Welfare & Lavoro

Scuola, famiglia e tempo libero: le tre gambe del presidio educativo Exodus

Per la prima volta l’Italia ha creato un fondo dedicato al contrasto della povertà educativa. Su cosa puntare? Quali sono le strategie più efficaci? Esistono delle reti che hanno maturato esperienza in questo campo: su Vita.it apriamo una finestra per raccontare le best practice e costruire un "prototipo". Cominciamo con l’esperienza del presidio educativo di Exodus a Cassino, in Lazio.

di Luigi Maccaro e Franco Taverna

Nel 2014, i minori in condizioni di povertà assoluta in Italia erano 1.045.000: significa che Italia un minore su dieci è povero. Accanto alla povertà economica, che si misura in rapporto al reddito dei genitori, esiste anche un’altra povertà, spesso sottovalutata ma altrettanto insidiosa: è la povertà educativa. In questo caso povertà diventa l’impossibilità per un bambino di avere a disposizione quanto gli serve per apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente le sue capacità, talenti e aspirazioni. Per la prima volta l’Italia ha creato un fondo dedicato al contrasto della povertà educativa, il cui comitato di indirizzo ha da poco avviato i lavori. Sul territorio italiano esistono già reti che hanno maturato esperienza in questo campo, seppure con metodi e sottolineature diverse: raccontare le loro esperienze può essere d’aiuto a individuare modello, su cui potrebbe fondarsi l’architettura del bando collegato al fondo. Ragionando con loro, Vita ha elaborato una proposta. Su Vita.it apriamo ora una finestra di racconto e riflessione, cominciando con l’esperienza del presidio educativo di Exodus a Cassino, in Lazio. (S.D.C.)

EXODUS, UN PRESIDIO EDUCATIVO AL SERVIZIO DEL TERRITORIO

Quello della provincia di Frosinone è un territorio che continua a soffrire moltissimo da un punto di vista economico: l’arrivo della Fiat negli anni ’80 e la nascita del relativo indotto industriale hanno annientato l’economia agroalimentare preesistente, favorendo l’arrivo di migliaia di nuclei familiari dai territori circostanti, soprattutto dalla Campania, attratti dal “posto in fabbrica”. Oggi, in seguito alla crisi industriale ed economica e all’incapacità di questo territorio di reinventarsi, abbiamo tassi di disoccupazione altissima con conseguente dilagare del disagio sociale. Per questo motivo, su questo territorio, da almeno quindici anni Exodus si confronta con la povertà educativa che spesso è figlia di una povertà sociale di cui per troppo tempo non ci si è occupati.

La contrazione della spesa sociale dei Comuni lascia senza punti di riferimento adolescenti in difficoltà e famiglie disorientate, le complessità sociali lasciano almeno dieci anni indietro risposte istituzionali sempre più parziali e inadeguate: emerge forte il bisogno di un contesto capace di accogliere senza filtri rigidi e di costruire risposte educative efficaci alle fragilità sociali.

Exodus a Cassino è una comunità nata nel 1990, ha ampliato le sue attività con l’obiettivo di prevenire il disagio dei ragazzi e sostenere le responsabilità educative degli adulti ed oggi è riconosciuta dal territorio provinciale come un punto di riferimento educativo capace di risposte rapide e fortemente personalizzate. Per questo è stato naturale stipulare, dieci anni, fa un Protocollo d’intesa che viene puntualmente rinnovato, fra Exodus, Università di Cassino, Asl di Frosinone e Comune, che ha come oggetto proprio l’osservazione delle povertà sociali e la costruzione di strategie condivise capaci di valorizzare il contributo di ciascuno mettendo a sistema i diversi approcci dei vari attori sociali. L’approccio terapeutico è sempre inserito all’interno di progetti educativi che prevedono la presa in carico dell’intero nucleo familiare. L’integrazione sociosanitaria si realizza grazie al “nodo” della rete che è costituito da Exodus e che è capace di mettere insieme le risorse più disparate, istituzionali ed informali, con l’Università che fa ricerca, costruzione di modelli, valutazione dei risultati.

Una famiglia che entra in contatto con Exodus ha a disposizione numerose opportunità per prendersi cura di sé. Innanzitutto c’è il luogo fisico della “Cascina”, che è stata riorganizzata nei suoi spazi: campi sportivi e palestra, parco giochi per bambini, bar, pizzeria, sala concerti, giardini verdi e fattoria didattica. Un posto nel quale è possibile rilassarsi e riprendere contatto con se stessi. Poi ci sono i servizi di accoglienza: centro di ascolto con operatori dedicati alle dipendenze da sostanze, a quelle comportamentali come il gioco d’azzardo, al disagio adolescenziale, alle difficoltà di coppia ma anche disagio scolastico e relazionale in età scolare.

