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Infusione di staminali contro la SM progressiva: la prima volta è italiana

È partito al San Raffaele di Milano il primo trial al mondo per verificare la sicurezza di infusioni di staminali neurali, guidato dal professor Gianvito Martino. Un risultato della ricerca, iniziata quindici anni fa e sempre sostenuta da Aism e Fism

di Sara De Carli

È partita in Italia, presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, una sperimentazione che prevede il trattamento della sclerosi multipla progressiva con un’infusione di cellule staminali neurali. È il primo studio al mondo, valuterà la sicurezza del trapianto di queste cellule staminali neurali in persone con sclerosi multipla progressiva. L’ha annunciato ieri il professore Gianvito Martino, direttore scientifico dell'Ospedale San Raffaele di Milano, pioniere della ricerca in questo campo: si tratta di un progetto iniziato più di 15 anni fa, da sempre sostenuto e finanziato dalla FISM, la Fondazione di Aism. L’annuncio è stato ufficializzato proprio durante il Congresso scientifico dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla – AISM e della sua Fondazione – FISM, che che durerà fino al 31 maggio, Giornata Mondiale dedicata alla Sclerosi Multipla. Circa 250 ricercatori nazionali e internazionali sono riuniti a Roma per parlare del presente e del futuro della sclerosi multipla, una malattia neurologica cronica che colpisce oggi in Italia 114 mila persone, con 3.400 nuove diagnosi ogni anno, 1 ogni 3 ore.

AISM e FISM sono i principali finanziatori della ricerca sulla SM: 20 milioni di euro sono i finanziamenti dal 2013 al 2016. «Ma servono molti più fondi perché la ricerca possa raggiungere il suo obiettivo: trovare la cura per la sclerosi multipla», ha affermato Mario Alberto Battaglia, presidente della FISM. Un esempio? «Nel 2016 attraverso il Bando Fism, sono arrivate richieste di 187 progetti da finanziare: di questi, 91 erano progetti di eccellenza, valutati dal nostro Comitato scientifico internazionale. Per finanziarli servirebbero 11 milioni di euro, mentre ne possiamo mettere a disposizione solo tre (altri tre milioni vanno ai ricercatori attraverso i progetti speciali). Dobbiamo essere tutti impegnati ad aumentare i fondi per la ricerca, perché abbiamo progetti e ricercatori italiani eccellenti che possono cambiare la storia della sclerosi multipla».

Per finanziare tutti i 91 progetti di eccellenza pervenuti nel 2016 servirebbero 11 milioni di euro, mentre ne possiamo mettere a disposizione solo tre (altri tre milioni vanno ai ricercatori attraverso i progetti speciali). Dobbiamo essere tutti impegnati ad aumentare i fondi per la ricerca, perché abbiamo progetti e ricercatori italiani eccellenti che possono cambiare la storia della sclerosi multipla

Mario Alberto Battaglia

Quanto alla sperimentazione con le staminali neurali, il professor Martino ha spiegato che «è uno studio di fase I, cioè che valuta la sicurezza del trattamento e non la sua efficacia. Sulla base degli studi condotti in precedenza sappiamo che i presupposti sono solidi, ma è solo alla fine di questo studio, almeno fra 3 anni, che potremo dire che il trapianto è sicuro. A oggi è stata eseguita la prima infusione su un paziente, ma lo studio coinvolgerà in tutto 12 persone con SM progressiva, con disabilità tale da comprometterne la piena capacità di deambulare, con una durata di malattia non superiore a 20 anni, che abbiano già sperimentato le terapie a oggi disponibili con scarso o nessun successo, e che abbiano avuto un peggioramento della malattia nell'ultimo anno. I pazienti saranno suddivisi in 4 gruppi di 3 pazienti l'uno, che riceveranno, con un'unica puntura lombare, un numero di cellule crescente, da circa 50 milioni di cellule per il primo gruppo fino ad arrivare a 400 milioni per l'ultimo. Ci vorrà un anno per completare la fase di somministrazione, a cui seguiranno due anni di controlli dei pazienti trapiantati per valutare l’insorgenza di eventuali effetti collaterali».

