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Adozioni internazionali: «attenzione, aumentano le restituzioni»

I numeri del 2021 sono in linea con quelli del 2020 e a fine anno potrebbero essere anche un poco migliori dato che proprio ieri la Federazione Russa ha annunciato che tornerà a rilasciare visti. Firmato il decreto rimborsi, con stanziamenti più elevati. Nel mondo un "puzzle impazzito" con Paesi in cui la situazione pandemica peggiora. E in Italia, intanto, aumentano le restituzioni di adolescenti adottati

di Sara De Carli

Un’ottima notizia che arriva dalla Federazione Russa. Tre decisamente buone che riguardano il sistema italiano. Un allarme preoccupante. L’appello alla pazienza (tanta) e alla fiducia nelle istituzioni. Il Coordinamento CARE ha incontrato online il vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali, Vincenzo Starita, per fare il punto sulle adozioni internazionali che – con la pandemia e le difficoltà a viaggiare – stanno continuando a vivere un momento di grandissima difficoltà. Tanti i limiti alle partenze, nonostante il fatto che il Commissario Straordinario Figliuolo abbia autorizzato la vaccinazione in via prioritaria per le coppie adottive con un abbinamento già in essere. Starita ha descritto la situazione come un “puzzle impazzito”, in cui «le tessere si spostano continuamente, perché ci sono Paesi in cui la situazione peggiora e altri che vanno a migliorare».

A fronte di tanti Paesi in cui le adozioni sono sostanzialmente ferme per ragioni legate alla pandemia – si è molto parlato di Vietnam, con 91 coppie in Europa occidentale pronte a partire ma bloccate per il livello elevato dei contagi nel Paese e delle grossissime difficoltà con la Cina, che ha una posizione di assoluta chiusura sui visti, con 35 coppie italiane già abbinate a un bimbo cinese e in possesso della “pergamena verde” – un’ottima notizia viene dalla Federazione Russa, che ieri ha riaperto con i visti. Nei due o tre mesi scorsi era stata comunque ottenuta una procedura, molto complessa, per avere i visti per le coppie adottive, che ha portato ad ottenere pochissimi visti. «Ora l’Italia insieme ad altri 9 paesi potrà invece avere i visti con le stesse modalità precedenti a marzo 2020. Nel giro di pochissimi giorni verranno emanate le nuove indicazioni operative e possiamo sperare in una ripresa sollecita delle adozioni dalla Federazione Russa», ha spiegato Starita. Più e più volte il vicepresidente ha espresso comprensione e solidarietà per la sofferenza delle coppie in attesa, stanche e sconfortate, ribadendo il massimo impegno della CAI, del Governo, della nostra diplomazia: «Posso assicurare il massimo impegno ma non risultati». Le coppie non devono pensare che ci sia nulla di intentato, ma serve la necessità di restare in attesa dopo aver formulato delle richieste e di rispettare la sovranità di un altro Paese. Consapevoli poi, lato Italia, che su alcuni Paesi più che su altri questi due anni di pandemia e rallentamento tanto negli abbinamenti quanto nelle adozioni hanno detrminato una sorta di "imbuto" che allungherà i tempi di attesa.

Sul versante estero e il tentativo di aprire nuovi Paesi, Starita ha annunciato un primissimo iniziale riscontro positivo da parte dell'Uruguay, che ha comunicato una disponibilità a ragionare della questione, avendo un numero rilevante di bambini abbandonati e considerando l'Italia come un modello per le adozioni internazionali.

Il vicepresidente Starita ha anticipato che i numeri complessivi delle adozioni internazionali concluse in Italia nel primo semestre del 2021 «non sono molto distanti da quelli del primo semestre del 2020. Al 1° giugno avevamo una differenza di 10 unità rispetto all’anno scorso. Ovvio che si tratta di un -40% rispetto al 2019, ma confido in un aumento significativo negli ultimi tre mesi dell’anno grazie alla ripresa delle adozioni con la Federazione Russa. Credo quindi che avremo a fine anno gli stessi risultati dello scorso anno, forse un pochino migliori». Nel primo semestre del 2020 erano state 217 le autorizzazioni all'ingresso rilasciate, corrispondenti a 269 minori. Prima buona notizia.

La seconda è che la ministra Elena Bonetti, presidente della CAI, ha già firmato il decreto rimborsi per le coppie che hanno adottato nel 2020. Il decreto è alla Corte dei Conti e prevede un sensibile aumento della somma destinata ai rimborsi, così che le famiglie, a seconda della fascia di Isee in cui si trovano (il nuovo meccanismo collegato all’Isee è stato introdotto l’anno scorso) potranno avere «un rimborso di 9mila euro per la prima fascia, 7mila per la seconda e 5.500 per la terza. Siamo consapevoli dei sacrifici che le coppie stanno facendo e questa solidarietà devono seguire iniziative concrete. Queste cifre rimarranno anche nel 2021, che è ugualmente interessato dalla pandemia», ha detto Starita. La terza buona notizia è l’arrivo imminente – entro questo mese – di un nuovo protocollo fra CAI e Ministero dell’Istruzione, entro cui si collocherà la revisione delle Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni adottati​ e l’avvio di un percorso formativo sull’adozione che sarà capillare in tutte le scuole, con l’obiettivo di avere un referente formato in ogni scuola.

Ma Vincenzo Starita ha voluto suonare anche un campanello di allarme. Dopo aver annunciato i numeri tutto sommato positivi del 2021 ha aggiunto che però «dobbiamo fare attenzione sempre di più a fare “buone adozioni”, perché il fenomeno delle restituzioni aumenta sempre più. Questa settimana due presidenti di Tribunali per i Minorenni mi hanno telefonato segnalandomi due restituzioni di due ragazzi adolescenti. Lo sforzo che abbiamo fatto a inizio pandemia per semplificare e accelerare le procedure, facendo arrivare bambini accompagnati da rappresentati dell’ente, senza che i genitori si recassero in loco, la mancanza di una conoscenza adeguata tra minori adolescenti e genitori adottivi, sta creando problemi seri. Tuto questo ci deve preoccupare, perché una restituzione è la cosa più dolorosa e ogni volta io la vivo come una sconfitta personale». Un fenomeno confermato da Monya Ferritti, presidente del CARE: «Purtroppo anche le associazioni familiari vivono queste difficoltà, con crisi sia di bambini neoarrivati sia di ragazzi adolescenti, cerchiamo di offrire una rete di supporto che arrivi prima che la crisi cominci. Un lavoro capillare che facciamo in tantissime regioni in maniera volontaria».

Rispetto alla Bielorussia, il vicepresidente Starita ha riferito che la lettera di garanzia con la lista allegata è stata firmata un paio di mesi fa dalla ministra Elena Bonetti e trasmessa all’ambasciatore bielorusso a Roma. Per l’India invece, paese in cui qualche mese fa alcune coppie italiane erano rimaste bloccate dalla pandemia, Starita ha precisato che i rischi sono elevati ma non è impossibile ottenere il visto e partire: c’è un problema, legato ad una ordinanza prorogata fino a 31 luglio, per cui gli stranieri che provengono dall’India hanno bisogno di una specifica autorizzaione per lìingresso in Italia da parte del Ministero della Salute. «I bambini che arrivano dall’India diventano italiano solo con la trascrizione dell’adozione: il Ministero della Salute non negherà l’autorizzazione, ma occorre avere coscienza di questo fatto e organizzarsi».


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