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Siria, bombardato il mercato di Ma’arrat An Nu’man

Il cessate il fuoco non ha retto: altri 12 morti e 18 feriti nella zona di Idlib, dove AiBi è presente dal 2014 con la campagna “Non lasciamoli Soli”

di Redazione

«In Siria sta morendo un’intera generazione, nell’indifferenza di tutti. La comunità internazionale deve esserne consapevole e deve sentirsene responsabile»: così Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., commenta il nuovo raid aereo che ha colpito il mercato di Ma’arrat An Nu’man, a sud-est di Idlib, provocando altri 12 morti e 18 feriti. Proprio a Ma’arrat An Nu’man, Ai.Bi. opera al fianco del partner siriano Kids Paradise per garantire il pane a più di 30mila persone, tra cui 18mila sfollati interni.

Secondo quanto riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) l’attacco al mercato ortofrutticolo della città di Ma’arrat An Nu’man è avvenuto ieri sera, martedì 21 maggio, dopo l’Iftar, la tradizionale rottura quotidiana del digiuno nel mese islamico di Ramadan, quando il mercato era affollato. La tregua unilaterale annunciata solo pochi giorni fa dalle forze militari russe in Siria nella regione di Idlib quindi non ha retto. I bombardamenti sono avvenuti mentre nel nord della vicina provincia di Hama si scatenavano violenti scontri dopo il contrattacco dei jihadisti martedì contro le forze filogovernative nella città di Kafr Nabuda.

Per le Nazioni Unite, l’offensiva nella Siria nord-occidentale rischia di essere la peggior crisi umanitaria. Dal 30 aprile, con il riacutizzarsi del conflitto, 230 civili, tra cui almeno 51 bambini e 52 donne, hanno perso la vita nei raid aerei. E sono già 180mila gli sfollati, molti dei quali costretti a vivere nei campi di olivi. Ai.Bi. opera in Siria dal 2014 con la campagna “Non lasciamoli Soli”, per mantenere alta l’attenzione su un conflitto che continua ormai da nove anni e portare sollievo alle popolazioni civili colpite.

News aggiornata il 24 maggio alle ore 10.42

Le notizie arrivate dai partner siriani di AiBi riferiscono di un altro raid aereo a Kafr Rumah, a 10 chilometri da Ma’arrat An Nu’man, dov’è in corso il progetto di sicurezza alimentare, con un forno fisso e uno mobile. Il forno non è stato colpito e continua l’attività di produzione e distribuzione, ma purtroppo ci sono state nuove vittime tra i civili, non ancora quantificate. A Kafr Rumah AiBi e il partner locale, Kids Paradise, attraverso un forno fisso e uno mobile producono e distribuiscono pane per 30mila siriani, tra cui 18mila sfollati che hanno trovato rifugio nella zona, nei campi profughi. «Il forno non ha riportato danni strutturali, la produzione non è stata interrotta e continuano le attività di distribuzione», è l’ultima notizia che giunge da Kafr Rumah. «Per garantire la sicurezza dei beneficiari, sono stati allestiti quattro diversi punti di distribuzione che coprono tutta la città e permettono un’azione di distribuzione diffusa e capillare che evita situazioni di affollamento e di maggior rischio», rassicura il partner siriano.

La distribuzione del pane avviene di mattina, tra le ore 8 e le 11. «Questi 9 anni di guerra», spiega Hussein, coordinatore del progetto, «ci hanno insegnato che in questo momento della giornata il rischio di bombardamenti aerei è ridotto. La maggior parte dei raid avviene nel pomeriggio e durante la notte».

Ai.Bi. opera in Siria dal 2014 e da allora non è mai mancato il sostegno alla popolazione civile che si trova nelle aree assediate e bombardate. Grazie ai partner locali, da Aleppo, a Rural Damasco, Homs, fino a Idilib, Ai.Bi. continua a portare sollievo alle famiglie siriane con la campagna "Non Lasciamoli Soli". Già nel luglio 2016 nella provincia di Idlib, precisamente a Binnish, un missile aria-terra aveva colpito e raso al suolo un primo forno, riavviato da Ai.Bi. nel 2015.