Quindi l’inserimento nelle varie attività: il centro giovanile, dove i ragazzi possono incontrare altri ragazzi facendo calcio, basket, scherma, pallavolo, musica, ceramica, volontariato, doposcuola, scrittura o videomaking. I gruppi di sostegno come la “Scuola genitori” o l’auto aiuto per dipendenti da gioco. Il centro diurno aperto anche ai portatori di handicap coinvolti nelle attività della fattoria sociale. Gli appuntamenti formativi rivolti agli insegnanti, ad esempio sulla didattica inclusiva. Infine la comunità, sempre più aperta ai giovanissimi e sempre più integrata con il territorio. Ma anche la cooperativa sociale di reinserimento che offre molte opportunità grazie alle partnership con istituzioni ed enti territoriali.

Il progetto educativo relativo ad ogni situazione presa in carico ha sempre tre gambe: la scuola o formazione professionale, la famiglia ed il tempo libero.

La scuola
Con le scuole ci lavoriamo da sempre: inizialmente per attività di prevenzione strutturalmente rivolte oltre che agli studenti anche ai genitori e agli insegnanti, nella convinzione che ogni scuola sia, di fatto, una comunità che deve diventare capace di proteggere i propri membri e promuovere il benessere di ciascuno. Oggi la prevenzione è orientata alla dispersione scolastica, fin dalle scuole elementari, con attività spesso agganciate alla fattoria didattica, attraverso attività di gruppo che sostengono la qualità delle relazioni fra bambini o ragazzi e con gli adulti. Laboratori formativi, gruppi famiglia, attività intergenerazionali, formazione insegnanti, doposcuola educativo. Per i ragazzi più grandi anche attività di coaching per contrastare la demotivazione scolastica. Per coloro che hanno finito la scuola dell’obbligo proponiamo esperienze professionalizzanti nell’ambito delle attività della cooperativa sociale che spaziano dal florovivaismo e manutenzione del verde alla ceramica, custodia di siti culturali, trasporto studenti disabili, traslochi e manutenzioni.

La famiglia
La famiglia trova in Exodus un contesto formativo e di sostegno che spazia dal counseling ai gruppi di condivisione. La formazione non è didattica ma parte dalle esperienze di ciascuno, la presenza degli esperti serve a rinforzare la fiducia in se stessi dei genitori, le competenze relazionali, la capacità di utilizzo degli strumenti educativi. Ma al di la degli interventi specifici sul singolo caso, la direzione intrapresa dal gruppo delle famiglie di Exodus è orientata alla costruzione di una rete di famiglie capace di sostenersi a vicenda e di accogliere in maniera speciale le famiglie più fragili. Con un approccio di condivisione che passa per il campus estivo per i bimbi, l’organizzazione dei compleanni in Cascina, le “giornate in fattoria”, la festa del ringraziamento e tante altre occasioni in cui lo stare insieme può essere il primo e più importante processo di empowerment.

Il tempo libero
Rispetto al tempo libero l’offerta è molto vasta ed è finalizzata da un lato a proporre agli adolescenti una serie di attività dal valore educativo intrinseco, dall’altro a costituire una forma di aggancio con alcuni adolescenti che hanno bisogno di figure adulte autorevoli capaci di affiancare i genitori. Calcio, pallavolo, scherma, basket, mountain bike, videomaking, ceramica, teatro, comunicazione multimediale, musica (coro e orchestra), volontariato, sono tutti contesti nei quali educatori, allenatori, maestri hanno il compito di costruire relazioni educative efficaci, testimoniare uno stile di vita autentico, affascinante, avventuroso. Motivare attraverso l’esempio i ragazzi per fare della propria vita qualcosa di straordinario, superando i propri limiti e cercando di realizzarsi pienamente. Il centro giovanile di Exodus è anche un contesto privilegiato per attivare percorsi di educazione tra pari finalizzati alla promozione di life skills e stili di vita sani.

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L'esperienza ci dice che…
I punti di forza dell’esperienza di Exodus risiedono dunque:

  1. nella capacità di animare una rete che coinvolge attori istituzionali e del terzo settore e che da almeno dieci anni ha sviluppato una capacità di collaborare a tutti i livelli; 

  2. nell’attività di ricerca condotta dall’Università di Cassino finalizzata ad efficientare al massimo gli interventi attraverso valutazioni ex ante, in itinere ed ex post; 

  3. nella presa in carico complessiva del nucleo familiare realizzata attraverso un approccio coordinato con il minore, le figure parentali e le agenzie educative formali ed informali; 

  4. nella costruzione di progetti educativi orientati alla progressione personale che ricercano il massimo protagonismo del minore in un processo di autoeducazione. 

  5. nella considerazione di ogni approccio specialistico (medico, sociale, terapeutico, psichiatrico, ecc.) all’interno di una prospettiva pedagogica che consente una relazione umana che va oltre l’intervento di “cura”. 

  6. nel percorso completo finalizzato anche all’emersione dalla povertà materiale attraverso percorsi di reinserimento lavorativo presso la cooperativa sociale “Exodus Cassino”. 


I punti di debolezza invece risiedono principalmente nella mancanza di risorse economiche che non consente un maggior numero di prese in carico da parte di un’équipe di operatori preparati e fortemente motivati. Seppure molti sono i volontari, anche preparati poiché provenienti dai corsi di laurea in scienze pedagogiche e servizio sociale, per offrire risposte sistematiche all’altezza delle richieste è necessario aumentare il personale ed incrementarne la preparazione.


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