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Un forno mobile a Idlib, per garantire pane a 30mila siriani

Dopo 9 anni di guerra, in Siria moltissime famiglie non riescono più a permettersi nemmeno il pane. AiBi è impegnata in Siria fin dal 2013 e rilancia il proprio impegno restituendo alla città di Binnish due forni, di cui uno mobile: un forno-camion articolato che raggiungerà le famiglie sfollate nelle zone rurali e nei campi improvvisati

di Redazione

La guerra in Siria va avanti da 9 anni, con oltre mezzo milione di vittime – tra cui più di 20mila bambini (ONDUS) – 13,1 milioni di siriani che necessitano di assistenza umanitaria e ben 10,5 milioni di essi che sono considerati a rischio alimentare (HNO 2018). Gli sfollati interni sono 6,1 milioni, persone che sono state costrette a lasciare le proprie case, scappare e spostarsi in campi o da amici, parenti o, nella maggior parte dei casi, estranei, cittadini accoglienti a centinaia di kilometri. In media in Siria circa 4.931 le persone che ogni giorno lasciano la propria casa.

A Idlib, a nord ovest della Siria, parte il nuovo progetto di sicurezza alimentare di Ai.Bi. per la costruzione di un forno fisso e uno mobile in grado di produrre e fornire il pane a più di 30 mila persone, tra cui 18 mila sfollati interni. AiBi è impegnata in Siria fin dal 2013, al fianco dei bambini e delle famiglie colpite dalla guerra civile ed è fra le poche organizzazioni (unica tra quelle italiane) operativa nell’area di Idlib. Con la Campagna Non Lasciamoli Soli, Ai.Bi. porta avanti interventi volti a portare sollievo alimentare alla popolazione siriana e, nello stesso tempo, a sviluppare attività che supportino la nascita di piccole attività generatrici di reddito affinché la popolazione possa staccarsi progressivamente dalla dipendenza degli aiuti umanitari esterni.

La provincia di Idlib è tra le più segnate dal conflitto e dalla crisi agricola che ne è conseguita; la scarsa coltivazione dell’area, dovuta sia ai bombardamenti costanti sia alla carenza di acqua, ha contribuito alla diminuzione della produzione di grano. Dall’inizio della guerra, nel 2011, i prezzi degli alimenti sono generalmente triplicati, compreso quello del pane: molte famiglie oggi non se lo possono più permettere. Da qui l’urgenza di un nuovo importante progetto di sicurezza alimentare che nell’arco di nove mesi consentirà la produzione e la distribuzione di pane a prezzi calmierati per oltre 30.000 persone, tra cui 18.000 sfollati interni.

Nella regione di Idlib, a Binnish, nel luglio 2016 un missile aria-terra aveva colpito e raso al suolo un forno che era stato riavviato nel 2015 da Ai.Bi. insieme ai partner locali, che sfornava oltre due tonnellate di pane al giorno. Qui, insieme ai partner locali, Ai.Bi. restituirà piena operatività ad un forno fisso, tramite il rinnovo e l’ammodernamento dei macchinari e la formazione di panettieri professionisti. Un secondo forno, itinerante, sarà ricavato all’interno di un camion articolato, adeguatamente attrezzato per lavorare in contesti di emergenza: questo forno mobile raggiungerà le famiglie sfollate nelle zone rurali e nei campi improvvisati.

Per evitare rischiosi assembramenti di folla, saranno allestiti diversi punti di distribuzione dislocati in diverse aree, dove le famiglie potranno recarsi a prendere il pane. La gestione di questi punti come la produzione del pane sarà affidata a persone locali inoccupate, puntando così a valorizzare e assicurare dignità sociale a quanti rischiano di trovarsi emarginati a causa della guerra. L’assunzione di fornai e distributori locali e la formazione di nuovi permetteranno il ripristino di vecchi forni andati distrutti a causa dei bombardamenti e l’attivazione di nuovi in altri villaggi e all’interno dei campi profughi. Dal pane nascerà un circolo virtuoso di rinascita di una piccola economia e di un mercato locale capace di produrre impiego e un reddito minimo per molte famiglie.