Beni confiscati
Sfidiamo l’autismo a larghe bracciate
Allo Zen molti giovani nello spettro autistico hanno trovato nell'associazione "Il Sottomarino" una seconda famiglia. Con tanti successi sportivi, dal nuoto all'atletica, ma soprattutto una grande crescita di autostima

Forse con quell’incendio volevano spaventarli, ma per loro la vita è una continua scommessa, da vincere ogni giorno attraverso tanto impegno e sempre col sorriso sul viso. I ragazzi nello spettro autistico che animano l’associazione “Il Sottomarino” di certo non si scoraggiano mai e lo dimostrano quando scendono in acqua. Si sono classificati terzi nel campionato Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, hanno raccolto medaglie su medaglie con la Federazione Italiana Sport Disabili Intellettivo e Relazionali: in piscina, non ci sono dubbi, non hanno rivali.
Nessuno così si è scoraggiato nemmeno quando hanno trovato parte della loro struttura, che sorge nel quartiere palermitano dello Zen, incenerita dal fuoco divampato durante la notte. «L’incendio è stato appiccato nella parte esterna, quella che dà sulla cucina. Per cui», racconta Giulio Polidoro, presidente dell’associazione nata nel 2011, «si è bruciata la persiana di legno, è crollata la finestra interna, pezzi d’intonaco, rendendo la cucina inutilizzabile. Sono andati distrutti gli elettrodomestici ed è diventata impraticabile anche una stanza dove si portavano avanti attività di psicomotricità, le terapie e molto altro. Anche i giochi e gli strumenti si sono anneriti. A chi mi chiede se fosse un atto rivolto proprio a noi, dico che non lo penso. Credo che sia stato un gesto simbolico legato al fatto che l’edificio in cui lavoriamo è un bene confiscato alla mafia. Non posso e voglio pensare che fosse indirizzato proprio alla nostra realtà».

Una scuola di nuoto, ma non solo
«La squadra di nuoto è formata dai ragazzi autistici», prosegue Polidoro «mentre quelli con disabilità fisica hanno formato una squadra di atletica. Abbiamo anche un’altra piccola formazione di calcio a cinque, sempre composta da persone con disabilità intellettive e moltissime attività laboratoriali che si svolgono durante tutto l’anno. Nella piscina che c’è in sede facciamo terapie in acqua per i bambini più piccoli, di 7-8 anni, mentre i più grandi – arriviamo fino a 40 anni – si allenano nelle piscine del territorio».
Queste attività hanno come comune denominatore il sentirsi famiglia. Per tutti loro lo sport diventa un’opportunità per acquisire autostima e fiducia in se stessi, sviluppare capacità di socializzazione, condividendo non solo i momenti in acqua o sul campo sportivo. Prova ne è il successo che sta raccogliendo Giuseppe Cusimano, un giovane con sindrome di Asperger che lavora per l’associazione seguendo i più piccoli nel nuoto, autore del libro La tinta della vita è verde, un romanzo autobiografico.
«Scrivere un libro non era nei miei sogni», spiega Cusimano, «ma, piano piano, grazie alla fiducia che ho acquisito in me stesso e al sostegno dell’associazione, ho raggiunto un obiettivo importante. Spero che anche gli altri ragazzi riescano a tirare fuori i talenti che spesso invece, per timori di varia natura, rimangono sopiti dentro di noi. È bello sentirsi una famiglia, anche senza legami di sangue».

Della “famiglia” fanno parte circa 160 soci, pronti a scendere in campo a sostegno di iniziative che puntano a sensibilizzare la comunità. «Perché Il Sottomarino? Ma perché abbiamo sempre immaginato i nostri ragazzi come dei sommergibili: hanno le loro difficoltà, ma sono in grado di vivere adattandosi sia dentro che fuori dall’acqua. Crediamo che questi risultati si raggiungano solo quando si mette il cuore in quello che si fa. Noi lo mettiamo, ma loro ci dimostrano di averlo più grande del nostro».
Le foto sono state fornite dalla stessa associazione.
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