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Cooperazione & Relazioni internazionali

Partnership globale per lo sviluppo, mancano 191 miliardi di dollari per gli aiuti

Siamo arrivati alla fase finale del monitoraggio sugli obiettivi del millennio. L’ultimo obiettivo, il numero 8, mira alla creazione di una partnership globale per lo sviluppo e comprende sei diversi target. A fine settembre a New York i capi di stato e di governo si riuniscono all’assemblea generale delle Nazioni Unite per firmare i nuovi impegni

di Donata Columbro

Siamo arrivati alla fase finale del nostro monitoraggio sugli obiettivi del millennio. A fine settembre a New York i capi di stato e di governo si riuniscono all’assemblea generale delle Nazioni Unite per firmare nuovi impegni con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e la misurazione dei risultati continua con nuovi e avanzati strumenti.

L’ultimo obiettivo, il numero 8, mira alla creazione di una partnership globale per lo sviluppo e comprende sei diversi target. Il 16 settembre il segretario generale delle Nazioni Unite inaugurato la 70ma seduta dell’assemblea generale presentando i risultati di uno studio avviato da un’agenzia intergovernativa di cui fanno parte più di 30 organizzazioni specializzate nella cooperazione allo sviluppo, incaricata di analizzare i gap e le mancanze per la realizzazione dell’ottavo obiettivo del millennio. Nel suo ultimo report, evidenzia alcuni fatti chiave:

  • nell’ambito degli aiuti allo sviluppo, per il raggiungimento dell’obiettivo dello 0,7% del prodotto interno netto (pin), nel 2014 mancavano 191 miliardi di dollari, ovvero lo 0,41% del pin dei paesi industrializzati.

  • per gli aiuti ai paesi meno sviluppati nel 2013 mancavano tra i 22 e 45 miliardi di dollari, ovvero lo 0,05 e lo 0,1% del prodotto interno netto dei donatori.

Gli aiuti totali però sono aumentati del 66% dal 2000 al 2014. Il record si è registrato nel 2013 con 134,8 miliardi di dollari stanziati. Nel 2014, 17 dei 28 paesi che fanno parte del comitato per l’assistenza allo sviluppo (DAC) hanno aumentato i loro fondi destinati agli aiuti. La Turchia ha aumentato i suoi aiuti del 30%, l’Estonia e la Russia più del 20% rispetto al 2012.

Non è mai stato raggiunto a livello globale il traguardo dello 0,7% del prodotto interno netto degli aiuti. In Europa solo Danimarca, Lussemburgo, Norvegia e Svezia l’hanno superato e il Regno Unito l’ha raggiunto per la prima volta nel 2014, mentre l’Italia non l’ha mai toccato. Il record però è di un paese extra europeo: gli Emirati Arabi Uniti hanno raggiunto l’1,25% del prodotto interno netto.

  • un altro gap è l’eliminazione del 77% delle misure protezionistiche per sviluppare un sistema commerciale e finanziario fondato su regole, prevedibile e non discriminatorio che tenga conto dei bisogni speciali dei pvs, compresa l'ammissione senza dazi e vincoli di quantità per le esportazioni di questi paesi.

  • nel target della riduzione del debito dei paesi poveri, 3 dei 36 paesi dell’iniziativa HIPC lanciata nel 1996 dalla Banca Mondiale non hanno raggiunto gli standard necessari per aderire e non hanno avuto la cancellazione completa.

Il target nel complesso però è stato realizzato, con più di 30 paesi che hanno beneficiato della cancellazione del debito, e un conseguente aumento delle spese sulla salute, sulle infrastrutture rurali, sull’educazione che ora incidono sul pil del 10,4%, rispetto al 6,5% nel 2001. Nel 2006 l’iniziativa è stata ampliata per dare più risorse ai paesi altamente indebitati: in totale nel giugno del 2010 erano stati stanziati 76,4 miliardi per la cancellazione del debito e 30 dei 36 stati hanno ricevuto altri 45,8 miliardi.

Sempre compresa nell’ottavo obiettivo c’è l’allargamento della parthership al settore privato per il raggiunto di tutti obiettivi del millennio, sia per quanto l’accesso alle medicine essenziali nei paesi in via di sviluppo per combattere malaria e hiv, sia attraverso l’investimento nelle infrastrutture tecnologiche per connettere persone e mercati.

  • 9 abitanti dei paesi in via di sviluppo su 100 non hanno accesso alla rete cellulare mobile

  • nei paesi in via di sviluppo ci sono il 48% in meno di utenti internet rispetto ai paesi sviluppati


A livello globale le persone che hanno accesso a una rete 2g da mobile è cresciuta dal 58% nel 2001 al 95% nel 2015. L’uso di internet riguardava il 6% della popolazione nel 2000, il 43% nel 2015. Due terzi degli utenti di internet si trovano nei paesi in via di sviluppo, dove il numero di utenti è raddoppiato negli ultimi cinque anni. In Africa quasi un cittadino si cinque è online, una crescita del 10% rispetto al 2010. In Afghanistan nel 2002 c’erano solo 57mila linee telefoniche funzionanti, mentre nel 2012 18 milioni di persone hanno avuto accesso a un telefono.


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