Una misura innovativa

Welfare che cambia: il Piemonte investe 18 milioni con il Fondo sociale europeo

La Regione Piemonte ha approvato il piano da 18 milioni di euro per gli ospiti delle strutture residenziali e semiresidenziali. È la prima regione in Italia a sperimentare un piano finanziato dal Fondo sociale europeo per migliorare l’assistenza personalizzata e sostenere famiglie e strutture. Legacoopsociali e Federsolidarietà: «Un provvedimento atteso»

di Daria Capitani

Costruire un nuovo modello di welfare. È la richiesta che abbiamo più volte raccolto negli scorsi mesi dal mondo della cooperazione sociale piemontese, di fronte a costi in aumento e a bisogni crescenti (ne abbiamo scritto qui e qui). A mettere un primo mattone è oggi la Regione Piemonte che, dopo l’annuncio dello scorso maggio, ha ufficialmente approvato “Protezione sociale”, una misura innovativa che mette sul tavolo 18 milioni di euro per le strutture che ospitano pazienti convenzionati con il servizio sanitario regionale e per le semi residenziali. È la prima regione in Italia a proporre un dispositivo di questo tipo finanziato con il Fondo sociale europeo: «Ogni ospite in convenzione avrà un piano di assistenza personalizzato per garantire migliore assistenza e più attività», dichiara il presidente Alberto Cirio che in una nota spiega di aver presentato personalmente il progetto ai vertici della direzione generale Lavoro della Commissione europea.

La Giunta Cirio al lavoro.

Un nuovo modello di assistenza personalizzato

Non aumentare le rette in capo alle famiglie e, al tempo stesso, non penalizzare le strutture, che in questi anni hanno affrontato un incremento dei costi. È questo il duplice intento della misura: «Più risorse si traducono in più servizi di cura per i nostri anziani e personale più qualificato», aggiunge Cirio. Per raggiungerli, il nuovo intervento mette in campo 18 milioni «che si aggiungono ai 22,4 che la Regione ha stanziato nel 2024 a favore degli enti gestori delle rsa a cui vanno aggiunti i 14 milioni di euro destinati a disabilità, salute mentale, dipendenze e minori. Per queste voci si è passati da 275 a 289 milioni (+36 nel 2024, rispetto al 2023)».

Il provvedimento dà il via libera all’introduzione di un nuovo modello di assistenza personalizzato all’interno delle strutture residenziali e semi-residenziali convenzionate con il servizio sanitario: si tratta di un progetto, fanno sapere dalla Regione, «costruito attorno ai bisogni di chi vive situazioni di lunga degenza e vulnerabilità. Interventi di supporto psicologico per mantenere le capacità cognitive, la riduzione dell’ansia, il superamento della depressione e l’attivazione di attività e interventi riabilitativi fisioterapici, con elementi di riattivazione occupazionale. Tra gli obiettivi, anche il potenziamento delle relazioni con le famiglie e l’accompagnamento, dove possibile, delle persone fuori dalle strutture, sostenendo il recupero di una vita più autonoma. Ogni intervento sarà frutto del lavoro congiunto di più professionalità, chiamate a confrontarsi su situazioni individuali complesse».

I potenziali destinatari sono circa 30mila, tra cui anziani non autosufficienti, minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo, persone con disabilità, persone con disturbi mentali, persone con dipendenze patologiche. Il compito di coordinare l’intero progetto, e garantire che venga applicato allo stesso modo in tutte le zone del Piemonte, spetterà alle Asl. Saranno le aziende sanitarie locali a presentare i progetti sperimentali, coinvolgendo le strutture che sceglieranno di aderire e che quindi riceveranno un rimborso per ogni piano di assistenza personalizzato (Pap).

Il tavolo Rsa che unisce i gestori delle strutture di assistenza.

Il progetto fa parte della programmazione 2021-2027 del Fondo sociale europeo Plus e coinvolge le direzioni regionali Sanità, Welfare, Istruzione e Lavoro, in un lavoro congiunto che prevede anche la formazione del personale e il coinvolgimento delle famiglie. «Questa misura è il risultato di una visione politica che mette al centro la dignità della persona, la tutela delle famiglie e l’attenzione concreta verso i più fragili. Governare significa assumersi la responsabilità di scelte coraggiose», commenta Elena Chiorino, vicepresidente della Regione Piemonte.

«Un provvedimento atteso»

La misura è stata presentata questa mattina al Tavolo rsa, che riunisce i gestori delle strutture di assistenza. La responsabile di LegacoopSociali Piemonte Barbara Daniele lo definisce «un provvedimento atteso dalle nostre cooperative sociali che, negli ultimi anni hanno sostenuto rincari importanti del costo del lavoro e dei costi generali. La misura non è strutturale rispetto alle tariffe, rappresenta una tantum riconosciuta agli ospiti convenzionati attraverso le strutture che aderiranno all’iniziativa e che dimostreranno la predisposizione di un piano di assistenza personalizzata per gli ospiti stessi. È però un segnale di investimento nel sistema di welfare territoriale, sistema che la cooperazione sociale di Legacoop contribuisce ogni giorno a rendere efficace, fruibile e di qualità e che ha necessità di essere sostenuto e riconosciuto adeguatamente».

Anche Enrico Pesce, presidente Confcooperative Federsolidarietà, accoglie positivamente il fatto che gli impegni presi stiano raggiungendo la fase operativa: «I tavoli di lavoro tecnici e la misura “Protezione sociale” sono segnali importanti. Finalmente la Regione ha colto l’importanza di includere, tra i servizi che potranno accedere alla misura, anche quelli semiresidenziali, fondamentali per promuovere la domiciliarità e l’inclusione. Siamo stai ascoltati anche sull’aspetto che riguarda la necessità di acquisire una visione di welfare a 360 gradi, comprendendo tutte le fragilità, e non soltanto concentrata sui servizi rivolti agli anziani. Confidiamo che questo provvedimento sia un punto zero per un miglioramento continuo dei servizi rivolti alle persone».

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Nell’immagine in apertura, un momento dell’evento organizzato per il compleanno 35+1 anni della cooperativa sociale Stranaidea (Fotografia di Domenico Grossi). Le immagini nel testo sono da ufficio stampa Regione Piemonte

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