Welfare & Lavoro

Commissione Adozioni, il vicepresidente sarà Vincenzo Starita

Lo annuncia la ministra Elena Bonetti: «Coniuga umanità e competenza, potrà proseguire il percorso avviato e favorire un ulteriore rilancio del sistema delle adozioni internazionali italiano, anche nella parte che riguarda la cooperazione internazionale, sempre più necessaria». Siamo chiamati «non solo al sostegno del percorso adottivo ma a un impegno per il loro ulteriore rilancio». In arrivo, rimborsi più elevati per le coppie: da 5mila a 7.500 euro

di Sara De Carli

Sarà Vincenzo Starita il nuovo vicepresidente della Commissioni Adozioni Internazionali. Lo anticipa Elena Bonetti, ministra per la Famiglia e presidente della CAI stessa. Il decreto di nomina non è ancora stato firmato poiché sono ancora in corso le necessarie procedure di autorizzazione, «ma la decisione è presa e la disponibilità c’è da parte di tutti, anche del Ministro Bonafede». Starita è magistrato dal 1995 e dal 2006 al giugno 2016 è stato in servizio presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno e da settembre 2016 ha assunto il ruolo di Direttore Generale del personale delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile al Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC). È componente della Commissione per le adozioni internazionali in rappresentanza del Ministero della Giustizia nel settembre dello stesso anno. «Starita è esperto non solo di giustizia minorile ma anche di adozioni internazionali e di cooperazione internazionale, ed è un uomo che coniuga umanità e competenza. Ha collaborato strettamente con la dottoressa Laera dal 2016 e condividendo la valutazione anche con lei, di cui ho già avuto modo di dire la mia stima, ho ritenuto potesse proseguire il percorso avviato e favorire un ulteriore rilancio del sistema delle adozioni internazionali italiano, anche nella parte che riguarda la cooperazione internazionale, sempre più necessaria per aprire canali favorevoli al percorso adottivo», afferma la ministra Bonetti.

Una nuova nomina è sempre un momento di ripartenza: quale tipo di percorso immagina per il futuro della CAI?
Sostegno delle famiglie e potenziamento delle relazioni internazionali. Una delle piste della CAI sarà infatti la valorizzazione del ruolo della cooperazione internazionale rivolta alla tutela e alla promozione dei diritti dei minori a livello internazionale. D'altra parte, la centralità dei bambini e la necessità di costruire una comunità che se ne faccia carico in modo corresponsabile è un po’ un principio d'ispirazione del mio ministero. A giugno abbiamo pubblicato un bando per progetti di cooperazione internazionale a cui gli enti autorizzati possono accedere. Sono 4,5 milioni di euro, un segnale e un investimento significativi. La Convenzione dell’Aja coniuga queste due indicazioni, la necessità di promuovere la cooperazione tra quei soggetti che operano nel campo delle adozioni internazionali e della protezione dei minori, proprio perché le adozioni internazionali sono viste come un tema di tutela dei diritti dei minori. Si tratta di una responsabilità educativa e genitoriale che scegliamo di esercitare e per farlo serve costruire legami di cooperazione anche con i Paesi esteri.

Lei il 23 giugno ha firmato un decreto per sostenere con 2,3 milioni di euro le spese straordinarie affrontate dagli enti durante la fase di emergenza, con un tetto di 50mila euro a ente. L’avviso per la richiesta del contributo straordinario è stato pubblicato il 12 agosto e scade il 31 agosto: oggettivamente i tempi non sono troppo stretti?
In realtà la scadenza in tempi stretti è stata disposta per rispondere all'esigenza da parte degli enti di poter avere una erogazione rapida del contributo. I tempi di pubblicazione del bando non sono dipesi da noi ma da procedure amministrative: come lei ricordava ho firmato il decreto il 23 giugno, nei tempi annunciati. È comunque nostra intenzione prorogare la scadenza. Di quanto, lo stiamo valutando: più si proroga e più si ritardano i pagamenti, occorre trovare il giusto equilibrio.

La cifra però è sembrata largamente inferiore rispetto alle attese. Si poteva fare meglio?
Mi permetto di far notare che mai prima d'ora erano state erogate direttamente risorse a rimborso delle spese vive degli enti. Non si trattava di erogare soldi in più, ma di coprire con fondi pubblici le spese indifferibili, correlate alle adozioni, che gli enti hanno dovuto sostenere in un momento di significativa riduzione della loro attività. Questo per evitare danni irreversibili per tutto il sistema delle adozioni internazionali e, dunque, per i minori che ogni anno vengono adottati. Con l'eccezionalità di questa scelta abbiamo voluto riconoscere la difficoltà degli enti autorizzati ma soprattutto rimarcare una centralità del servizio che offrono alle famiglie nei percorsi adottivi e che hanno continuato ad offrire.

Per la prima volta sono state erogate direttamente risorse a rimborso delle spese che gli enti hanno dovuto sostenere in un momento di significativa riduzione della loro attività. Questo per evitare danni irreversibili per tutto il sistema delle adozioni internazionali e, dunque, per i minori che ogni anno vengono adottati. Abbiamo voluto così rimarcare la centralità del servizio che gli enti offrono alle famiglie nei percorsi adottivi e che hanno continuato ad offrire. È nostra intenzione prorogare la scadenza dell'avviso: di quanto, lo stiamo valutando, perché più si proroga e più si ritardano i pagamenti, occorre trovare il giusto equilibrio.

