Salute

Talità Kum, a Iglesias un poliambulatorio gratuito per i “fantasmi” della sanità pubblica e privata

In uno dei territori più disagiati d'Italia, è stata inaugurata una struttura in cui medici e infermieri di varie specializzazioni offrono gratuitamente le loro prestazioni a favore di non meno di 600 persone con gravi disagi economici. Il progetto della cooperativa sociale Casa Emmaus è supportato dal Comune e dalla diocesi di Iglesias, in collaborazione con la Asl

di Luigi Alfonso

Un esercito di “fantasmi” per la sanità pubblica e privata, che tuttavia non sono passati inosservati. Sono circa seicento, in buona parte anziani. Oltre a loro ci sono le tante persone in età da lavoro che faticano ad arrivare a fine mese. E ancora, immigrati in cerca di occupazione. Tutti loro da tempo hanno rinunciato, a malincuore, alle cure sanitarie. Ma da qualche giorno, a Iglesias (50 km da Cagliari), hanno la possibilità di accedere a Talità Kum, il nuovo poliambulatorio inaugurato ufficialmente oggi.

I rappresentanti di Comune, diocesi e Casa Emmaus al taglio del nastro

L’iniziativa del Comune di Iglesias e della Conferenza episcopale italiana (attraverso la diocesi), in collaborazione con la Asl di Carbonia Iglesias, parte da un progetto presentato dalla cooperativa sociale Casa Emmaus, la quale oltre un anno fa aveva acquistato questo immobile per adibirlo ad ambulatori medici e infermieristici gratuiti per persone in condizioni di povertà ed emarginazione sociale. L’idea è piaciuta subito a tutti gli interlocutori, anche perché il territorio è caratterizzato da una situazione sociale ed economica molto complessa, generata negli ultimi decenni dalla chiusura delle attività minerarie e della maggior parte delle imprese del settore industriale. Quest’area registra da tempo uno dei più elevati tassi di disoccupazione di tutto il Paese. Queste criticità si traducono in una crescente difficoltà di accesso ai servizi sanitari, con ripercussioni dirette sulla salute e sul benessere della popolazione più vulnerabile.

Un operaio al lavoro a Talità Kum

«Da alcuni anni non riesco più a fare le visite che dovrei fare nei tempi previsti, nonostante le mie patologie: le liste d’attesa sono troppo lunghe e io mi sto aggravando», spiega Caterina (nome di fantasia, utilizzato per proteggere l’anonimato di questa donna di 67 anni). «Sono pensionata, prendo la minima, non posso rivolgermi agli specialisti privati perché non posso permettermelo. E, come me, conosco tante persone nelle stesse condizioni».

«Io sono più giovane della signora, lavoro ma non posso permettermelo neppure io», sottolinea Franco, 48 anni, che ascolta incuriosito la conversazione poco prima del taglio del nastro. «Sono qua perché questa iniziativa mi restituisce speranza. Guadagno 1.200 euro al mese, siamo un nucleo familiare monoreddito: io, mia moglie e una bambina. Paghiamo l’affitto, dunque non abbiamo i soldi per pagare i ticket. Mi hanno detto che il mio Isee rientra nel tetto stabilito (10.140 euro, ndr) per accedere ai servizi di Talità Kum. Un dono dal cielo, ringrazio quanti hanno contribuito a questa iniziativa».

Un momento della ristrutturazione del poliambulatorio di Iglesias

Gli ambulatori offrono consulenze e visite specialistiche di nefrologia, cardiologia, ematologia, urologia, psicologia, psichiatria, neuropsichiatria, logopedia, chirurgia generale, oncologia, nutrizione. Non si esclude che, in futuro, si possano aggiungere ulteriori specializzazioni in seguito all’adesione al progetto di nuovi professionisti.

«Talità Kum rappresenta la vera missione di Casa Emmaus», spiega la presidente della cooperativa sociale, Giovanna Grillo. «Ci occupiamo di persone che hanno fragilità importanti. Nel Sulcis Iglesiente c’è una grandissima povertà e molte famiglie non riescono ad accedere alle cure sanitarie perché non riescono a pagare neppure i 17 euro del ticket di una visita, perché fa la differenza tra il mangiare e l’arrivare a fine mese oppure no. Noi non possiamo far finta di nulla e voltarci dall’altra parte. È molto bella e significativa l’unione di intenti da parte delle istituzioni che si prendono cura del territorio insieme al Terzo settore».

