Welfare

Voucher e Lea, parliamone: ma basta con le teorie

Paola Menetti (Legacoopsociali)

di Redazione

Vorrei porre due questioni per passare da una fase di condivisione teorica del Libro Bianco a una di costruzione di politiche. La prima questione riguarda il lavoro, e in particolare il voucher. Si parla di voucher nel settore dei servizi alla persona, cioè di politiche di sostegno alle famiglie, e va bene. Ma quando si offre a una famiglia un voucher da scambiare con i servizi di cui ha bisogno, non si è risolta la partita. Chi coltiva il rapporto? Chi fa da mediatore con il mercato dei servizi? Perché in questo settore si vuol sì comprare, ma non essere solo consumatori: occorre decidere, adattare, ritagliarsi il servizio in base alle proprie esigenze. Chi accompagna le famiglie in questo? Poi c’è il voucher lavoro. Sicuramente esistono figure specifiche sul mercato del lavoro sociale che possono trarre vantaggio dal voucher, ma lo considererei uno strumento temporaneo, anche perché le famiglie richiedono una continuità relazionale con il prestatore di cura che il voucher non garantisce. Come inserire la badante del non autosufficiente grave in uno schema di questo tipo?
La seconda questione riguarda i Lea, i livelli essenziali di assistenza. Ovviamente c’è un problema di razionalizzazione della spesa, ma le famiglie devono sapere che cosa in questo Paese è un diritto, quindi garantito in tutto il territorio. Lo stesso si dica per strumenti come il bonus per gli indigenti o la social card, utilissimi, ma che nel tempo dovranno smettere di essere una provvigione senza prospettive e diventare strumenti che un cittadino di questo Paese possa sentire suoi perché paga le tasse ed è quindi sicuro di poter chiedere.
Il welfare del futuro non può essere che strutturalmente sussidiario. Ma oggi il sistema delle imprese sociali, complessivamente inteso, è riconosciuto nel suo valore e niente affatto sostenuto nella sua attività. E questo è un problema che non può essere ignorato all’infinito. I nodi da affrontare sono tanti: regimi fiscali, modalità di gestione finanziaria, tempi di pagamento? tutte questioni che influiscono sull’esistenza stessa di questo mondo di imprese sociali. Pur rendendomi conto che la stagione è quella che è, ho l’impressione che il tempo dei fatti sia arrivato.

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