Elena Bonetti

Ad agosto sono arrivati in Italia tre bambini dal Burkina Faso e cinque dalla Repubblica del Congo (Brazzaville). Si va avanti con il contagocce. Nei primi sei mesi dell'anno, le autorizzazioni rilasciate sono state 220, corrispondenti a 274 minori: meno della metà dell’anno scorso. Il Covid19 ha aggravato ulteriormente la crisi delle adozioni, portando a uno scenario senza precedenti. Qual è la situazione?
Le famiglie sorprese dalla pandemia all’estero sono rientrate tutte. Dall’inizio del lockdown ad oggi abbiamo fatto arrivare in Italia 94 minori e il loro rientro nonostante l'epidemia è stato possibile anche grazie al lavoro degli enti. Gli uffici della CAI ci hanno messo competenza, tenacia e generosità, e questo risultato è un segno importante. Abbiamo alcuni casi aperti, nel cui merito non posso entrare a tutela delle famiglie. Posso garantire però che tutte le situazioni sono attenzionate e per tutte si lavora per dar seguito agli abbinamenti. È chiaro che in questo momento, come nel pieno della gestione della pandemia, si tratta di costruire canali di interlocuzione ad hoc con i singoli Stati, per ogni singolo bambino, caso per caso.

Da parte degli Stati esteri c’è la volontà di favorire questi percorsi?
Si tratta ogni volta di un’esperienza non scontata, ma i casi di abbinamenti conclusi positivamente ci dicono che siamo riusciti ad aprire questa disponibilità, in sinergia con la Farnesina. Durante la pandemia sono arrivati minori dalla Bielorussia, dalla Bolivia, dal Brasile, dalla Cina, dalla Colombia, dalla Corea del Sud, dalla Federazione Russa, dall'India, dalla Lituania, dal Messico, dalla Nigeria, dal Perù, dalla Polonia, dalla Romania, dall'Ucraina e dall'Ungheria. Ci sono stati voli dedicati da Haiti, dal Burkina Faso, dal Burundi e dalla Repubblica Popolare del Congo.

C’è chi dice che, a fronte di questa disponibilità, c’è l’inerzia del Ministero della Famiglia italiano che alla prova dei fatti non ha concretizzato l’auspicata attenzione alle famiglie adottive.
Questo non corrisponde alla realtà dei fatti e sono i dati a dire che le cose vanno esattamente in un’altra direzione: i numeri di cui abbiamo appena detto sono arrivati ad agosto e sono in continua elaborazione, i miei uffici non hanno mai cessato di lavorare. È vero anche che a volte ci sono informazioni che appartengono ad un ambito diplomatico tra Stati e che non sono note all'esterno. Aggiungo che c'è grande attenzione nei confronti delle famiglie, dal momento che da quando sono Presidente della Cai abbiamo erogato tutti i rimborsi alle famiglie adottive per gli anni dal 2012 al 2017, che erano rimasti bloccati fino al mio arrivo. E ho già firmato e inviato al concerto del MEF i decreti per i rimborsi delle spese adottive sostenute nel 2018 e nel 2019.

Ho già firmato e inviato al concerto del MEF i decreti per i rimborsi delle spese adottive sostenute nel 2018 e nel 2019, in cui abbiamo previsto un aumento significativo: prima c’erano due fasce di rimborso con un tetto di reddito, una da 3mila e una da 5mila euro. Ora ci sono tre fasce, rispettivamente di 5mila, 6mila e 7.500 euro e il rimborso è per tutti.

Elena Bonetti

Lei a novembre 2019 aveva promesso un aumento della cifra rimborsabile delle spese adottive: non c’è ancora stato.
Nei decreti inviati al Mef abbiamo previsto un aumento significativo dei rimborsi: prima c’erano due fasce di rimborso con un tetto di reddito, una da 3mila e una da 5mila euro. Ora ci sono tre fasce, rispettivamente di 5mila, 6mila e 7.500 euro e il rimborso è per tutti. Non appena avremo risposta positiva del MEF si procederà anche al rimborso del 2018 e del 2019.

A fine luglio, a Savona, è arrivata a sentenza la vicenda Airone. Quindi in Kirghizistan, nelle adozioni, c’è stata una truffa. Qualcosa quindi, oggettivamente, non ha funzionato come doveva.
Non commento le sentenze. Credo sia importante che nell'ambito complessivo di tutte le attività di adozione e di cooperazione internazionale si agisca con responsabilità e trasparenza alte e con un senso di servizio ulteriormente rafforzato dal fatto di lavorare per i bambini. La priorità è sempre garantire ai minori e alle famiglie la piena tutela dei loro diritti. Il mio impegno è proseguire nella gestione di un sistema che sia il più possibile corretto e trasparente, a tutela primaria dei bambini e delle famiglie.

In Italia durante il lockdown i Tribunali per i minorenni e i servizi sociali sono stati quasi bloccati. Sul fronte interno, che cosa serve fare?
Noi abbiamo proseguito la nostra attività lanciando un corso di formazione online, con l’Istituto degli Innocenti stiamo lavorando a percorsi strutturati di formazione non solo integrata ma multidimensionale. Stiamo ragionando sui tempi delle idoneità e se ci sia necessità di proroghe. Un altro tema importante, una richiesta arrivata dalle famiglie, è l’accompagnamento nei percorsi post-adottivi. Nel Family Act le spese post-adottive rientrano tra le spese educative da rimborsare, includendo anche le eventuali spese sanitarie. Certamente la pandemia è risultata un elemento di criticità per le adozioni, per questo siamo chiamati non solo al sostegno del percorso adottivo ma a un impegno per un ulteriore rilancio.

Photo by Stijn Kleerebezem on Unsplash


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