Da sin.: Giovanna Grillo, mons. Mario Farci e il sindaco Mauro Usai

«Talità Kum è una frase in aramaico pronunciata da Gesù di Nazareth, significa “Fanciulla, io ti dico: alzati!”. Il Cristo riportò in vita una bambina morta a causa di una forte emorragia», spiega monsignor Mario Farci, vescovo di Iglesias. «È tipico della fede cristiana l’attenzione alla vita. Per la nostra diocesi, l’attenzione alla salute significa attenzione all’altro. E nell’altro c’è la presenza stessa di Dio».

L’edificio, che un tempo ospitava gli uffici dell’ex Agenzia delle entrate, è stato bonificato e ristrutturato dalla cooperativa sociale, anche con il lavoro di alcune persone immigrate o con disagi vari che da tempo trovano ospitalità nelle comunità di Casa Emmaus. Un modo per restituire alla collettività locale il supporto e le attenzioni che, in 38 anni di attività, non sono mai mancati.

«Il problema della sanità e della difficoltà nell’accesso alle cure è ormai vissuto quotidianamente dalla fascia della popolazione più debole, quella che ha problemi di natura economica e che maggiormente ha difficoltà a recarsi per le cure, la diagnostica e le attività di prevenzione nei centri lontani dalla nostra città», sottolinea il sindaco di Iglesias, Mauro Usai. «Nel 2023 il 7,6% della popolazione ha rinunciato alle cure per difficoltà economiche o per i tempi lunghi delle liste d’attesa. Si parla tanto delle riforme ospedaliere, in realtà la risposta più concreta a questo disagio la troviamo qui, grazie a un’impresa sociale che garantisce il reinvestimento dei propri utili nei confronti della nostra comunità. La popolazione aspetta con ansia l’avvio a pieno regime di questo ambulatorio. Le comunità locali, da questo punto di vista, dimostrano di avere la capacità di dare le risposte ai propri cittadini anche oltre le proprie competenze».

I dati Istat più recenti evidenziano una realtà preoccupante: il tasso di disoccupazione è arrivato al 21,4% (ben superiore alla media regionale, che è del 18,6%, e quasi il doppio della media nazionale, pari all’11,4%); la disoccupazione per genere è del 24,1% per le donne (rispetto al 21% regionale e al 13,6% nazionale) e del 19,3% per gli uomini (contro il 17% regionale e il 9,8% nazionale); la disoccupazione giovanile addirittura arriva al 59,2%, un valore nettamente superiore alla media sarda (48,5%) e nazionale (34,7%). Questi numeri evidenziano come una larga fascia della popolazione sia esposta a condizioni di estrema precarietà economica che, inevitabilmente, ostacolano l’accesso alle cure mediche.

Gli ambulatori Talità Kum hanno il compito di effettuare medicazioni, monitorare pazienti cronici e svolgere attività di prevenzione, attraverso l’impiego di medici e infermieri volontari, tra cui professionisti in pensione, che mettono a disposizione la propria esperienza per la gestione delle attività ambulatoriali. I servizi sociali del Comune di Iglesias selezionano i pazienti attraverso una valutazione dell’Isee, garantendo equità e trasparenza nell’accesso ai servizi; allo stesso tempo, hanno avviato un monitoraggio delle condizioni di vulnerabilità, per identificare e supportare le persone con maggiore necessità. I servizi saranno presto estesi ai Comuni del territorio, nell’ambito di una stretta collaborazione tra enti locali.

La presentazione della nuova struttura sociosanitaria a Iglesias

«È un bellissimo progetto che arricchisce i servizi del territorio e traccia un percorso virtuoso per la sanità del Sulcis, ma che rappresenta anche un esempio per l’intera regione», è il commento di Armando Bartolazzi, assessore regionale dell’Igiene, sanità e assistenza sociale. «Il tema dell’integrazione sociale e sanitaria è il punto focale di questo progetto: offrire assistenza sanitaria a chi si trova in condizioni di fragilità economica e sociale offrendo cure specialistiche ad ampio spettro».

Biagio Sciortino, presidente del coordinamento Intercear

«Si tratta di un bellissimo esempio di buone pratiche che sarà mia premura portare a conoscenza delle altre regioni italiane, attraverso la nostra rete nazionale», afferma Biagio Sciortino, presidente del coordinamento Intercear che raggruppa tutte le realtà regionali che si occupano di dipendenze. «Un modello virtuoso di cosa possa fare la collaborazione concreta tra istituzioni e Terzo settore».

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