Le cellule staminali hanno una sorta di «plasticità terapeutica»: combattono l’infiammazione tipica della malattia e stimolano la produzione di sostanze neuroprotettive, che possono prevenire e ridurre il danno della mielina. L’infusione delle staminali avviene attraverso una puntura lombare che le immette direttamente nel liquido cerebrospinale, attraverso il quale possono raggiungere il cervello e il midollo spinale, che sono i luoghi deputati allo svolgimento della loro azione. Le cellule destinate al trapianto sono di origine fetale e sono state preparate grazie alla collaborazione con il Laboratorio di Terapia Cellulare Stefano Verri, sostenuto della Fondazione Matilde Tettamanti e Menotti De Marchi Onlus. «Una volta trapiantate attraverso la puntura lombare, le cellule staminali sono in grado di raggiungere le lesioni cerebrali e midollari proprio perché attirate dall'infiammazione. Una volta raggiunte tali lesioni, le cellule prima agiscono come sostanze immunomodulanti, e, successivamente, come sostanze neuroprotettive. Non sappiamo però quante di queste cellule verranno impegnate a combattere l'infiammazione nelle meningi e quante invece riusciranno ad entrare nel tessuto per proteggerlo. Proprio per cercare di valutare ciò, eseguiremo diversi test dopo il trapianto, tra cui risonanza magnetica, potenziali evocati, ed esami del sangue. Infine, a 3 mesi dal trapianto eseguiremo anche una puntura lombare per controllare se all'interno del sistema nervoso ci sono stati cambiamenti sostanziali», ha spiegato il professore.

È uno studio di fase I, cioè che valuta la sicurezza del trattamento e non la sua efficacia. Sulla base degli studi condotti in precedenza sappiamo che i presupposti sono solidi, ma è solo alla fine di questo studio, almeno fra 3 anni, che potremo dire che il trapianto è sicuro. Tuttavia si tratta di un traguardo fondamentale per i pazienti e per le loro famiglie, che hanno sostenuto la ricerca in tutti questi anni con pazienza e speranza. Non saremmo arrivati fin qui senza il loro supporto

Gianvito Martino

Le basi della sperimentazione di oggi sono state gettate in una serie di lavori apparsi tra il 2003 ed il 2006 su prestigiose riviste internazionali, a firma del gruppo del professor Martino. In questi lavori i ricercatori dell’Ospedale San Raffaele hanno dimostrato l’efficacia del trapianto di cellule staminali neurali nei topi affetti da una malattia, in acronimo EAE, che esprime caratteristiche simili alla sclerosi multipla e ne costituisce il miglior modello sperimentale. «Si tratta di un traguardo fondamentale per i pazienti e per le loro famiglie, che hanno sostenuto la ricerca in tutti questi anni con pazienza e speranza. Non saremmo arrivati fin qui senza il loro supporto», ha affermato Martino: «È stato grazie al sostegno in primis dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e della sua Fondazione (FISM) se possiamo dire che le scoperte non si sono fermate al laboratorio, come purtroppo a volte succede, ma hanno trovato la via fino ai primi studi sull’uomo. Negli anni è stato fondamentale anche il contributo della Fondazione Cariplo, di Amici Centro Sclerosi Multipla (ACeSM onlus), associazione non profit al servizio dei pazienti presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele, e di BMW Italia».

Un'altra delle strategie su cui la ricerca sta puntando per dare risposta ai bisogni insoddisfatti delle persone con SM progressiva è la rimielinizzazione, la possibilità cioè di invertire il processo che porta alla progressiva riduzione della mielina nelle persone con SM. A parlarne ieri è stata una delle massime esperte del campo, Catherine Lubetzki, direttrice del Dipartimento delle malattie del sistema nervoso dell'Hôpital Pitié-Salpêtrière, a Parigi, e membro del Comitato Scientifico della FISM. Domani, 31 maggio, Giornata Mondiale della SM, verrà presentato il “Barometro della Sclerosi Multipla 2017”, con i nuovi dati raccolti da AISM per fotografare con precisione la situazione e le esigenze delle persone con SM in Italia e la pubblicazione dei Principi Internazionali della qualità di vita che AISM ha contribuito a definire. L'ultima parte della giornata sarà dedicata alla presentazione del Registro Italiano Sclerosi Multipla, cui seguirà una tavola rotonda a cui saranno chiamati a partecipare tutti gli attori coinvolti nella gestione della SM. Sempre domani verranno assegnati il Premio Rita Levi Montalcini e il Premio miglior poster “Giovani Ricercatori”, per incentivare i giovani nella ricerca e promuovere la costruzione e la crescita di una squadra sempre più forte nella lotta alla malattia.