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Quattro “no” per fermare la delega sull’azzardo

La bozza di decreto legislativo sull'azzardo elaborata dal Mef si appresta ad arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Mai come ora è necessario formulare i propri "no" chiari decisi, là dove il provvedimento si presenta come il tentativo esplicito di mettere in sordina ogni critica che parta dalla società civile, dai movimenti, dagli enti locali

di Redazione

Mercoledì prossimo, alle ore 8, arriverà in commissione la bozza del Decreto Legislativo sull'azzardo legale preparato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze. Da più di un mese, anche in un'intervista con il sottosegretario Pier Paolo Baretta, abbiamo alzato il livello di guardia e attenzione su quanto sta accadendo in via XX settembre. 

Il provvedimento in arrivo, inizialmente minimizzato da molti, si sta  giorno dopo giorno delineando come un vero e proprio codice di riforma dei giochi pubblici. Un provvedimento destinato a durare, nel bene o nel male (forse più nel male, che nel bene), che appare sempre più come la reazione, da parte del combinato Stato-Lobby, alle risposte sorte in questi anni dallla società civile, tra gli amministratori locali, nella pratica critica e sempre costruttiva dei movimenti di contrasto all'azzardo. 

Mai come oggi, dinanzi a un provvedimento che rischia di vanificare anni di lavoro comune, è opportuno dire quattro "no". "No" che non sono mera reazione, ma attestazione di una posizione che rivendichiamo con fermezza e coerenza:

1) No a ogni forma di pubblicità diretta o indiretta dell'azzardo;

 

2) No alla tassazione di scopo: non si finanzia il sociale con un prelievo diretto sull'azzardo. La tassazione va diretta alla fiscalità generale;

 

3) No alla limitazione del potere di Regioni, sindaci, assessori comunali di intervenire per definire distanze da luoghi sensibili o orari di chiusura di sale gioco e simili, in ragione della loro conoscenza del territorio e delle problematiche di ordine pubblico e sociale;

 

4) No alle dichiarazioni di principio del tipo "ritireremo 100.000 macchinette". Serve una norma chiara e precisa che indichi modalità, tipologia e tempistica del ritiro.

 


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