Non profit
Welfare, Acli: apertura a Sacconi sul Libro verde
L'Associazione cristiana dei lavoratori apprezzano l'impostazione di fondo del ministro. Ma sul dialogo "pesano" le contraddizioni del governo su precari e assegni sociali
di Redazione
«Luglio porta bene al welfare». Lo scrivono le Acli in una nota di commento al Libro Verde sul futuro del modello sociale presentato nei giorni precedenti dal ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi. Rievocando l’accordo di luglio dello scorso anno sul protocollo sul welfare, poi votato da oltre 5 milioni di lavoratori, le Acli esprimono il proprio apprezzamento per l’impostazione di fondo del documento e soprattutto per il metodo proposto del confronto pubblico allargato, rispetto al quale offrono al ministro Sacconi la loro «piena disponibilità». Anche se, fanno notare, sul clima di fiducia necessario all’individuazione di soluzioni condivise, come auspicato dal ministro stesso, pesano le contraddizioni del governo di questi giorni sulla questione dei lavoratori precari e dei requisiti per gli assegni sociali.
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sottolineano dunque «la positività del metodo concertativo» proposto dal ministro con l’idea del Libro Verde, al fine di concorrere a costruire «un’etica pubblica condivisa verso la promozione della giustizia e dell’inclusione sociale». «Ma il confronto deve essere vero» aggiungono le Acli, che auspicano altrettanta disponibilità da parte del governo a recepire le indicazioni e i suggerimenti provenienti dai soggetti sociali coinvolti nel dibattito.
Sul piano dei contenuti, le Acli condividono l’approccio del ministro, lo stimolo a investire sul futuro, l’aspetto promozionale del nuovo welfare a partire da una visione strategica d’insieme centrata sulla persona, sulla famiglia e sulla comunità. «La sfida cui siamo chiamati è prima di tutto culturale e progettuale. Le politiche sociali non possono essere pensate solo per difetto, in termini di costo o di crisi, ma assunte nella loro giusta luce: promotrici di opportunità e responsabilità». L’idea di un welfare promotore di sviluppo – precisano le Acli – appartiene da tempo al patrimonio culturale dell’associazione, ispirato ai principi “inseparabili” di sussidiarietà e solidarietà.
Una prima critica al testo viene però dalle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, che fanno notare l’assenza di qualsiasi riferimento esplicito ai cittadini e alle famiglie immigrate: la parola immigrazione non compare mai nel Libro Verde, se non associata alle “Patologie trasmissibili legate alla mobilità delle persone”. «Proprio nell’ottica della “visione” proposta dal ministro – affermano le Acli – è importante valorizzare da subito il contributo positivo che i cittadini e le famiglie immigrate già oggi apportano alla costruzione di un welfare sostenibile: si pensi ai contributi pensionistici versati dai lavoratori immigrati o alla tenuta fondamentale del tasso di natalità garantito dalle famiglie immigrate».
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