Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Terremoto. Bruni: “Quel jackpot insanguinato non è la soluzione”

Una proposta lanciata da Giorgia Meloni vorrebbe impegnare il governo a destinare il jackpot del Superenalotto alle vittime del terremoto. Una proposta impraticabile, ma pericolosa. L'economista Bruni spiega: «Associare l'azzardo a qualsiasi causa umanitaria è una enorme e gravissima mistificazione del fenomeno»

di Marco Dotti

Le pessime idee sono dure a morire. E anche quando sono idee impraticabili, è bene tenerle a bada. Parliamo della proposta di destinare alle vittime del terremoto e alle loro famiglie i 128milioni di euro del jackpot del Superenalotto, "gioco" gestito da Sisal, società da poco passata dai fondi Apax, Permira e Clessidra alla finanziaria lussemburghese Cvc Capital Partners.

A lanciare la proposta – impraticabile, ma da non sottovalutare – è stata Giorgia Meloni su twitter.

Ricordiamo che l'Italia è stata invasa da macchinette da gioco d'azzardo superveloci, le cosiddette Vlt, presenti a migliaia nelle sale gioco di tutta Italia, proprio dopo il terremoto che sconvolse l'Aquila. Per la ricostruzione, il governo di allora ebbe la pensata di introdurre in un'Italia già appestata dalle slot machine da bar anche queste macchinette. Conseguenza facile e prevedibile; all'Aquila non arrivarono i soldi incassati preventivamente dal Governo per la concessione delle licenze delle Vlt e l'Italia ancora si trova sulle spalle questo grave problema. Non solo ma, come ricordavamo qui, all'Aquila, in 7 anni, la spesa in azzardo è cresciuta del 73%, anche a causa del famigerato "Decreto Abruzzo", infarcito con la scusa dell'emergenda di emendamenti vari e ameni, e concertito in legge in tutta fretta.

Una storia che tutti dovrebbero ricordare. Chi se la ricorda bene è il professor Luigino Bruni, economista, uno degli intellettuali più attivi sul fronte dell'etica pubblica e della battaglia contro l'azzardo di massa che sta impoverendo il tessuto relazionale del nostro paese.

Il professor Bruni, la notte del terremoto, si trovava a casa dei propri genitori, a pochi km dall'epicentro del sisma e ci spiega come «l'azzardo, lo sappiamo, è una delle peggiori tasse sulla povertà del nostro tempo. Ne sono catturati prevalentemente persone con forme diverse di disagio, vittime di altre dipendenze o malattie (alcool, depressioni), e sta logorando da anni il tessuto morale del paese».

Associare l'azzardo a qualsiasi causa umanitaria, per il professor Bruni, «è una enorme e gravissima mistificazione del fenomeno, che viene a prendere addirittura una veste altruistica (più giochi più aiuti la ricostruzione). Per l'Aquila il governo seguì esattamente questa politica, e fu l'inizio di una impennata pazzesca di azzardo popolare nel nostro paese».

Associare l'azzardo a qualsiasi causa umanitaria è una enorme e gravissima mistificazione del fenomeno, che viene a prendere addirittura una veste altruistica (più giochi più aiuti la ricostruzione). Per l'Aquila il governo seguì esattamente questa politica, e fu l'inizio di una impennata pazzesca di azzardo popolare nel nostro paese. Quando si di fronte ad una tragedia, occorre attivare le energie migliori di un paese, le virtù della sua gente e delle sue istituzioni, e gettar via, come si fa con una brace su una mano, ogni scorciatoia che usa il sangue di altri poveri per trasfusioni a vantaggio di vittime diversamente dissanguate.

Luigino Bruni

Quando si di fronte ad una tragedia, ci spiega ancora Luigino Bruni, «occorre attivare le energie migliori di un paese, le virtù della sua gente e delle sue istituzioni, e gettar via, come si fa con una brace su una mano, ogni scorciatoia che usa il sangue di altri poveri per trasfusioni a vantaggio di vittime diversamente dissanguate. Quel sangue non cura nessuno, ma continua soltanto l'emorragia di un paese. Dobbiamo reagire con tutte le nostre forze nei confronti di una tale assurdità.Il governo usi la fiscalità generale, e combatta, invece di continuare ad incentivare, la malattia dell'azzardo. Non si cura una malattia sociale con un'alta malattia».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA