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Gasparri? Trovino il modo di convincerlo a dimettersi

Dura lettera di Roberto Speziale (Anffas) per chiedere la condanna della frase di Maurizio Gasparri al Family Day

di Redazione

Da oggi «il sig. Maurizio Gasparri sarà per noi un “Tizio Qualsiasi tra i tanti che ancora considerano le persone con disabilità esseri inferiori, persone da offendere, denigrare e disprezzare”. Ci dimenticheremo del prestigioso e importante ruolo che la Repubblica gli ha affidato, perché per noi chi ricopre quel ruolo dovrebbe essere altro, totalmente distante, dal comportamento e dalla bassezza morale, etica e politica di questo Tizio Qualsiasi»: così Roberto Speziale, presidente di Anffas, scrive in una lettera inviata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera per condannare senza mezzi termini la dichiarazione offensiva e denigratoria rilasciata da Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato, durante il Family Day del 30 gennaio scorso: «Ahhh ma allora ci sono proprio tutti….guarda che è il Family Day, non l’Handicappato Day», ha detto Gasparri.

«Ancora una volta la parola handicappato viene usata per denigrare, offendere, ferire.
 Fin qui, purtroppo, niente di nuovo.
 Di nuovo c’è che a pronunciare quella frase, con quella chiara intenzione dispregiativa, è stato il Vice Presidente del Senato in un contesto (il Family Day) dove l’etica, i valori morali, il rispetto delle persone avrebbero dovuto suggerirgli di stare più attento e usare un linguaggio rispettoso della dignità di tutte le persone, comprese le persone con disabilità».
 Nella lettera Speziale di appella alle più alte cariche dello Stato, «perché facciate sentire le vostre parole, che ci auguriamo siano di condanna e di totale distanza da quelle del Sig. Gasparri, sperando, inoltre, che troviate il modo per convincerlo ad abbandonare il ruolo affidatogli dalla Repubblica, se non altro perché possa trovare il tempo per andarsi a rileggere la Costituzione Italiana, sulla quale ha giurato il suo impegno di difenderla e attuarla».

Intanto oltre 26mila persone hanno già firmato la petizione lanciata ieri su Change.org da Iacopo Melio, dopo le frasi pronunciate dall'onorevole Maurizio Gasparri. Nella petizione Iacopo chiede al vicepresidente del Senato di porgere le sue scuse per aver usato il termine "handicappato" in tono dispregiativo durante la manifestazione del Family day ai microfoni del giornalista Enrico Lucci.

Foto Marco Di Lauro/Getty Images