venuta a creare, fatta di strutture di accoglienza, enti di Terzo Settore, istituzioni e imprenditori locali. Sono realtà che messe insieme possono costituire un circuito virtuoso». E a Cosenza «vogliamo iniziare ad implementare i servizi, a raccogliere frutti». In generale «speriamo di poter continuare a lavorare in Calabria, proponendo altre azioni per stimolare il territorio e le persone che lo abitano».
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