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Volontario dove sei?

La fuga degli attivisti dalle associazioni tradizionali segnalata dall’Istat certifica una crisi profonda di un modello organizzativo. Ma non è certo la fine della partecipazione civile di giovani e meno giovani. L’inchiesta firmata da Riccardo Bonacina apre il servizio di copertina del magazine di settembre in distribuzione da oggi

di Redazione

«L’allarme è scattato il 10 maggio di quest’anno, dopo che l’Istat ha reso noti i risultati di una nuova rilevazione sulle istituzioni non profit che ha coinvolto un campione molto ampio, circa 110mila realtà sulle oltre 363mila attive nell’anno di osservazione. Fra i tanti quesiti posti c’era anche quello del numero dei volontari attivi in ciascun ente e le risposte ci dicono che dal 2015 al 2021 il numero delle persone che offrono gratuitamente il loro tempo e le loro capacità alle varie realtà non profit è passato da 5,52 a 4,66 milioni. L’allarme serpeggiava già da tempo. Ma ora l’Istat ha fornito un numero e una percentuale: quasi un milione di volontari in meno nelle organizzazioni non profit, una perdita del 15,7%. 

Nel 2015 l’80% delle organizzazioni, secondo i dati Istat, poteva contare su volontari, numero che è sceso al 72% nel 2021. Il colpo di grazia è arrivato dal Covid, ma il crollo viene da lontano. «La pandemia ha sicuramente influito molto», spiega Sabrina Stoppiello della Direzione centrale per le statistiche economiche di Istat «e questo si nota già dal fatto che sono diminuite nel 2021 le organizzazioni che operano con i volontari. I dati dovranno essere approfonditi e incrociati, ma la sensazione è che siamo di fronte ad un progressivo ridimensionamento del settore con una prevalenza di piccole realtà rispetto alle più grandi e strutturate. Sul totale delle organizzazioni con volontari pesano sempre di più quelle di dimensioni molto piccole, 1-2 volontari. Le più grandi ne avevano in media 131 e nel 2021 sono passate a 111». Il trend che dice della diminuzione di volontari nelle organizzazioni è confermato anche da un focus sulla Lombardia di Fondazione per la Sussidiarietà in collaborazione con Istat, a Milano che si conferma una città a forte vocazione solidale con 180mila volontari, svolgono attività benefiche oltre 15 persone su 100 fra gli over 14 anni. Ma solo due terzi dei volontari milanesi operano in organizzazioni, mentre un terzo si attiva in modo diretto».

Inizia così l’approfondita inchiesta firmata da Riccardo Bonacina sulla crisi del volontariato tradizionale, ma soprattutto alla scoperta delle nuove modalità di essere cittadini attivi, che dà il titolo al numero del magazine di settembre in distribuzione da oggi. L’illustrazione di copertina è opera di Davide Comai. All’interno tante voci di osservatori qualificati: Mauro Magatti, Luigi Bobba, Sebastiano Citroni, Andrea Salvini, Michele D’Alena, Paolo Venturi, Alessandro Rosina, Johnny Dotti, Ennio Ripamonti ed Edoardo Patriarca. Sempre nel primo capitolo parlano anche la presidente di Csvnet Chiara Tommasini, il referente della Rete Volontariato Europeo Emanuele Alecci e la coordinatrice del Centro servizio volontariato Trentino e membro della cabina di regia di Trento Capitale Europea del Volontariato 2024 Francesca Fiori. Inoltre Elisa Cozzarini firma un interessante articolo sulla convergenza fra i Fridays for Future e Arci Torino. 

Nel secondo capitolo diamo spazio alle voci dei volontari. Sono 21 interviste da leggere quelle che abbiamo raccolto in queste pagine. Emerge la fotografia di un pezzo d’Italia che rappresenta milioni di persone e dedica tempo ed energie alla cura, alla solidarietà e ai beni comuni. Un pezzo di Paese, incensato in caso di emergenze o dei momenti istituzionali, ma in fondo poco conosciuto.   

Chi sono i volontari oggi? Perché lo fanno? Lo abbiamo voluto chiedere in prima battuta a loro. Ascoltiamo le loro voci. 

Alessio Nisi firma poi un focus su 15 fra le maggiori organizzazioni di volontariato a cui abbiamo posto alcune domande focali: il trend dei volontari che partecipano alle loro attività, la loro età media, il tempo di permanenza, le modalità di reclutamento e il tipo di attività che svolgono. Ci hanno risposto: Amnesty International Italia, Anpas, Auser, Avis, Comunità di Sant’Egidio, Croce Rossa Italiana, Emergency, Fai, Greenpeace, Lav, Medici con l’Africa Cuamm, Misericordie, Papa Giovanni XXIII, Unicef Italia, Wwf Italia. 

Il capitolo si chiude con 4 pagine firmate da Nicola Varcasia sul ritorno del volontariato aziendale. Fra le aziende citate Edison, Barilla, Reale Group, Gsk, Biogen e Cisco; realtà che spesso collaborano con soggetti non profit come Dynamo Camp, Sodalitas, Csv di Padova e Rovigo e Junior Achievement Italia. 

Sette interventi firmati caratterizzano infine il terzo capitolo. Ogni autore ragiona su una parola chiave di quello che abbiamo chiamato il “volontariato politico”, ovvero un volontariato che non si limite a dare risposte a un bisogno, ma vuole essere protagonista delle decisioni strategiche della propria comunità: Alessandro Bergonzoni (Scelta); Elena Granata (Placemaker); Dario Di Vico (Ruolo Politico); Anna Barbara (Nuovi Strumenti); Ivo Lizzola (Organizzazioni); Daniela Ciaffi (Democrazia). Con la chiosa di Riccardo Bonacina, che anticipa alcuni dei passaggi più significativi di “Io avrò cura di te”, l’antologia dei discorsi e degli interventi di Papa Francesco sul volontariato che uscirà nei prossimi giorni per Solferino. 

Gli altri contenuti del numero

L’editoriale (“Se manca il senso, democrazia ed economia vanno a sbattere”)  è firmato dal professor Leonardo Becchetti, che dal 28 settembre sarà uno dei protagonisti del Festival dell’Economia Civile di Firenze. 

Gli sguardi sul futuro di Forward come di consueti sono a cura di Ivana Pais, Giovanni Biondi, Stefano Granata, Luca De Biase, Gianluca Salvatori, Sergio Gatti, Doriano Zurlo, Anna Detheridge e Maurizio Crippa

Nella carrellata dei pezzi brevi di Rewind da segnalare, fra gli altri contenuti, un reportage sulla situazione di anziani, disabili e malati in Ucraina grazie alle testimonianza dell’ong Intersos e  l’esperienza di un laboratorio artistico nato a Busto Arsizio in un centro diurno attivato dalla cooperativa sociale Società Dolce.  


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