Non profit
w la coop: più confronto e conforto
Intervista a Raffaella Maioni, neo eletta leader di Acli Colf
di Redazione
Conciliare i diritti di chi offre servizi di cura e quelli di chi li riceve, anche attraverso la costituzione di cooperative. Ecco le proposte della nuova presidente di Acli colfAnche Acli Colf (7mila lavoratrici associate, 40 circoli territoriali operativi in altrettante province) sottolinea l’importanza della formazione. Ma per andare oltre. Verso una ridefinizione del ruolo e delle tutele delle badanti e, contemporaneamente, verso l’introduzione di forme di sostegno alle famiglie. Nell’ottica di un welfare che sappia conciliare i diritti di chi offre servizi di cura e quelli di chi li riceve. Come spiega Raffaella Maioni, neoeletta presidente dell’associazione: «Per noi puntare alla formazione significa lavorare per una diversa qualificazione».
Vita: Ci spiega il passaggio?
Raffaella Maioni: Ci sembra importante che il lavoro domestico sia separato da quello di cura. Sarà la prima tappa del nostro impegno. Ottenuto questo risultato, è necessario che la figura dell’assistente familiare, ovvero la badante, sia inserita nella rete sociale dell’assistenza. Prevedendo anche una corresponsabilità del pubblico per non lasciare la contrattazione solo alla dimensione privata.
Vita: Cioè un contributo economico?
Maioni: Le famiglie oggi sono lasciate completamente sole e per accudire i propri cari spendono circa 9 miliardi di euro l’anno. A mio parere, come avviene nella rete di servizi socio-assistenziali, la pubblica amministrazione dovrebbe contribuire alla spesa delle famiglie.
Vita: Per questo pensate all’ipotesi di costituire delle cooperative?
Maioni: Per noi la cooperativa è uno strumento che deve mirare ad assicurare più diritti alle lavoratrici e insieme a tutelare le famiglie. È insomma un’impresa sociale utile per organizzare il lavoro in modo che gli utenti siano assistiti in modo continuativo consentendo però alle badanti di andare in ferie, di curarsi, di tornare, quando lo desiderano, nel Paese d’origine. Attualmente le sostituzioni sono per lo più gestite con accordi privati. La fornitura del servizio attraverso la cooperativa permetterebbe di prevederle in modo più condiviso, senza ledere i diritti di nessuno.
Vita: A partire da quelli delle badanti?
Maioni: Certo. Va garantito il diritto alla salute, alla maternità. Il lavoro deve essere sostenibile nel medio e lungo periodo. L’assistenza familiare, specie nel caso della convivenza, è particolarmente faticosa: il luogo di lavoro finisce con il coincidere con lo spazio di vita, si è disponibili 24 ore su 24, si fatica a prendere le due ore di riposo giornaliero.
Vita: Questo è un mercato del lavoro in continua evoluzione. Adesso ci sono addirittura i cv on line. Che ne pensa?
Maioni: Il video-curriculum è uno strumento in più. E più strumenti ci sono, meglio è. Sono però convinta che la mediazione è insostituibile. Difficilmente le famiglie, specie se composte da persone anziane, andranno su internet per trovare una badante. Preferiranno rivolgersi ad associazioni credibili che garantiscono servizi e soprattutto sanno mettersi all’ascolto delle loro esigenze. Ciascuna famiglia ha problemi specifici, che non sempre è in grado, da sola, di individuare. Un aiuto in tal senso si rivela molto utile, ma difficilmente può giungere per via informatica. Tanto più di questi tempi. C’è un gran bisogno di confronto e di conforto: le famiglie sono in allarme perché non sanno come comportarsi di fronte alle novità del pacchetto sicurezza.
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